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Teatro Bellini dal 4 al 9 aprile 2017
PREZZI:
MARTEDÌ
1′ SETTORE 22€
2′ SETTORE 18€
3′ SETTORE 14€
MER/GIOV/VEN/SAB/DOM
1′ SETTORE 32€
2′ SETTORE 27€
3′ SETTORE 22€
OVER 65/CRAL/CONVENZIONI
1′ SETTORE 28€
2′ SETTORE 23€
3′ SETTORE 18€
Esclusivamente per le repliche del mercoledì, giovedì, venerdì e sabato pomeriggio
UNDER 29 15€
Orari
MARTEDÌ, GIOVEDÌ, VENERDÌ, SABATO ORE 21.00 – MERCOLEDÌ ORE 17.30 – DOMENICA ORE 18.00
WEEK END
di
Annibale Ruccello
con
Margherita Di Rauso
e con
Giulio Forges Davanzati, Lorenzo Grilli
regia
Luca De Bei
produzione
Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Scene – Francesco Ghisu
Costumi – Lucia Mariani
Direttore di scena e luci – Marco Laudando
Aiuto regia – Giuseppe Bisogno
Assistente alla regia – Lucrezia Lanza
Assistente scenografo – Valeria Mangiò
Realizzazione scene – La Tecnica s.r.l. – Albano Laziale
Foto di scena – Pietro Pesce
Produzione
Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Social Media Partner – fattiditeatro
WEEK END ▪ PERSONAGGI & INTERPRETI
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MARGHERITA DI RAUSO – Ida, una professoressa
GIULIO FORGES DAVANZATI – Narciso, un idraulico
LORENZO GRILLI – Marco, un alunno
WEEK END ▪ L’OPERA
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Week End, scritto nel 1983, è l’ultimo testo della trilogia (assieme a Notturno di donna con ospiti e Le cinque rose di Jennifer) che Annibale Ruccello definiva Teatro da Camera. È, come in altri suoi testi, ancora la storia di una solitudine, di uno spaesamento, di uno sradicamento culturale che si trasforma nel corso della vicenda in un’alienazione che ha dunque radici nel sociale oltre che nel privato. Da molti è considerato il testo più perfetto e più profondo del drammaturgo campano anche se, curiosamente, è una delle sue opere meno frequentate (se ne ricorda soprattutto e quasi esclusivamente l’edizione diretta da Ruccello stesso nell’86 e interpretata da Barbara Valmorin e un’altra sempre con la Valmorin diretta da Daniele Segre nel ‘95).
Storia che vive di un affascinante miscuglio di quotidianità, di rimembranze, e di pulsioni inconsce, Week End ci racconta il fine settimana di Ida, un’insegnante quarantenne afflitta da un handicap fisico (una malformazione al piede che la fa zoppicare). La donna abita in una periferia romana ma è originaria di un piccolo paese del napoletano di cui si sente irrimediabilmente orfana. Il Sud da cui proviene però, sebbene in qualche modo agognato nel ricordo, è un Sud a sua volta infelice e mai riscattato, seppur di sapore antico, quasi mitologico. In queste due grigie giornate in cui è compreso l’arco narrativo del testo, Ida impartisce ripetizioni a un goffo studentello, accoglie in casa un giovane idraulico e vive, o crede di vivere, con entrambi gli uomini esperienze sessuali liberatorie ed estreme, con rito sacrificale finale. È una storia al tempo stesso di verità e di rappresentazione che riesce a raggiungere lo spettatore proprio in virtù delle emozioni che mette in gioco e della tecnica drammaturgica costantemente in bilico tra realtà e immaginazione.
WEEK END ▪ NOTE DI REGIA
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Week End è un testo complesso, che affronta numerosi temi, ma che parla soprattutto di solitudine. La stessa disperata solitudine di altri testi di Ruccello, da “Notturno di donna con ospiti” a “Le cinque rose di Jennifer”, fino ad “Anna Cappelli”. E’ una condizione esistenziale estrema, che porta la protagonista Ida, un’insegnante nubile di mezza età, a crearsi un mondo fatto di trasgressione, di sesso, e addirittura di violenza e morte. Ciò che mi ha subito colpito in questa pièce è il senso dell’irreale calato in una dimensione quotidiana, e che è una delle connotazioni più originali e sorprendenti della scrittura di questo autore che ci ha lasciato troppo presto ma che ci ha regalato una manciata di testi preziosissimi. Nell’affrontare la regia di Week End ho dovuto in qualche modo dipanare i fili di un tessuto drammaturgico a volte misterioso, quasi criptico, in costante bilico tra realtà e immaginazione. Fin dove arrivano i gesti reali di Ida? Dove nasce invece la sua immaginazione? E soprattutto: che ripercussioni hanno i suoi gesti sugli altri personaggi, il giovane studente che viene a prendere lezioni e il giovane idraulico chiamato per una ipotetica perdita dello scaldabagno? Per scoprire cosa si agita nella mente e nell’animo di Ida ho scelto di scandagliare il suo passato, scoprendo che un altro dei temi fondamentali del testo è quello dello sradicamento dalle proprie radici. Ida viene infatti da un piccolo paese campano, e si è trasferita nella Capitale inseguendo probabilmente un sogno, rimasto frustrato, di emancipazione e di soddisfazione personale. Da qui nasce anche l’idea scenografica, che inserisce Ida in un contesto suburbano spersonalizzante: un appartamento borghese e un po’ soffocante al primo piano di un condominio e sovrastato dal cemento e dal traffico, che scorre incessante per tutto il tempo dell’azione scenica. In questo appartamento Ida si illude di poter ricreare la vita che il destino non le ha regalato e che Ida riempie di musica, sigarette, vestiti nuovi, pose da diva ma soprattutto la normalità che una zoppia (procuratasi da piccola con una caduta) le ha negato. Ed è proprio dal contrasto con il mondo sognato e quello reale che prende vita il dramma della protagonista, destinato a esplodere sul finale più per un cortocircuito interno che per un vero accadimento. Nel restituire le atmosfere di questo noir psicologico, ho utilizzato stili e sapori del giallo italiano e francese tradizionale senza timore di cadere nell’horror. Per le musiche ho seguito un’indicazione di Ruccello stesso che in una sua intervista rivelò come proprio dal noir francese aveva preso ispirazione per Week End e ho scelto musiche francesi degli anni 30 e 40, che ci parlano ancora una volta di come Ida voglia essere altro da ciò che è, e di come insegui pervicacemente i suo sogni. Sogni inseguiti al punto da preferire, forse, una vita da assassina piuttosto che quella di una professoressa inaridita e sola. Da molti anni avevo in mente di portare in scena Week End, ma aspettavo l’occasione e soprattutto l’attrice giusta per rivestire gli impegnativi panni di Ida. Quando mi sono imbattuto in Margherita Di Rauso ho capito che non poteva che essere lei: la sua forza, unita al talento e alla versatilità ne faceva un’ideale interprete Ruccelliana.
Luca De Bei
WEEK END ▪ L’AUTORE
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ANNIBALE RUCCELLO
Annibale Ruccello è considerato uno tra i maggiori drammaturghi della cosiddetta “area napoletana”. Nei suoi personaggi egli ricrea il loro “tragico” nella dimensione della scena, in un piano illusorio a se stante, in una dimensione artistica senza tempo che spinge lo spettatore a misurarsi con questa illusione scenica, a entrare nel vissuto soggettivo dell’autore. Nasce a Castellammare di Stabia nel 1956 e si laurea con il massimo dei voti in Filosofia a Napoli nel 1977 con una tesi sulla Cantata dei Pastori di Andrea Perrucci. Il suo interesse si rivolge fin da subito alla cultura popolare della Campania e al lavoro di ricerca che da anni Roberto De Simone stava realizzando con la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Inizia a recitare a Torre del Greco presso la fondazione del Teatro del Garage di Gennaro Vitiello, luogo di esordio di altri noti artisti come Mario Martone ed Enzo Moscato. Nel 1978 fonda la cooperativa Il Carro e, in collaborazione con Lello Guida comincia a scrivere e a mettere in scena i suoi primi lavori teatrali, ispirati in gran parte a materiali della cultura popolare. La sua prima opera è Il Rione, una commedia in due tempi scritta nel 1973. Il suo primo lavoro autonomo risale invece al 1980: Le cinque rose di Jennifer. Dal sodalizio tra Il Carro e il Teatro Nuovo di Napoli prende vita nel 1982 la cooperativa Teatro Nuovo – Il Carro che risulterà essere tra le migliori produzioni teatrali di quegli anni. Nel 1983 scrive e mette in scena Weekend, con il quale vince il premio IDI under 35, e Notturno di donna con ospiti. Il suo capolavoro arriva nel 1985 con la commedia Ferdinando, con la quale vince due premi IDI, uno nel 1985 come testo teatrale e un secondo nel 1986 come miglior messinscena, allestita personalmente da Ruccello. Nel 1985 elabora una riduzione teatrale del romanzo La ciociara di Alberto Moravia. Completano la sua commediografia Anna Cappelli e Mamma: piccole tragedie minimali presentato al Premio Gennaro Vitiello nel maggio del 1986. Nel settembre dello stesso anno, tornando da Roma, muore in un drammatico incidente automobilistico sull’autostrada Roma – Napoli. Annibale Ruccello è a tutt’oggi considerato una delle voci più interessanti e originali del teatro italiano della seconda metà del XX secolo.
WEEK END ▪ IL REGISTA
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LUCA DE BEI
Nasce a Padova da padre veneto e madre italoamericana. Cresce a Napoli. Si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come autore e regista debutta nel 1990 a New York con “Buio interno” a Off Broadway. Tra i suoi testi andati in scena: “Un cielo senza nuvole” (che debutta a Bruxelles a La Rafinerie du Plan K con la regia di Michael Delaunoy, e poi debutta in Italia, prodotto da Giancarlo Sepe), “La spiaggia” (con Maria Paiato). Dal 2007 firma tutte le regie delle produzioni dei suoi testi: “Un cuore semplice” (ispirato al racconto di Flaubert e ancora con Maria Paiato, prodotto dal Teatro Eliseo), “Un luogo dove non sono mai stato” (dai racconti di David Leavitt e presentato alla rassegna Garofano Verde curata da Rodolfo Di Giammarco), “Le mattine dieci alle quattro”, “Di notte che non c’è nessuno”, “L’uomo della sabbia” (tratto dal racconto di E.T.A. Hoffmann e prodotto dal Teatro Della Cometa), “Louise Bourgeois: falli, ragni e ghigliottine”. Nel 2013 firma la regia di “Week End” di Annibale Ruccello (con Margherita Di Rauso). Nel 2014 interpreta il monologo “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni e con regia di Giuseppe Marini, prodotto dalla Compagnia della Luna di Nicola Piovani e dalla Società per Attori di Franco Clavari. Seguono ancora altri suoi testi, tutti con sue regie: “Nessuno Muore”, “Tempeste solari” (con Ugo Pagliai, Paola Quattrini, Pia Lanciotti e prodotto dal Teatro Eliseo), “Lo Stupro di Lucrezia” (tratto dall’omonimo poema di Shakespeare, con Federica Bern), “Kafka il digiunatore” (monologo di cui è anche interprete). Nel 2001 vince il Premio Flaiano e nel 2002 il Premio Europeo per la Drammaturgia del Festival di Heidelberg. Con “Le mattine dieci alle quattro” vince nel 2010 il Premio Golden Graal per la regia e nel 2011 il Premio Le Maschere del Teatro come miglior autore di novità italiana. È anche sceneggiatore cinematografico e televisivo.
WEEK END ▪ IL CAST ARTISTICO
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MARGHERITA DI RAUSO
Originaria di Capua (Caserta), frequenta la Scuola di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Accanto al lavoro di attrice affianca quello di cantante del repertorio teatrale e d’operetta. Giovanissima riceve due importanti riconoscimenti: il Premio “Hystrio” e il Premio “Wanda Capodaglio”.
Lavora maggiormente in teatro con registi e attori come Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, Massimo Luconi, Glauco Mauri, Kristoph Warlikowskj, Andrèe Ruth Shammah, Geppy Gleijeses, Maurizio Nichetti, Luca De Bei, Luca De Fusco, Michele Placido, Mariangela Melato, Anna Maria Guarnieri, Toni Servillo, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio, Ferruccio Soleri, Simona Marchini, Massimo Ranieri, Lina Sastri, Peppe Servillo, Rossy De Palma e altri portando in scena soprattutto Shakespeare, Brecht, Cechov, Goldoni, De Filippo. Lavora in Germania e Austria presso teatri come il Burgtheater di Vienna diretta da Karin Beier (attualmente Intendant dell’Hamburgh Shauspielhaus) e nella Compagnia Internazionale Shakesperiana composta da attori di lingue diverse. La sua versatilità le permette di passare da ruoli comici a ruoli drammatici con naturalezza. È stata Smeraldina nell’Arlecchino di Goldoni (regia Giorgio Strehler), Pomerania nell’operetta Il Paese dei Campanelli al Teatro dell’Opera di Trieste, Dorotea in Pericolosamente di De Filippo, una delle protagoniste di Infinities di John Barrow (regia Luca Ronconi), Reagan e Goneril nel Re Lear (rispettivamente con le regie di Glauco Mauri e Michele Placido) e la Regina Margherita nel Riccardo III. È stata finalista come miglior attrice non protagonista ai Premi “Olimpici per il teatro – ETI” nel 2009 per il ruolo della vedova Shin ne L’anima buona di Sezuan di Brecht (con Mariangela Melato, regia Bruni-De Capitani) e al premio “Le Maschere del Teatro italiano” 2012 per il ruolo della Signora Peachum ne L’opera da tre soldi di Brecht (con Massimo Ranieri, regia Luca De Fusco). Ha lavorato anche nel cinema in alcuni film italiani come Into Paradiso di Paola Randi (festival di Venezia 2010) e stranieri: My best enemy, film in lingua tedesca, di Wolfgang Murnberger in concorso al Festival di Berlino 2011 con Marthe Keller e Moritz Bleibtreu; Italians di Lucas Barczy, Polonia nel 2010; To Rome with Love di Woody Allen nel ruolo della moglie di Luca. Si dedica da qualche anno anche alla produzione di spettacoli attingendo alla drammaturgia contemporanea: Itagliani!, monologo di Antonella Cilento (scrittrice finalista al Premio Strega 2014), Louise Bourgeois, falli ragni e ghigliottine, monologo di Luca De Bei e Week End di Annibale Ruccello nel ruolo di Ida per cui è finalista come miglior attrice protagonista a “Le Maschere del Teatro italiano” 2014. Nella stagione 2015/2016 con un’altra interpretazione de la Signora Peachum ne L’opera da tre soldi per la regia di Damiano Michieletto che ha debuttato al Piccolo Teatro di Milano.
GIULIO FORGES DAVANZATI
Attore romano diplomato all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 2007. Si forma con nomi importanti del panorama teatrale come Jean Fabre, Jonathan Waller, Christhina Soeborg, Francesco Manetti, Luca Ronconi, Nicolaj Karpov. La sua carriera teatrale parte in teatri come La Cometa Off e il Globe Theatre di Roma rispettivamente con Dio per la regia di Andrea Trovato e Racconto d’inverno, diretto da Francesco Manetti. Nel 2008/2009 partecipa ad una fortunata produzione che lo vede coprotagonista con Giuliana De Sio ne Il Laureato. Con alla regia Piero Maccarinelli ed un testo adattato da Ricci/Forte va in scena con Troilo vs Cresidda. Con Michele Placido, invece, lavora a I Fatti di Fontamara e Re Lear. Contemporaneamente porta avanti la sua carriera in televisione con spot pubblicitari (Smart, Kinder, Telecom Italia) e fiction come: Colpi di Sole, Carabinieri 7, Un Posto al Sole Estate, Piper, Rossella, Amici Nemici e infine L’onore e il rispetto. Nel 2012 ha inoltre lavorato con Alessio Inturri, Luigi Parisi per la realizzazione del film L’Onore e il Rispetto – Parte terza dove ha interpretato la parte di Giasone De Nicola.
LORENZO GRILLI
Lorenzo Grilli nasce nel 1989 e cresce a Roma. Dopo il diploma di liceo classico frequenta per tre anni l’accademia bilingue di arte drammatica Eutheca che gli rilascia, oltre al diploma, un Bachelor of arts in acting. Debutta come professionista al Globe theatre di Roma con Gigi Proietti che dirige Romeo e Giulietta. Dopo l’accademia approfondisce gli studi del canto, dell’acrobatica e della danza specializzandosi nel tip tap studiando a Roma con Marco Rea e Cesare Vangeli, alla Steps e al Broadway dance centre di New York. La sua carriera si alterna tra spettacoli di musical e di prosa come Rapunzel con Lorella Cuccarini al teatro Brancaccio, Billy Elliot al Sistina e La notte di Pinocchio di Marco Avarello dove interpreta un giovane grillo acrobatico a fianco dell’anziano Pinocchio interpretato da Carlo Valli. Nel 2016 debutta al teatro Argentina di Roma con Ragazzi di vita di Pasolini diretto da Massimo Popolizio interpretando il ruolo del Riccetto accanto a Lino Guanciale e, sempre da protagonista, partecipa alla web Serie Survival diretto da Luca Solina. Lo vedremo presto nella serie tv rai Il colonnello Maria diretto da Andrea Porporati nel ruolo di Dj Golem.
Recensione di “Lucia di Lammermoor”, di Gaetano Donizetti, al Teatro San Carlo di Napoli
“Pisci ‘e paranza”, progetto e regia Mario De Masi , dal 4 al 9 aprile 2017 al Piccolo Bellini di Napoli