Di: Sergio Palumbo
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Eduardo De Filippo è stato uno dei più grandi drammaturghi del ventesimo secolo e le sue opere continuano ad essere tra le più rappresentate nei teatri italiani e sempre amate dal pubblico. Nella sua vita scrisse cinquantacinque commedie, oltre alle poesie ed alla traduzione in versi napoletani della Tempesta di Shakespeare. Prima ancora che autore, Eduardo fu un bravissimo attore e, forse proprio per questo, il riconoscimento del suo immenso valore come autore è giunto in ritardo, soprattutto in Italia, mentre a livello internazionale è stato più volte accostato ai più grandi autori del Novecento: “De Filippo seppe trasformare la teatralità mediata dalla farsa e dall’avanspettacolo in una tecnica molto più complessa che accosta il teatro eduardiano a quello del teatro occidentale e a scrittori come Thornton Wilder, Brecht, Beckett e Ionesco”, ha scritto Donatella Fischer nel 2007.
Se è vero che sull’opera di Eduardo De Filippo sono già stati pubblicati diversi libri, più o meno completi, il volume di Nicola De Blasi può puntare su tre importanti peculiarità: prima di tutto, è scritto da uno studioso di Storia della lingua italiana (materia che De Blasi insegna presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”) e non da un esperto di studi teatrali; in secondo luogo, può tenere conto dell’edizione critica completa del Teatro di Eduardo, apparsa tra il 2000 e 2007, curata dallo stesso De Blasi e da Paola Quarenghi; infine, cosa di non poca importanza, questo libro, oltre ad analizzare le opere teatrali di De Filippo, dedica un intero capitolo alle poesie di Eduardo ed alla traduzione in versi napoletani della Tempesta di Shakespeare.
L’importanza di Eduardo come autore, oltre che come attore, è più volte rimarcata da De Blasi, che lo ritiene “forse il maggiore autore teatrale nato nel ventesimo secolo, degno di accostarsi in un “podio” ideale al fianco di Goldoni e Pirandello”. Inoltre, De Blasi sottolinea in più passi “la validità non solo locale delle opere di Eduardo De Filippo”, che “portano in scena temi di portata universale”.
Da questa prospettiva, assolutamente condivisibile, si muove l’analisi dell’opera teatrale di Eduardo De Filippo, che viene presentata in modo sistematico, ricostruendone quanto più possibile, non senza difficoltà, la cronologia, fondamentale, secondo De Blasi, per inquadrare le opere di un autore, nonostante ciò che diceva Eduardo: “Che me ne importa a me se Sik Sik è stato scritto nel 1929 o nel 1930? E soprattutto che gliene importa al pubblico?” In questa ricerca, lo sforzo dell’autore è davvero encomiabile, facendo ricorso ai testi manoscritti, a testimonianze, a recensioni apparse su giornali dell’epoca, cercando di ricostruire l’effettiva gestazione delle opere dalla datazione più incerta e le modifiche introdotte negli anni (è il caso, ad esempio, di “Natale in casa Cupiello”, nato inizialmente come sketch – l’attuale secondo atto, per poi diventare l’opera in tre atti che conosciamo).
Partendo dalle opere dei primi anni, raccolte nella “Cantata dei giorni pari”, fino ad arrivare a quelle della maturità, raccolte nella “Cantata dei giorni dispari” (non senza che qualche opera sia stata, nelle successive edizioni, più volte spostata da una raccolta all’altra, come “Non ti pago”), De Blasi individua, come cruciale nella produzione eduardiana, quasi a rappresentarne una chiave di volta, l’incontro con Luigi Pirandello, collocato intorno alla metà degli anni Trenta, che “probabilmente produce come effetto principale una sempre maggiore consapevolezza da parte di Eduardo De Filippo delle proprie potenzialità artistiche e della possibilità di realizzarle in un ambito sempre più vasto e in rapporto anche a generi nuovi”. Altro elemento di non poco conto sarà la Seconda guerra mondiale, che porterà ad un capolavoro neorealista come “Napoli milionaria!”, cui seguiranno altre grandi opere come “Questi fantasmi”, “Filumena Marturano”, “Le voci di dentro”, fino ad arrivare a “Gli esami non finiscono mai”.
Di grande rilievo, nonché elemento peculiare del libro, anche in virtù della straordinaria competenza dell’autore come studioso della storia della lingua italiana, sono i capitoli dedicati alla lingua dei testi e al profilo sociolinguistico dei personaggi, con un interessantissimo approfondimento sul dialetto napoletano nelle opere di Eduardo.
Il volume di De Blasi, dopo il già citato capitolo sulla Tempesta e sulle poesie, è completato da un’accurata bibliografia essenziale, suddivisa tra le opere di Eduardo De Filippo e la bibliografia critica, a sua volta distinta in monografie, saggi di insieme e studi sulla lingua ed atti di convegni e volumi miscellanei.
Link: il sito di Salerno Editrice – www.salernoeditrice.it
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