Di: Sergio Palumbo
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La stagione teatrale 2016/2017 del Teatro Diana di Napoli si inaugura con una delle più conosciute e rappresentate opere di Eduardo De Filippo: Filumena Marturano. Un titolo molto amato dal pubblico napoletano, ma che proprio a Napoli è difficilissima da rappresentare, per gli echi sempre forti delle note interpretazioni dello stesso autore, sia nella versione teatrale che in quella cinematografica. Una bella sfida, quindi, per la regista Liliana Cavani, per la prima volta alle prese con la regia del teatro di prosa, e per i due protagonisti: Mariangela D’Abbraccio nel ruolo del titolo e Geppy Gleijeses in quello di Domenico Soriano. Sfida decisamente vinta, che si conclude con quello che lo stesso Gleijeses, al termine della rappresentazione, definirà “un trionfo”, con applausi calorosissimi di un teatro gremito. Trionfo che Gleijeses dedica a Dario Fo, scomparso in giornata e che Mariangela D’Abbraccio ricorda con sincera emozione, a Luca De Filippo, che concesse alla D’Abbraccio i diritti per mettere in scena Filumena Marturano, e a Mariolina Mirra, storica proprietaria del Teatro Diana, che scritturò il giovane Gleijeses trentacinque anni fa.
Due interpretazioni straordinarie, quelle della D’Abbraccio e di Gleijeses. Mariangela D’Abbraccio è magistrale nel rendere perfettamente tutte le sfumature del complesso personaggio di Filumena: la rabbia, il rancore, la determinazione, ma anche la dolcezza e la passione, con un’interpretazione intensa ed energica. Il monologo della Madonna delle Rose lascia il pubblico senza fiato in un’emozionante apnea. Il ricordo della Filumena diciassettenne è asciutto e penetrante ed arriva dritto al cuore. Geppy Gleijeses è abilissimo a restituire al pubblico, anche con sapiente gestualità, il caleidoscopio emozionale di Domenico Soriano ed a rappresentarne la profonda metamorfosi, passando dalla rabbiosa spavalderia del primo atto alla dubbiosa afflizione dell’ultimo, che sfocerà in una volutamente enfatizzata commozione quando si sentirà chiamare, per la prima volta nella sua vita, “papà”. L’eccezionale bravura dei due principali interpreti è ben valorizzata dalla regia di Liliana Cavani (assistita da Marina Bianchi), che, restando fedele ad un’impostazione tradizionale, mette in risalto principalmente la carica emozionale dei personaggi, la loro psicologia e le relazioni tra gli stessi, senza trascurare i passaggi esilaranti (ad esempio il caffè di Alfredo all’inizio del secondo atto). Molto bravi anche Mimmo Mignemi, un convincente Alfredo Amoroso dall’accento siciliano e i tre figli di Filumena, Agostino Pannone, Gregorio De Paola ed Eduardo Scarpetta (nome decisamente impegnativo). La Rosalia Solimene della giustamente applauditissima Nunzia Schiano è a dir poco irresistibile. Bene anche Ylenia Oliviero (Diana), Elisabetta Mirra (Lucia) e Fabio Pappacena (l’avvocato Nocella). Un particolare plauso va alle belle scene di Raimonda Gaetani, che ci portano nel primo atto nella stanza da letto dove si è da poco celebrato il matrimonio tra Domenico e la “moribonda” Filumena e, nei successivi, nel bel salotto di casa Soriano, dove troneggia un bel quadro di due cavalli che corrono e che nella commedia di Eduardo sono il simbolo di una giovinezza ormai andata e di tempi di grandezza ormai passati (“Te ricuorde, Alfre’, quanno ‘e cavalle nuoste currevano?”). A firma della stessa Gaetani anche i curatissimi costumi. Le musiche di Theo Teardo ben sottolineano il conflitto interiore di Domenico Soriano all’inizio dell’ultimo atto.
“Filumena Marturano”, con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, per la regia di Liliana Cavani, sarà in scena al Teatro Diana di Napoli fino al 30 ottobre 2016.
Link: il sito del Teatro Diana di Napoli – www.teatrodiana.it
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