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TEATRO DIANA
Sabato 3 ottobre 2015 ore 21.00
TOTÒ DENTRO
poetic music-hall sull’anima
più segreta di Antonio de Curtis
con
RICCARDO DE LUCA
ROBERTA DE PASQUALE
ANNALISA RENZULLI
MICHELE ROMANO
LUIGI VUOLO
aiuto regia, coreografie
Annalisa Renzulli
assistenti alla regia
Francesca Fedeli
Ornella Faticato
collaborazione musicale
Giosi Cincotti
luci e suoni
Ciro Di Matteo
organizzazione
Roberta De Pasquale
drammaturgia, regia, coreografie, scene, costumi
Riccardo De Luca
“Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III – DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003;
Introduzione
Quello che il mondo intero conosce, il prodigioso personaggio comico, è il Totò “fuori”. Antonio de Curtis stesso ci tenne a dividere se stesso da Totò: lo teneva a distanza, lo faceva mangiare in cucina, senza pietà lo sfruttava per vivere. Il principe ha sempre detto che lui era un altro, diverso dal quel personaggio che tutti conosciamo col nome di Totò. Ma poi sappiamo bene che in realtà anche i prodigi comici di Totò non sarebbero esistiti senza il capo di casa, Antonio de Curtis. Ci scherzava, eccome!, il principe, su questa differenza, anche se poi nelle interviste — vero è che ci pensava un attimo — alla domanda se dovevano chiamarlo “principe” o “Signor de Curtis” lui si spogliava di tutto e rispondeva: “Mi chiami semplicemente Totò”.
Quello che in questo spettacolo voglio fare è portare sulla scena il Totò “dentro”. Quell’anima complessa, ipersensibile, malinconica, contraddittoria che poco si conosce. E voglio farlo attraverso le sue poesie, i suoi scritti, i suoi pensieri, oggi forse ancora più potenti delle sue promanazioni comiche, e le testimonianze dei parenti, degli amici, dei critici, a cominciare dalle pagine che Liliana de Curtis, figlia del Principe, ha dedicato alla ricostruzione della sua vita personale e familiare.
“Le poesie di Totò sono forse il suo “violon d’Ingres”; forse ancora di più: corollari ed effusioni di infinite malinconie e nostalgie e tenerezze e ironie che l’esigenza del palcoscenico sopprime e la telecamera crudelmente recide.” dice Carlo Nazzaro, che scrisse l’introduzione alla sua prima edizione di poesie nel 1964.
I personaggi saranno le innumerevoli figure surreali, addirittura dadaiste: gatti che parlano, topi che discutono, cani che si innamorano, cavalli che si suicidano, carri armati che fraternizzano, automobili che si fanno critica sociale, coscienze che si materializzano, fantasmi che fanno politica. Personaggi surreali che dovranno vedersela con quelli ben reali che hanno ispirato i sentimenti più profondi e spesso celati dell’animo di Antonio de Curtis. Da Liliana Castagnola, la più famosa vedette d’Italia, fragile e passionale, che si suicida per lui consegnandogli il senso di colpa che lo accompagnerà per sempre, alla moglie Diana Rogliani pronta ad affrontare le insidie dell’amore di un uomo complicato, fatte di esasperate gelosie e smanie di possesso. In un coro vivianeo che viene dalla strada del cuore, nella tensione costante tra comico e drammatico, nel brillio di canzoni e danze, una ricerca che cavalca il personaggio di Antonio de Curtis con voluta modernità, utilizzando gli stilemi del musical americano, dell’espressionismo tedesco, del futurismo, dello straniamento brechtiano, per mettere in scena quella parte dell’anima più segreta, così amara, pessimista, contraddittoria, delicata, ricca di voci e personaggi che pochi conoscono, più vicina al pessimismo ironico di Voltaire che al Totò “fuori” che conosciamo. E quindi dopo “Totò e Peppino”, “Totò e Marcellino” e “Totò truffa”, ora è tempo di “Totò dentro”.
Riccardo De Luca
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