Di: Sergio Palumbo

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Uno dei più film più belli di Giuseppe Tornatore, che egli stesso definì “l’anomalo regalo di un’infinita notte d’insonnia” e che vide come interpreti Gérard Depardieu e Roman Polanski, viene portato a teatro da Glauco Mauri, che ne firma la versione teatrale e la regia. Atto unico, scena unica: una stazione di polizia di provincia. E’ sera, piove a dirotto e manca la corrente, che va e viene a causa del temporale. Un uomo viene condotto con la forza nel commissariato: correva nel bosco, dove poco prima era stato commesso un delitto, scappando sotto la pioggia, non si sa da cosa e non si sa da chi. Il commissario (interpretato dallo stesso Glauco Mauri) lo sottopone ad un interrogatorio e scopre che si tratta di Onoff (Roberto Sturno), un tempo celebre scrittore, ormai in disarmo, in preda ad una strana amnesia che ne ha cancellato i ricordi delle ultime ore. Quella che doveva essere “una pura formalità” diventa un interrogatorio sempre più serrato, in cui si ricostruisce il passato dello scrittore, con continui colpi di scena e una crescente suspense, fino alla rivelazione finale…

Glauco Mauri è abilissimo nel rendere pienamente tutte le sfumature del complesso personaggio del commissario: l’ammirazione per quello che dice di essere il suo scrittore preferito, il freddo e rigoroso distacco del tutore della legge, non senza una forte carica di umanità, in un perfetto equilibrio tra empatica comprensione e severa inflessibilità. La carica drammatica del personaggio di Onoff è restituita con magistrale intensità da un bravissimo Roberto Sturno, sia nelle inflessioni vocali che nella ben dosata gestualità, facendo arrivare impeccabilmente al pubblico lo smarrimento ed il conflitto interiore dello scrittore, che passa dalla rabbiosa ed energica disperazione iniziale alla mite rassegnazione finale. I due protagonisti sono ben supportati dai restanti attori, tra cui spicca Giuseppe Nitti nel ruolo di Andrès.
La sapiente regia di Glauco Mauri riesce a tenere il pubblico in una tensione crescente per tutti i novanta minuti dello spettacolo, con dialoghi dai ritmi serrati ed una precisa calibrazione dei colpi di scena, complici anche l’ottimo disegno luci di Gianni Grasso e le efficaci musiche di Germano Mazzocchetti.
“Una pura formalità” sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 22 marzo 2015.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it