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Il Teatro Nuovo di Napoli presenta
La stagione teatrale 2012/2013
Stefano Accorsi, Silvio Orlando, Ottavia Piccolo, Carlo Cecchi, Enzo Moscato, fra i protagonisti della prossima stagione teatrale del “palcoscenico” partenopeo
Sarà affidata alla nuova creazione scenica del drammaturgo Enzo Moscato l’apertura della stagione teatrale 2012/2013 del Teatro Nuovo di Napoli, la prima interamente curata dal Teatro Pubblico Campano, diretto da Alfredo Balsamo, che, dopo aver affiancato Igina Di Napoli e Angelo Montella nella direzione della passata stagione, ne assume, quest’anno, la gestione e la direzione.
Il nuovo progetto teatrale, dal prossimo ottobre fino ad aprile 2013, muoverà nel rispetto dell’espressione artistica che ha sempre connotato la storica sala cittadina, garantendo qualità di programmazione, contemporaneità dei linguaggi, unitamente alla sempre forte relazione con il pubblico e il territorio.
La programmazione in abbonamento del Teatro Nuovo vedrà alternarsi, in scena artisti, già fortemente riconosciuti da pubblico e critica quali Enzo Moscato, Isa Danieli, Carlo Cecchi, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Marco Martinelli, Glauco Mauri e Roberto Sturno, Ottavia Piccolo, Alfonso Santagata, Roberto Herlitzka, Claudio Di Palma e, fuori abbonamento, un progetto del regista Antonio Latella.
Questa la proposta che, già dagli interpreti, traccia i contorni della prossima stagione teatrale della sala di via Montecalvario, le cui scelte sono orientate sulla varietà di linguaggi e contenuti, articolate in maniera omogenea all’intero programma artistico, di cui la stagione diverrà espressione.
A inaugurare la stagione teatrale, martedì 23 ottobre, sarà lo spettacolo Ta – Kai – Ta (Eduardo Per Eduardo) con Isa Danieli e Enzo Moscato, che ne firma anche il testo e la regia. La ragione principale della scrittura di questo testo è che, in questo momento e in tutta Europa, se non in tutto il mondo, è l’unico lavoro su Eduardo De Filippo scritto non da Eduardo De Filippo. Un omaggio originale, creativo, non conformista che il drammaturgo partenopeo dedica alla figura di Luisa (‘Luisella’) De Filippo, secondogenita di Eduardo, morta bambina nell’ultimo scorcio degli anni ’50. Quasi simbolo e metafora di quel breve vento di rinnovamento che carezzò Napoli dopo la seconda guerra mondiale.
Da martedì 6 novembre doppio appuntamento in scena per Carlo Cecchi, regista e interprete di Abbastanza sbronzo da dire ti amo? di Caryl Churchill, con Tommaso Ragno, e Prodotto di Mark Ravenhill, con Barbara Ronchi.
Abbastanza sbronzo da dire ti amo? di Caryl Churchill è una commedia sul rapporto fra “a country” e “a man”, secondo l’indicazione dell’autrice. “The country” è gli Stati Uniti, “the man” è un individuo europeo e fra i due nasce e si sviluppa un rapporto d’amore omosessuale. Lo schema della commedia erotico-sentimentale tratta in realtà del rapporto storico-politico fra gli Stati Uniti e i suoi alleati.
In Prodotto di Mark Ravenhill, un regista cinematografico racconta a una star il film che intende fare. Cerca di trasmettere tutto il suo entusiasmo, sperando di conquistarla al suo film: senza la star, s’intuisce, i produttori non cacceranno the money. La storia che il regista racconta è una di quelle ridicole fiction d’amore che l’industria hollywoodiana pretende di far passare come i nuovi miti moderni.
Silvio Orlando sarà regista e interprete, con Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini, de Il nipote di Rameau di Denis Diderot, nell’adattamento di Edoardo Erba e dello stesso Orlando, in scena da martedì 11 dicembre. Il nipote di Rameau di Denis Diderot, capolavoro satirico della seconda metà del settecento, è la parabola grottesca di un musico fallito, cortigiano convinto, amorale per vocazione avvolto in un lucido cupio dissolvi. Nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti, nella riduzione della vita a pura funzione fisiologica riesce in maniera paradossale a ribaltare la visione del bene e del male, del genio e della mediocrità, della natura umana e delle possibilità di redimerla.
Martedì 18 dicembre il Teatro Nuovo di Napoli ospiterà Stefano Accorsi in Furioso Orlando ‘ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante’, con Nina Savary, nell’adattamento teatrale e la regia di Marco Baliani. Dal rocambolesco proliferare di avventure e personaggi che anima la gran giostra dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, Baliani ha scelto di seguire una sola traccia, quella che permette all’intero poema, fin dall’inizio appunto, di dispiegarsi e vivere, le orme che Angelica lascia sul terreno, quella è la traccia da seguire.
La programmazione proseguirà con Marco Martinelli che, da martedì 22 gennaio, porterà in scena Pantani, di cui è autore, regista e interprete, unitamente a Ermanna Montanari, Luigi Dadina, Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Michela Marangoni, Alessandro Renda, Luca Fagioli, e altri attori in via di definizione. Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini. Aveva appena compiuto 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna di Campiglio, rivelatesi poi infondate, l’hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata.
Glauco Mauri e Roberto Sturno saranno in scena, da mercoledì 30 gennaio, con Da Krapp a Senza parole di Samuel Beckett (Respiro, Improvviso dell’Ohio, Atto senza parole, L’ultimo nastro di Krapp), traduzioni teatrali di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, regia di Glauco Mauri. Beckett, premio Nobel per la letteratura, è certamente un innovatore nella storia del Teatro. Con le sue opere ci ha mostrato un nuovo modo di interpretare il rapporto tra la vita e l’uomo: una visione grottesca che spesso sfocia in una disperata comicità. Vari momenti poetici ma lo stesso tema: l’uomo e la sua fatica del vivere.
Dopo i successi di Processo a Dio e La Commedia di Candido, saranno ancora insieme in scena, diretti da Sergio Fantoni, Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, con una nuova sfida, L’arte del dubbio dal libro di Gianrico Carofiglio, nella versione teatrale di Stefano Massini, da martedì 12 febbraio. Un “cabaret del dubbio” dove niente è dato per scontato, una moderna commedia dell’arte articolata in quadri, in cui i giochi di parole, lo strumento dell’interrogatorio e la forma del processo fanno sì che Ottavia e Vittorio si divertano a indossare i panni dei tipi più disparati.
Ancora un gradito ritorno sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, da martedì 5 marzo, per il regista Alfonso Santagata in Requie a l’anema soja, due atti unici di Eduardo De Filippo (Il Cilindro e I Morti non fanno paura) con Antonio Alveario, M.Chiara Di Stefano, Rossana Gay, Jonny Lodi, Massimiliano Poli, Alfonso Santagata. Per paradosso, sotterfugi ed espedienti la morte in farsa costituisce uno dei filoni principali attorno al quale vediamo dipanarsi le vicende delle brevi ed esilaranti Cantate eduardiane.
Requie è il nuovo incontro di Santagata col teatro di Eduardo De Filippo, dopo la realizzazione, felice per gli esiti, di Quali fantasmi (tre atti unici) e Le voci di dentro.
Sempre a marzo, da martedì 12, Claudio Di Palma ed Elena Cepollaro saranno gli interpreti de La finestra sul cortile, liberamente ispirato all’omonimo racconto di Cornell Woolrich, nell’adattamento e la regia di Claudio Di Palma. La finestra sul cortile, rielaborando radicalmente situazioni e ambientazioni dell’omonimo racconto, affida al rapporto tra il corpo menomato del protagonista e le virtualità proiettive del suo Personal Computer la dinamica evolutiva del giallo originario. Sguardi rubati, occhi nascosti, inattese focalizzazioni scandiscono i tempi drammaturgici ed esaltano il carattere reclusorio della vita del protagonista che, sospesa tra l’immaginazione e l’ossessione, cerca una pacificazione, una soluzione, una prova documentale.
A chiudere la stagione in abbonamento, martedì 16 aprile, sarà il debutto de Il soccombente di Thomas Bernhard, riduzione dell’omonimo romanzo a cura di Ruggero Cappuccio, con Roberto Herlitzka e Marina Sorrenti, per la regia di Nadia Baldi. Una delle opere più note di Bernhard, Il soccombente tratta del fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio, al Mozarteum di Salisburgo negli anni cinquanta. Sotto la guida di Vladimir Horowitz il trio studia musica e, contemporaneamente, sviluppa un rapporto di amicizia che si rivelerà drammatico per tutti e fatale per uno dei tre, il soccombente appunto.
Fuori abbonamento, la stagione teatrale del Teatro Nuovo di Napoli ospiterà, dal 20 al 24 marzo, Francamente me ne infischio, cinque movimenti liberamente ispirati a Via col vento di Margaret Mitchell, con Caterina Carpio, Candida Nieri, Valentina Vacca, per la regia di Antonio Latella. Liberamente ispirato al romanzo Via col vento di Margaret Mitchell, reso noto al grande pubblico grazie alla versione cinematografica di Victor Fleming (1939) con protagonista Vivien Leigh, Francamente me ne infischio è un universo che oscilla vertiginosamente tra il grottesco e il pop, tra la riflessione testuale e la contemporaneità.
Rossella O’Hara sarà il capriccio e la terra, l’egocentrismo e la piantagione di cotone, la tenacia e la schiavitù, sarà Ashley Wilkes e i gemelli Tarleton, sarà Mami e Rhett Butler. Perché Rossella è l’incarnazione del sogno americano, il sogno di ieri e l’America di oggi. La drammaturgia è a cura di Linda Dalisi, Federico Bellini, Antonio Latella.
La proposta artistica del Teatro Nuovo di Napoli rafforza e consolida il suo essere luogo di ospitalità, di idee e di confronto costante, estendendo lo sguardo alla danza, con la rassegna curata dal CDTM diretto da Mario Crasto De Stefano, ad un ulteriore sezione teatrale in definizione e “offrendo” i suoi spazi ad alcune fra le più interessanti espressioni artistiche del territorio.
E’ aperta la campagna abbonamenti
Info e prenotazioni al numero del botteghino 0814976267
internet www.teatropubblicocampano.com email botteghino@teatronuovonapoli.it
Teatro Nuovo – Via Montecalvario, 16 Napoli
La Cavalleria Rusticana di Mascagni, in scena al San Carlo, per la regia Pippo Delbono dal 13 luglio 2012
Recensione del libro “Una lama di luce” di Andrea Camilleri (Sellerio)