Di: Alessandra Staiano

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Ottima prova del suo poliedrico talento per Filippo Timi nella sua “Favola- C’era una volta una bambina, e dico c’era perché ora non c’è più” in scena al Teatro Bellini di Napoli fino a domenica 22 gennaio 2012. Semplicemente straordinario Timi, che ormai non è più una promessa ma sicuramente uno dei migliori attori italiani in circolazione: in splendidi abiti anni ’50 e soprattutto su scarpe con tacco rigorosamente 12 è un’impeccabile Mrs Fairtayle, casalinga dall’animo inquieto che non si arrende all’evidenza che la sua vita coniugale, stretta in quattro mura domestiche, non è certo la favola che lei si era immaginata sin da bambina. E allora la fantasia continua a usarla e a viverne in quell’appartamento perfettamente reso nella scena realizzata presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti di Milano. In quell’appartamento sfilano gli altri personaggi del testo: la sua fidatissima amica Mrs Emerald, interpretata dalla brava Lucia Mascino, così come i tre gemelli Tim, Ted e Glen Stewart affidati alla versatilità di Luca Pignagnoli. Con loro Mrs Fairtayle sfoggia le doti della perfetta casalinga anni ’50 ammiccando, chiaccherando e civettando in un tourbillon di “passettini” e faccette che divertono in continuazione il pubblico.

Timi è bravissimo nell’utilizzare tutti i possibili luoghi comuni che ti aspetteresti da una donna come il suo personaggio, ad esempio la frase “Cielo, mio marito”, per costruirci continui “divertissement” che- si comprende bene- cambieranno di serata in serata, perché lui ammicca e dialoga con il pubblico. La bocca, gli occhi, le gambe (bellissime), la voce: Timi recita davvero con tutto il corpo e lo fa costruendo un personaggio comicamente tragico, assai difficile da dimenticare. Sullo sfondo (solo evocati e mai in scena) ci sono i mariti delle due amiche e segreti inconfessabili, soprattutto negli anni ’50. Assai indovinata la scelta delle inserzioni pubblicitarie dell’epoca, con le ‘reclames’ dei prodotti di bellezza proiettate sul sipario che cala tra una sequenza teatrale e l’altra. Chiusa in quell’interno domestico la Mrs Fairtayle di Timi ricorda le donne (o travestiti poco importa) di Annibale Ruccello, quelle figure ‘deportate’ dalla campagna alla città negli anni ’80 e che mai si adegueranno a quei ritmi e vivranno (e moriranno) di incubi. Ma, sicuramente, fa ridere molto di più.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it