Di: Maresa Galli

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Quando un personaggio diviene universale? Di certo quando si trasforma in mito, diventando eterno. È il caso di Don Giovanni, personaggio archetipico e moderno, che immaginato da Tirso de Molina ne “Il beffatore di Siviglia e il convitato di pietra”, nel 1620, e da Moliére nel “Don Giovanni o il convitato di pietra”, nel 1665, diventa “Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni”, dramma giocoso in due atti di Mozart/Da Ponte, nel 1787. Spettacolo inaugurale della Stagione 2024/2025 del Teatro Nazionale di Napoli, il “Don Giovanni da Molière, Da Ponte, Mozart” si avvale di adattamento e regia di Arturo Cirillo, che da quest’anno è anche direttore del triennio 2024/2026 della Scuola per attori e registi. Il talentuoso attore e regista ritaglia per sé anche il ruolo di Don Giovanni. Il 15 ottobre, alle ore 21,al Teatro Mercadante, la prima nazionale dello spettacolo. Aiuto regia Roberto Capasso. Con Cirillo, in scena, Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini. Dario Gessati firma le scene dello spettacolo, Gianluca Falaschi i costumi,Paolo Manti le luci,Mario Autore le musiche. In via di pubblicazione una partitura Mozart/Autore. Una produzione Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro / ERT Teatro Nazionale.

Nella conferenza stampa di presentazione, al teatro Mercadante di Napoli, il direttore Roberto Andò sottolinea l’importanza che il teatro si confronti ancora con uno dei grandi miti occidentali, che la grande tradizione conviva con la ricerca. Don Giovanni è un compagno di strada che ci ha seguito nei secoli, fondamentale per la formazione e la crescita dell’attore. Cirillo racconta il suo Don Giovanni, il suo rapporto con l’attualità che non comprende o che, se comprende, gli fa orrore… Don Giovanni è un individuo che non crede più in nulla, non è felice del suo essere nichilista. È un personaggio molto attuale. “faccio un teatro metateatrale – rivela Cirillo – per riflettere sul perché ci si ostina a farlo”. La figura di Don Giovanni è legata alla giovinezza. Per dirla con Umberto Saba, per l’artista è importante avere un rapporto col bambino che siamo stati. E il bambino Arturo (Cirillo) è cresciuto in una famiglia di intellettuali, e nel suo prezioso teatro c’è sempre qualche elemento autobiografico. Don Giovanni ha un grosso problema col padre e nelle due opere (Moliére e Mozart) si nota l’assenza della figura materna. Le fonti che hanno ispirato Cirillo sono state in primis Moliére, “per me un appuntamento fatale!”, rivela il regista, al quale ha dedicato quattro spettacoli teatrali (“Il Don Giovanni è un capolavoro di Moliére”), Mozart perché, il mito nasce con l’opera lirica, ma anche dal film capolavoro “Don Giovanni” diretto da Joseph Losey nel ’79, che compie, con la sua sceneggiatura pinteriana, un grande scavo psicologico. “I tre libretti di Da Ponte per le opere di Mozart – afferma Cirillo – sono capolavori della lingua italiana”. La musica è stata il nostro grande laboratorio, rivela il regista che continuerà ad interrogare il personaggio. Nello spettacolo si recita e si canta anche a cappella. E intanto prosegue il suo impegno con la Scuola per attori e registi del Mercadante, “un’esperienza esaltante che mi stancherà molto”, rivela Cirillo che propone ai suoi allievi molta drammaturgia napoletana. Gli allievi provengono da tutta Italia e devono confrontarsi tutti con la drammaturgia napoletana fondamentale per la formazione, una ricchezza nazionale. Metteranno in scena per l’esame “Il sindaco del Rione Sanità” e “Le voci di dentro” di Eduardo.