Di: Maresa Galli

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Un TIN gremito, il 5 ottobre, per il penultimo appuntamento della rassegna “In-StabilEstate”.

In scena “Sottosopra”, di e con Gea Martire, liberamente tratto da “Dicerie sui santi e altri malumori” di Davide Morganti.

Firma la regia Stefano Amatucci, una produzione LAB48 di Tiziana Beato. Le musiche sono composte ed eseguite in scena da Valerio Virzo.

Siamo a marzo 2020, agli inizi del drammatico periodo covid e Antonietta Formisano, una comune cittadina napoletana, attraverso le pagine del suo diario, partecipa il pubblico della storia surreale che sta vivendo.

La donna affida i propri pensieri e racconti a diari sin da quando aveva undici anni, dando ad essi anche un nome in base allo stato d’animo prevalente: Stanlio e Ollio, John Travolta, Luigi Tenco e così via.

D’altronde quante autrici sono diventate famose grazie ai propri diari!

Quest’ultima fatica “letteraria” si intitola “Naitmer”, un incubo, dedicato all’annus horribilis 2020.

Improvvisamente in tutte le case di Napoli entrano i santi, più umani degli umani.

Un terribile ribaltamento del rapporto umano/divino: il mondo si è capovolto e si stanno globalizzando il cielo e la terra.

A casa di Antonietta, che si consulta freneticamente al telefono con le amiche, giunge proprio Maria, con un improbabile accento slavo poiché afferma di essere la Madonna di Međugorje.

La Madonna “ospite” non corrisponde alla classica immagine mariana ma è una “chiattona”, che mangia a quattro palmenti!

E cosa dire di tutti gli altri santi, famosi o meno, da San Gennaro che non vuole essere chiamato “protettore” a Santa Pulcheria, da San Sebastiano con le sue frecce a San Giuseppe, da Santa Patrizia a Santa Caterina da Siena, tutti lontanissimi dalla loro consueta immagine.

Quella dei santi è una ribellione e d’ora in avanti ci sarà anche un prezzario per i miracoli, un lusso per pochi.

Purtroppo, specularmente agli umani, ben presto assumono i difetti della gente comune – in realtà siamo tutti poveri diavoli…

Un gran finale con un corteo al Rettifilo dove sfilano, come per un gay pride, tutti i santi in gioiosa processione.

Come nel celeberrimo film di De Sica, il miracolo avviene con il volo di tutti i santi in cielo, tra colori e canti, con l’invito rivolto a tutti di raggiungere “la santità attraverso la propria umanità”.

Un lavoro cucito dall’attrice a misura della sua straordinaria personalità, che ne mette in luce tutto il talento.

Con grazia, ironia, con una gestualità perfetta, con una lingua multisonora arricchita dal dialetto napoletano, conquista il pubblico che le tributa meritati applausi.