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Dal 15 al 27 novembre

Teatro Bellini

Qualcuno volò sul nido del cuculo
uno spettacolo di Alessandro Gassmann

di Dale Wasserman
dall’omonimo romanzo di Ken Kesey

traduzione Giovanni Lombardo Radice
adattamento Maurizio de Giovanni

con Daniele Russo
Alfredo Angelici, Emanuele Maria Basso, Gaia Benassi, Renato Bisogni, Antimo Casertano, Sergio Del Prete, Franklyn Gliozzi, Viviana Lombardo, Daniele Marino, Mauro Marino, Giacomo Rosselli

scene Gianluca Amodio
costumi Chiara Aversano
disegno luci Marco Palmieri

musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografie Marco Schiavoni

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo

Orari spettacoli: feriali ore 20:45, mercoledì 16 novembre h. 17:30, sabato 19 novembre h. 19:00, domenica h. 18:00,
Qualcuno volò sul nido del cuculo è il romanzo che Ken Kesey pubblicò nel 1962 dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico californiano. Narra, attraverso gli occhi di Randle McMurphy, uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera, la vita dei pazienti di un manicomio statunitense e il trattamento coercitivo che viene loro riservato. Nel 1971 Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, che costituì la base della sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson e entrato di diritto nella storia del cinema. Oggi, la drammaturgia di Wasserman torna in scena, rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni, che, senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l’avvicina a noi, cronologicamente e geograficamente. Randle McMurphy diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferiscono nel 1982, nell’Ospedale psichiatrico di Aversa. Alessandro Gassmann, dirigendo un cast eccezionale, dà vita ad un allestimento personalissimo, elegante, contemporaneo, il cui risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile, per la sua estetica dirompente e per la sua forte carica emotiva e sociale.

Un testo che è una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell’uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere”.
Alessandro Gassmann