Di: Sergio Palumbo
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Era il 1995 quando una giovanissima cantante catanese, poco più che ventenne, saliva sul palco di Sanremo Giovani presentando il brano Quello che sento. Fu chiaro a molti che quella ragazza avrebbe fatto tanta, tanta strada. Ed eccola, quindici anni dopo, sul palco del Teatro Augusteo di Napoli, a cantare quella stessa canzone, prima tra i bis, che ripercorrono i suoi esordi sanremesi (oltre a Quello che sento, Amore di plastica, Confusa e felice), con al fianco, ancora oggi, gli amici di sempre Massimo Roccaforte e Santi Pulvirenti alle chitarre. E, un’altra chitarra, la suona con grande talento proprio lei, la cantantessa, la cumannera, come scherzosamente la chiamano i componenti della band durante i simpatici e gustosi siparietti durante i quali la band fa scherzetti alla Consoli, che subito li rimette in riga: “Chi porta i pantaloni su questo palco sono solo io”.
Il concerto viene aperto da Fabio Abate, giovane talento prodotto proprio dalla Consoli, che esegue cinque brani tratti dall’album Itinerario precario, in uscita a fine aprile per l’etichetta Narciso Records, fondata dalla cantantessa. Lo stesso Abate raggiunge, nel corso del concerto, la Consoli per duettare insieme in La notte, cover del celebre brano di Adamo.
Carmen Consoli apre il concerto con tre brani tratti dall’ultimo album, Elettra: Perturbazione atlantica, Non molto lontano da qui e Lo zio. A far da contraltare all’ultimo brano, particolarmente aspro, che tocca un tema scottante come l’incesto, c’è la dolcezza dell’Ultimo bacio.
Il concerto continua alternando brani dell’ultimo album con quelli degli anni passati tratti dal vasto repertorio della grintosa cantantessa (tra le altre, Geisha, Parole di burro, Contessa Miseria, Fiori d’arancio, L’eccezione, Maria Catena, Il pendio dell’abbandono, In bianco e nero).
Oltre al duetto con Abate, la Consoli si esibisce in due duetti “virtuali”: sullo sfondo vengono proiettate le immagini di Franco Battiato, la cui voce registrata duetta con la Consoli in Maria ti amiamo e, poi, di Angélique Kidjo per Madre Terra.
Prima dell’esecuzione di Mandaci una cartolina, la cantantessa introduce il brano dedicato a suo padre, ricordando come egli amasse Napoli ed il babà, condividendone la passione: “Quei babà erano buonissimi, matri, ci mancava la parola”.
L’ultimo bis, dopo un omaggio a Rosa Balistreri (che definisce “la voce del sud del mondo”), è ‘A finestra, che chiude tra gli applausi del pubblico napoletano un concerto che ha regalato emozioni, poesia e tanta buona musica.
Link: il sito ufficiale di Carmen Consoli – www.carmenconsoli.it
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