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Al Teatro Mercadante da mercoledi 5

con repliche fino a domenica 16 febbraio

l’acclamato spettacolo firmato dal regista Andrea De Rosa

EDIPO RE di Sofocle

nella traduzione di Fabrizio Sinisi

interpretato da (in o.a.)

Francesca Cutolo, Francesca Della Monica, Marco Foschi Roberto Latini, Frédérique Loliée, Fabio Pasquini

«Un acuto allestimento della tragedia di Sofocle

che la regia di Andrea De Rosa traduce in un’indagine

sulla “cecità” di noi spettatori». (*)

Accolto con successo di critica e pubblico fin dal debutto al Teatro Astra di Torino a marzo del 2024, replicato alle successive rappresentazioni al Teatro Grande del sito di Pompei nell’ambito della rassegna Pompeii Theatrum Mundi a luglio, giunge al Teatro Mercadante, da mercoledì 5 febbraio fino a domenica 16, l’Edipo re di Sofocle su adattamento e regia di Andrea De Rosa nella traduzione di Fabrizio Sinisi.

Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, Edipo re di Sofocle rappresenta il simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Arrivato al potere grazie alla sua capacità di “far luce attraverso le parole”, abilità che gli aveva permesso di sconfiggere la Sfinge che tormentava la città di Tebe, Edipo è costretto, attraverso una convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, fino a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del Coro: “Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo ultimo giorno”.

La nuova regia di Andrea De Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con Fabrizio Sinisi dopo la fortunata collaborazione sul testo di Processo Galileo, parte dalla storia di Edipo re che ruota attorno alla verità, proclamata, cercata e misconosciuta: “Il sapere è terribile, se non giova a chi sa.”

Sul palco uno straordinario cast di interpreti che vede Marco Foschi nel ruolo di Edipo, Roberto Latini in quello di Tiresia, Frédérique Loliée di Giocasta, Fabio Pasquini di Creonte, Francesca Cutolo e Francesca Della Monica per il coro.

L’allestimento si avvale delle scene di Daniele Spanò; delle luci di Pasquale Mari; dei costumi di Graziella Pepe; dei suoni di G.U.P. Alcaro.

Lo spettacolo

In una città che non vediamo mai, un lamento arriva da lontano. È Tebe martoriata dalla peste. Un gruppo di persone non dorme da giorni. Come salvarsi? A chi rivolgersi per guarire la città che muore? Al centro della scena, al centro della città, al centro del teatro c’è lui, Edipo. Lui, che ha saputo illuminare l’enigma della Sfinge con la luce delle sue parole, si trova ora di fronte alla più difficile delle domande: chi ha ucciso Laio, il vecchio re di Tebe? La risposta che Edipo sta cercando è chiara fin dall’inizio, e tuona in due sole parole: “sei tu”. Ma Edipo non può ricevere una verità così grande, non la può vedere. Preferisce guardare da un’altra parte. Sarà la voce di Apollo, il dio nascosto, il dio obliquo, a guidarlo attraverso un’inchiesta in cui l’inquirente si rivelerà essere il colpevole. Presto si capirà che il medico che avrebbe dovuto guarire la città è la malattia. Perché è lui, Edipo, l’assassino e quindi la causa del contagio. La luce della verità è il dono del dio. Ma anche la sua maledizione.

«La novità più importante di questo adattamento del testo di Sofocle – sottolinea nelle note il regista Andrea De Rosa – consiste nell’aver affidato allo stesso attore i ruoli di Tiresia e di tutti i messaggeri. Non si tratta solo di uno stratagemma registico, ma di mettere in scena un personaggio che, di volta in volta, rappresenti una manifestazione del dio Apollo, della sua voce oscura, dei suoi oracoli».

«Questo spettacolo – continua il regista – è per me un proseguimento del lavoro iniziato con Le Baccanti. Se in quello tutto ruotava intorno alla figura e alla voce di Dioniso, in questo il protagonista nascosto sarà Apollo. A queste divinità non dobbiamo smettere di prestare ascolto se è vero, come dice Platone, che “i più grandi doni vengono dati agli uomini dagli dèi attraverso la follia”. A quella follia è sicuramente legata la nascita, forse anche il destino, del teatro occidentale».

«Questa traduzione di Edipo re – annota Fabrizio Sinisi – la considero, in un certo senso, un saggio su Apollo. Non solo perché Andrea De Rosa mi ha domandato di comporre appositamente un inserto originale che funzionasse come una sorta di preghiera, capace di evocare alcune fra le caratteristiche meno conosciute di questo dio spesso considerato solare e aggraziato – Apollo come essere capriccioso, vendicativo, infantile, ambiguo, competitivo, sanguinario. “Il dio con il coltello in mano”, come scrive Marcel Detienne. Ma soprattutto perché l’oscura e indefinibile specificità di Apollo è sicuramente legata al rapporto col linguaggio. Profezie, nascondimenti, mediazioni, enigmi – insomma “le parole del dio”, un’espressione che ricorre spesso in questo spettacolo – fanno di Edipo re una vera e propria “tragedia del linguaggio”. È nel linguaggio che la verità, qualunque essa sia, “va in scena”, non tanto come lo sviluppo di un racconto quanto come lo svolgimento di un rito, di un mistero».

Edipo re di Sofocle

traduzione Fabrizio Sinisi

adattamento e regia Andrea De Rosa

con (in o.a.) Francesca Cutolo, Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée, Fabio Pasquini

scene Daniele Spanò|luci Pasquale Mari|suono G.U.P. Alcaro|costumi Graziella Pepe

costumi realizzati al Laboratorio di Sartoria del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

produzione TPE Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT -Teatro Nazionale.

La durata dello spettacolo è di 1 ora e 15 minuti.

Info: teatrodinapoli.it Biglietteria tel. 081.5513396 | e.mail: biglietteria@ teatrodinapoli.it