Di: Sergio Palumbo
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“Gennareniello” di Eduardo De Filippo torna in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli in una nuova produzione del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, per la regia di Lino Musella. Lo spettacolo, che ha debuttato in prima nazionale il 20 dicembre 2024, sarà in cartellone fino al 5 gennaio 2025, rappresentando uno dei momenti più significativi della stagione teatrale. La scelta di riportare in vita questo atto unico, spesso considerato un testo minore nella vasta produzione eduardiana, si rivela tuttavia un omaggio autentico e profondo al Maestro, a quarant’anni dalla sua scomparsa.
Scritto nel 1932, appena un anno dopo Natale in casa Cupiello, Gennareniello conserva molti degli elementi che hanno reso celebre la drammaturgia di Eduardo: l’analisi dei rapporti familiari, il contrasto tra illusione e realtà, le piccole incrinature coniugali, la malinconia velata di ironia che permea ogni gesto dei personaggi. Se il presepe di Lucariello rappresentava il fulcro simbolico della commedia natalizia più famosa, qui troviamo le “invenzioni” di Gennaro, protagoniste di una vicenda quotidiana che si consuma interamente su una terrazza napoletana.
Lino Musella, nella sua rilettura, sposta l’ambientazione dal 1932 al 1984, un anno simbolico per Napoli, segnato dalla morte di Eduardo, dall’arrivo di Maradona e da un’Italia che guardava con speranza e incertezza al futuro. È una scelta che aggiunge nuovi strati di significato alla storia, portando in scena non solo il testo eduardiano ma anche un pezzo di memoria collettiva della città. La regia di Musella si distingue per un rispetto filologico del testo, accompagnato però da una capacità di rinnovarlo attraverso un linguaggio teatrale contemporaneo. Il prologo, con l’omaggio all’ultima lezione di Eduardo nel 1983, diventa quasi una dichiarazione d’intenti: il passaggio di testimone dai maestri ai nuovi interpreti, dalla tradizione alla necessità di mantenerla viva, non imbalsamata. Il ritmo dello spettacolo è costruito con cura, alternando momenti di silenzio sospeso a esplosioni di comicità amara, in una costante oscillazione tra realtà e poesia.
In questo equilibrio, fondamentale è il lavoro degli attori, che restituiscono una coralità tipica del teatro eduardiano. Tonino Taiuti è un Gennareniello di straordinaria delicatezza, un uomo piccolo e sognatore che si affaccia sulla vita con ingenuità e malinconia. Taiuti si muove sulla scena con una naturalezza quasi disarmante, incarnando perfettamente il candore del personaggio. Gea Martire, nel ruolo di Concetta, è altrettanto efficace: la sua è una figura forte e vulnerabile insieme, una donna che affronta il disincanto della vita con dignità e un’ironia tagliente.
Lino Musella, che oltre alla regia interpreta anche Tommasino, si dimostra ancora una volta un attore di straordinaria versatilità. Con parrucca bionda alla Nino D’Angelo e occhialoni anni Ottanta, il suo Tommasino è buffo, irritante, a tratti tenero, incarnando perfettamente il figlio problematico, mai realmente cresciuto. Attorno a loro, il cast composto da Roberto De Francesco, Dalal Suleiman, Ivana Maione, Alessandro Balletta e Daniele Vicorito offre una performance corale impeccabile, dove ogni personaggio ha un’identità definita e contribuisce in modo essenziale all’economia narrativa dello spettacolo.
Le scene di Paola Castrignanò sono uno degli elementi più affascinanti di questo allestimento. La terrazza napoletana diventa un microcosmo sospeso tra realismo e simbolismo, un presepe scomposto dove i personaggi si muovono su più livelli, ognuno con il proprio spazio vitale. I tubi innocenti che attraversano la scena non sono solo un riferimento architettonico al terremoto del 1980, ma diventano metafora di un mondo in bilico, fragile, che cerca di ricostruirsi pezzo dopo pezzo.
Anche i costumi di Ortensia De Francesco raccontano molto della scelta temporale fatta da Musella: i colori chiari, le stoffe semplici, gli accessori che richiamano un’epoca di passaggio tra tradizione e modernità rendono i personaggi immediatamente riconoscibili e incredibilmente autentici. La musica, curata da Guido Marziale, aggiunge ulteriore profondità emotiva allo spettacolo. Le note struggenti di “Lazzari felici” di Pino Daniele si intrecciano con i classici della tradizione partenopea, accompagnando i momenti chiave della rappresentazione con delicatezza e precisione. Il disegno luci di Pietro Sperduti completa il quadro, giocando con i contrasti tra luce naturale e ombre profonde, in perfetta sintonia con le atmosfere dello spettacolo.
“Gennareniello”, di Eduardo De Filippo, diretto da Lino Musella, sarà in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli fino al 5 gennaio 2025.
Link: il sito del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale – www.teatrodinapoli.it
“Mamma. Piccole tragedie minimali”, di Annibale Ruccello, dal 26 al 29 dicembre 2024 e dal 4 al 5 gennaio 2025 al Piccolo Bellini di Napoli