Di: Sergio Palumbo
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Il Teatro Bellini di Napoli accoglie uno degli spettacoli più attesi della stagione: La coscienza di Zeno, con Alessandro Haber nel ruolo del celebre protagonista creato da Italo Svevo. Diretto da Paolo Valerio, lo spettacolo offre una lettura teatrale innovativa del capolavoro letterario che ha segnato il Novecento italiano, esplorando con ironia e profondità la complessità della psiche umana.
La coscienza di Zeno, pubblicato nel 1923, rappresenta uno dei momenti più alti della narrativa italiana. Attraverso il flusso di ricordi del protagonista, Italo Svevo traccia il ritratto di un uomo inetto, tormentato dal conflitto tra desideri e doveri, tra autoassoluzione e senso di colpa. Zeno Cosini è un personaggio moderno, che vive la vita come una serie di tentativi falliti e autoinganni, mai pienamente in sintonia con sé stesso e con il mondo che lo circonda. La narrazione si snoda attraverso un diario psicanalitico, redatto su consiglio del misterioso dottor S., il cui ruolo, ironicamente, si riduce a quello di spettatore di un’anima in perpetuo conflitto. Questa dinamica, già affascinante sulla pagina, trova nella messa in scena di Paolo Valerio una dimensione nuova, che esalta l’introspezione del testo sveviano, arricchendola di sfumature visive e sonore che catturano lo spettatore. L’adattamento di Paolo Valerio e Monica Codena si distingue per l’equilibrio tra fedeltà al testo di Svevo e innovazione teatrale, trasformando il romanzo in una narrazione scenica fluida e coinvolgente, capace di amplificare l’ironia, la complessità psicologica e le tensioni emotive della storia.
La regia di Paolo Valerio è un esempio di grande eleganza e sensibilità artistica. Il fulcro della sua visione è lo sdoppiamento del personaggio di Zeno, che appare sia nella sua versione anziana, interpretata da Alessandro Haber, sia in quella giovane, affidata a Francesco Godina. Questa scelta non solo rende tangibile il dialogo interiore del protagonista, ma consente anche di esplorare il tema della memoria e del rimpianto in modo innovativo e coinvolgente. Haber, nel ruolo di Zeno maturo, guida il pubblico attraverso i meandri del passato, commentando e rielaborando gli eventi con ironia e disincanto. A volte, interrompe persino il suo alter ego più giovane per correggerlo, come farebbe il regista di uno spettacolo, che in questo caso è la sua vita. La regia sfrutta appieno questa dinamica, trasformando il palco in uno spazio mentale, dove passato e presente si intrecciano continuamente.
Le interpretazioni degli attori in scena sono il cuore pulsante dello spettacolo. Alessandro Haber offre una prova magistrale, donando al suo Zeno una complessità emotiva che spazia dall’autoironia alla malinconia. La sua presenza scenica è magnetica, capace di trascinare il pubblico in un viaggio tanto personale quanto universale. Francesco Godina, nei panni di Zeno giovane, fornisce un contrappunto energico e fresco, dando corpo e voce ai ricordi del protagonista. Meredith Airò Farulla e Chiara Pellegrin, rispettivamente nei ruoli di Augusta e Ada, rappresentano i due poli dell’universo affettivo di Zeno: la prima è il simbolo della sicurezza e dell’amore stabile, mentre la seconda incarna il fascino dell’ideale inarrivabile. Emanuele Fortunati offre un’interpretazione intensa e raffinata di Guido Speier, restituendo con precisione il fascino ambivalente del personaggio, tra la sua superficialità brillante e l’ambizione che ne segna il destino. Gli altri interpreti, Alberto Fasoli, Ester Galazzi, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Caterina Benevoli e Giovanni Schiavo, completano il cast con interpretazioni di grande intensità e precisione, creando un coro di voci che arricchisce la narrazione.
La scenografia, curata da Marta Crisolini Malatesta, è essenziale ma evocativa: un grande cerchio domina la scena, fungendo da simbolo dell’eterno ritorno dei ricordi. Le proiezioni video di Alessandro Papa accompagnano la narrazione con immagini oniriche che suggeriscono il flusso di coscienza del protagonista. Le luci, firmate da Gigi Saccomandi, giocano un ruolo cruciale nel creare un’atmosfera intima e a tratti surreale, mentre le musiche di Oragravity aggiungono profondità emotiva, amplificando le sfumature psicologiche della storia.
La coscienza di Zeno, con Alessandro Haber, per la regia di Paolo Valerio, sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 1° dicembre 2024.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
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