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Fra illusione e realtà
Quando qualcosa c’è, si sente, si vede, sempre presente e rassicurante, paradossalmente si corre il rischio di darla per scontata, di non notarne più i particolari, la straordinarietà, le trasformazioni.
- come quando percorrendo sempre la stessa strada non ci accorgiamo di un certo palazzo, di un balconcino addobbato a festa, di una madonnina nascosta in un vicolo, di uno squarcio di panorama.
Tutto ciò che c’è, rischia di non creare più stupore e meraviglia o anche riconoscenza. Vale anche nella vita, nei rapporti: li diamo per scontati e ne comprendiamo l’importanza solo quando, per un motivo o per un altro, li perdiamo.
Può accadere anche con il teatro o, più in generale, con le cose belle e importanti che ci circondano.
Ho avuto questa sensazione dopo aver rivisto video e foto di tutto quanto
- successo nella Stagione che è appena terminata, sinceramente un’esplosione di vitalità difficile da incontrare altrove in questi tempi così ambigui, incerti e scivolosi e poi, dopo aver dato un’occhiata alla Stagione 2024/2025 che già da un po’ di tempo abbiamo costruito per voi, per noi, per la città.
Nel rileggerla con occhi più distaccati, ho ritrovato quello stupore che avevo quando si andava formando all’inizio. Ho reagito da spettatore e ho pensato: “Incredibile! Che Stagione! Si fa a Napoli? Quanti spettacoli sono!”
La proposta è di una straordinarietà e spessore tali da poter appartenere a tre o quattro Stagioni diverse e molti degli spettacoli e artisti che arriveranno, per mille ragioni, è molto difficile portarli da queste parti. È una Stagione impossibile per qualità e quantità.
Poi sono tornato in me e mi sono chiesto: come faremo a comunicarla e a restituire pienamente ciò che c’è e ciò che è?
Come faremo a montare, smontare e rimontare così tanti spettacoli ospitati? Come faremo e realizzare così tante produzioni?
E infine, che abbiamo combinato! Perché? Non ce ne potevamo stare più comodi e tranquilli? Essere pienamente rassicuranti? Cosa ci spinge a pensarla e muoverci così?
La risposta non l’ho trovata ma prendo atto che così è e non può essere diversamente. So però che per riuscirci nel tempo si è creato un metodo e un modello che risponde ad un solo comandamento, farcela a tutti i costi, trovare soluzioni, senso, motivazioni e idee, sempre. Trasformare le criticità in occasioni per cambiare, sperimentarsi e possibilmente migliorarsi.
Il Teatro Bellini è un’illusione.
È anche la nostra illusione di poter incidere con gli strumenti che abbiamo sulle sorti del pubblico e della città.
Il Teatro Bellini è una magia: c’è, ma non è scontato che sia così. Per certi versi solidissimo e potente, per altri fragile, come lo sono il teatro, l’arte e la cultura. La sensazione è quella di camminare sempre su un filo, con il vuoto sotto di noi. Scelte politiche scellerate, orientamenti di gusto, umori del pubblico, incidenza di altri media, tutto sembra poter mettere sempre in discussione il valore dei luoghi della cultura e dell’incontro, del pensiero e dell’arte, dei luoghi che creano comunità. Luoghi in cui accadono, tutto sommato, cose belle o necessarie, come si ama dire nel nostro ambiente.
Noi risponderemo come abbiamo fatto fino ad oggi, alzando ancora una volta l’asticella, creando incontri, comunità, bellezza, appartenenza e libertà d’espressione e facendo di tutto perché tutto accada, perché tutto sia e ci sia, perché non può non esserci.
Rileggo la Stagione che abbiamo presentato già a metà aprile ai nostri abbonati cercando di non dare nulla per scontato, riscoprendo dentro di
me lo stupore di essere riusciti a realizzare alcune cose incredibilmente complesse per un teatro che, sebbene sostenuto da Ministero e Regione in quanto Teatro di Rilevante Interesse Culturale, non è un teatro pubblico.
Rileggo la Stagione Internazionale che abbiamo costruito e divento spettatore avido, poiché non vedo l’ora di vedere qui a Napoli e nel nostro teatro alcuni degli artisti più significativi della scena mondiale che siamo riusciti ad intercettare, coinvolgere e appassionare, artisti che da noi stanno gradualmente diventando di casa, mettendoci al passo con i più prestigiosi teatri europei. Hamlet di Thomas Ostermeier, S 62° 58′, O 60° 39′ dei Peeping Tom, Baùbo di Jeanne Candel, Wim Vandekeybu,Riva&Repele e, non ultimo, il ritorno di Slava’s Snow Show sono gli artisti che con i loro spettacoli andranno a costituire la nostra sezione internazionale. Una Stagione dentro la Stagione che abbiamo chiamato “Citizen of the World”, un progetto che vi chiediamo apertamente di sostenere e al quale vi suggeriamo di non mancare, sono spettacoli unici e bellissimi.
Artisti che si aggiungeranno ai Mundruczó, Kuro Tanino, Familie Flöz, la Veronal, Romeo Castellucci, Miet Warloop e altri con cui in questi anni abbiamo cominciato ad aprire gradualmente la strada dell’internazionalizzazione del nostro teatro e della nostra città.
Allo stesso tempo riteniamo che questo lavoro dia maggiore spessore e forza al lavoro che dedichiamo alla cultura napoletana e al nostro repertorio, alla nostra lingua e alla nostra tradizione, ai nostri testi e ai nostri autori.
L’apertura di Stagione potrebbe chiamarsi “Il mondo dentro Napoli”, poiché affidata a tre grandi drammaturghi napoletani che andranno in scena uno dopo l’altro, creando un percorso che ci porterà dal presente, con Mimmo Borrelli e Roberto Saviano e il loro Sanghenapule , al passato con Annibale Ruccello e il suo Le cinque rose di Jennifer, fino a Eduardo De Filippo attraverso la cui opera La grande magia apriremo ufficialmente la nuova Stagione. Tre spettacoli che andranno in scena uno dietro l’altro, costituendo nel loro insieme un viaggio e un’analisi delle nostre radici teatrali (e non solo) del nostro presente e del nostro recente passato.
Ma è altrettanto stupefacente il resto della proposta che c’è e che senza di voi non potrebbe esserci.
Nelle tre serate che abbiamo organizzato con i nostri abbonati per presentare in anteprima e segretamente la Stagione, abbiamo sentito forte l’invito a continuare ad osare e rischiare, e lo abbiamo fatto anche stavolta. Il resto della proposta risponde come sempre agli stili e alle poetiche più diversi: dal teatro d’autore ai grandi testi classici, dalla nuova drammaturgia contemporanea alla danza e alla performance, dal teatro di parola a quello di regia fino a quello musicale. Fra Sala Grande e Piccolo Bellini la sfilza di nomi, oltre a quelli già citati, è lunghissima: Emma
Dante, Valerio Binasco, Alessandro Serra, Fabiana Iacozzilli, Filippo Dini, Annalisa D’Amato, Stefano Massini, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Giuliana De Sio, Antonio Rezza, Monica Demuru, Lino Guanciale, Claudio Longhi, Daniele Russo, Antonio Latella, Ester Tatangelo, Liv Ferracchiati, Fabiana Iacozzilli, Natalino Balasso, Michele Di Mauro, Ivonne Capece, Fabio Pisano, Emanuele Aldrovandi e altri ancora andranno a costituire una Stagione che fra riprese e spettacoli fuori abbonamento è costituita da 23 spettacoli in Sala Grande e 26 al Piccolo Bellini (compresi quelli della sezione dance & performance), per un totale di 50 spettacoli e circa 400 alzate di sipario. Ecco come la poesia si trasforma in numeri.
Infine, a settembre vi presenteremo i 12 appuntamenti della sezione Kids, che tanti di voi seguono con sempre maggiore partecipazione. E poi, come sempre, concerti, incontri, corsi di teatro, serate e molti altri fuori programma.
Grazie dell’attenzione e buon Bellini a tutti noi, poiché We are Belliners.
Gabriele Russo
Direttore Artistico del Teatro Bellini
Tra stili, linguaggi e culture diverse
Stagione Dance&Performance
Lavorare alla programmazione della Danza è ogni anno più eccitante e, oggi che siamo alla nostra ottava Stagione sentiamo che la passione con cui scegliamo gli artisti è la medesima del primo giorno. Sempre più felici di ospitare le più grandi realtà nazionali e internazionali della Danza possiamo senza dubbio dire che con la Stagione 24/25 speriamo di rendere felice e orgoglioso il nostro pubblico fedele, curioso e sempre più numeroso! Una vera e propria carrellata di stili, linguaggi, culture diverse: 4 coreografe e 5 coreografi provenienti da diversi continenti e con una carriera ricca di premi e riconoscimenti. Torna il regista e coreografo fiammingo Wim Vandekeybus con il nuovo capolavoro Infamous Offspring in cui la compagnia Ultima Vez è arricchita da performer di enorme spessore e le cui musiche, i testi e la potente danza dall’impronta inconfondibile siamo sicure cattureranno ancora una volta il pubblico del Teatro Bellini sempre estasiato e attento di fronte a tali innovazioni artistiche. Tornano anche Riva&Repele che due anni fa hanno incantato con il poetico Lily Elbe Show e che questa volta portano in scena Dear Son, toccante storia che racconta l’amore e il dolore tra padre e figlio neglianni della seconda guerra mondiale. Dal contemporaneo al neoclassico fino all’hip hop di Fritz Zamy e il collettivo Training Experience che torna a grande richiesta con lo spettacolo l’Ego: l’energia pura del breaking e dell’house nella suggestiva cornice del Piccolo sono un impagabile ossimoro! Dotto il lavoro della coreografa Elisa Barucchieri Non tutti sanno che… tra curiosità, aneddoti e leggende legate al processo creativodei più grandi coreografi della danza contemporanea del ‘900. E poi ancora il pluripremiato Cometa di Roser Lopez Espinosa adatto soprattutto
ai bambini e alle famiglie per partire alla scoperta dello Spazio. Un posto speciale nella Stagione Danza è per Gabriella Stazio e la sua compagnia Movimento Danza tra le più longeve realtà del territorio con lo spettacolo Il Canto delle Mani, liberamente ispirato a La Gatta Cenerentola e sumusiche della tradizione campana. Fiori all’occhiello e assolute novità per il Piccolo Bellini We are nomads di Fernando Anuang’a danzatore kenyota che porta in scena le danze masai in chiave contemporanea e Amae di e con Eliana Stragapede – della compagnia Peeping Tom – e Borna Babic – della compagnia Ultima Vez – già solo questo la dice lunga sulla forza e l’impatto visivo della creazione di physical theatre.
Vi aspettiamo in Teatro curiose, come sempre, di conoscere la vostra opinione, di ascoltare i vostri consigli e di applaudire insieme ogni chiusura di sipario come se fosse l’ultima. Che la sete di Danza e di Arte non si plachino mai! Buona Stagione a tutti…
Manuela Barbato, Emma Cianci Curatrici della Stagione Dance&Performance del Teatro Bellini
Spettacolini, sottaceti e ammollo di bambini
La Stagione Bellini Kids a cura de Il Teatro nel Baule
Il Teatro Bellini Kids non è solo una Stagione di teatro per bambini. Non è spettacolini, non è un proscenio, né un ammollo di bambini, non è un vabbè né un così e così, né di sicuro una scheda punti del Decò (ma perché no?!).
Non è un gonfiabile, né un sottaceto. Forse è un sottotetto, un mezzanino, un guscio di noce, un lancio di sasso, un lascio di sasso, una giravolta di parole, un girarrosto di desideri, per nulla comune, ma di certo condiviso. È buono sì, bello croccante dirai tu, ma sa anche saltar dalle padelle per arrivare sulle stelle, o infilarsi nei posti più segreti che conosci. Quelli di dentro e quelli di fuori.
Ti ho confuso?
Allora vieni e capisci. Che bisogna restare, mano nella mano a guardare. In un incastro di geometrie, le tue e le mie. Io piccolo tu grande. Nel nostro spazio di relazione, nelle nostre sedie rosse dall’emozione, tra tanti abitanti del buio mentre davanti c’è una cosa piccola che per me è gigante.
Un seme di paura, uno scoppio di risata, la sorpresa inaspettata e quell’emozione ancora non definita, che è in mezzo ai mondi del bianco e del nero e ancora non so dire.
La Stagione Bellini Kids 2024\2025 è una Stagione in continuità con tutti progetti messi in campo gli anni passati, mantiene la sua presenza tutti weekend al Bellini con appuntamenti per tutte le fasce di età, dalla prima infanzia fino agli adolescenti. Ci saranno spettacoli, laboratori ed esperienze per tutta la famiglia. Proseguiranno il loro viaggio i meravigliosi progetti trasversali della Stagione che ci stanno cambiando, poco alla volta. Progetti nati come in sogno e che, grazie alla partecipazione di molti, diventano realtà come l’Osservatorio fantastico (il nostro gruppo di piccoli critici che lavora alle recensioni e tiene traccia degli spettacoli), i Taddy talks (i ted per famiglie), le box stories, i progetti di arte partecipata… E tutte le novità che vi sveleremo a settembre.
La Stagione Kids è un’esperienza da vivere insieme, grandi e piccoli, perché le emozioni non hanno età e la meraviglia è un tesoro da condividere. Quindi, lasciatevi prendere per mano dai vostri piccoli e lasciatevi trasportare in questo mondo incantato. Scoprirete che, alla fine, il teatro non è solo uno spettacolo, ma un viaggio che rimane nel cuore, un legame che si crea e una memoria che si costruisce, un po’ alla volta, spettacolo dopo spettacolo, laboratorio dopo laboratorio.
Venite e capite. Che bisogna restare, mano nella mano, a guardare. Perché il Teatro Bellini Kids è questo: un’esperienza condivisa che ci rende tutti, grandi e piccoli, un po’ più vicini e un po’ più sognatori.
Simona Di Maio
Co-direttrice artistica della Stagione Bellini Kids e de Il Teatro nel Baule
Citizen of the World
La Stagione Internazionale 24/25
Nel settecento, esisteva il Grand Tour. Si viaggiava per formare le proprie conoscenze, avendo come tappa imprescindibile l’Italia e chiaramente Napoli, dopo Firenze, Roma e Venezia. Oggi quell’idea, trasformata radicalmente nella società contemporanea, resta alla base di una visione, non elitaria, del tempo presente: non c’è crescita, né individuale, né collettiva, senza confronto tra culture, senza aperture tra identità, senza pensare oltre i confini nazionali.
Per questo, il Teatro Bellini persegue un disegno culturale internazionale, in linea con le linee programmatiche per Napoli metropoli dell’Europa Mediterranea: una progettualità articolata di spettacoli, incontri, servizi, agevolazioni, a partire dalla presenza in stagione di 6 compagnie di fama mondiale, portatori di linguaggi diversificati, dalla prosa alla danza, per pubblico adulto e per famiglie.
CITIZEN OF THE WORLD vuol dire: Thomas Ostermeier, Jean Candel, Slava, I Peeping Tom, Wim Vandekeybus, Riva&Repele, con nuovissime creazioni e classici assoluti.
Sei occasioni per vivere Napoli come una grande capitale europea, in cui vedere spettacoli in lingua originale sovratitolati, in inglese e in italiano, quindi per stranieri, inclusivi per disabili sensoriali, aperti a tutti con incontri e approfondimenti che vedranno coinvolte università e istituti di cultura, materia ideale per percorsi formativi innovativi per le scuole, per campagne promozionali estese a soggetti operanti nel mondo del turismo, dell’intrattenimento, del sociale.
Un’esperienza di eccellenza e innovazione che risponde alla volontà di una comunità intera di diventare cosmopolita, attrattiva, di creare cultura ed economia, di ricoprire un ruolo forte e ben visibile nei settori chiave dello sviluppo culturale e turistico internazionale.
Attraverso il teatro, Napoli spalanca le frontiere; il Teatro Bellini diventa attrattore turistico/culturale, valorizzando un turismo da capitale europea.
Senza la festa l’andatura umana sembra una marcia
Concept Stagione 2024/2025
Cosa ti viene in mente se pensi a una Festa? Sei più per feste alla Fahrenheit 451, quindi celebrazioni segrete come atti di resistenza, osei più per la magia e la trasgressione stile festa del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare?
La tua festa è più un eccesso modello Satyricon, per sovvertire le norme sociali, o un’euforia superficiale e piena di solitudine e disillusione che solo il Grande Gatsby può capire?
Ti senti più come Emma Bovary che rompe la monotonia quotidiana festeggiando le sue frustrazioni e le aspirazioni, o Julie che festeggia la tragedia?
Siamo arrivati alla nona edizione di questa Festa di presentazione della Stagione. Qualche anno fa ci siamo detti che la presentazione di una Stagione teatrale deve essere un’occasione per fare festa, quasi un rito di rinnovamento. Decidemmo di presentare ogni Stagione che sta per aprirsi tagliando i ponti coi cerimoniali da conferenza o i dibattiti tra intellettuali.
Oggi facciamo festa, perché assistere a uno spettacolo è diventato un lusso fuoritema in una organizzazione sociale orientata al lavoro, alla produzione e agli obiettivi da raggiungere. Abbiamo la presunzione di voler diventare l’antidoto a questa monotonia di marcia. Oggi la partecipazione e la comunità prendono il sopravvento e diventano gesti di aggregazione sociale, come le feste del villaggio di Macondo in cui ci si incontra per celebrare l’identità collettiva. Senza la festa l’andatura umana sembra una marcia e la vita torna ad essere un susseguirsi di compiti.
I’M A BELLINER
“I’m a Belliner” è un grido identitario e ironico, giocoso e universale. “I’m a Belliner” è il fioretto di chi si ripete – prima danza poi pensa. “I’m a Belliner” è la maschera di chi fa la capriola sul letto senza i vestiti, è la contraddizione di chi è a dieta e mette il dito nella Nutella, è la paura di chi si sveglia di notte e strizza gli occhi per non mollare il sogno, è la coerenza di chi ascolta trap mentre legge Kant, è la trasgressione di chi ride forte in pubblico, è la provocazione di chi “oggi non si va a scuola, si va al mare”.
È una supereroe qualunque che combatte il crimine, che ha scoperto dei superpoteri ma non sa come si usano, procede per tentativi, a volte goffo, a volte imbranato ma procede, e anche i malviventi festeggiano… stasera qui da noi.
Alfredo Angelici
Direttore creativo del Teatro Bellini
Presentata la Stagione Teatrale 2024/2025 del Teatro Diana di Napoli
Operai all’Opera: la Turandot vista da dietro le quinte, il 9 giugno 2024 a Parco Veratti Roma