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Venerdì 15 marzo al Ridotto del Mercadante

in prima nazionale il debutto di

PROMETHEUS PROJECT
SECOND MOVEMENT:
Ώ

seconda parte della tragedia Prometeo incatenato di Eschilo

su ideazione, spazio scenico e regia di Raffaele Di Florio

musiche originali e disegno del suono di Salvio Vassallo
video di Alessandro Papa, canto e performing art di Valentina Gaudini

Una performance teatrale multimediale

con protagonista la coreografa e danzatrice Luna Cenere

che nuda in scena interpreta Ώ, la sacerdotessa amata da Zeus

trasformata in vacca da Era per vendetta e poi abbandonata

al proprio destino costretta a vagare per il mondo

Prosegue il progetto teatrale “multimediale” del regista Raffaele Di Florio sul Prometeo incatenato di Eschilo varato nel 2015 nell’ambito del Napoli Teatro Festival con la messa in scena della terza parte della tragediaeschilea,ovvero l’incontro tra il Dio incatenato ed Ermes.

Venerdì 15 marzo al Ridotto del Mercadante – dove replicherà fino a domenica 24 – debutta in prima nazionale Prometheus Project, second movement: Ώ, del quale Raffaele Di Florio firmaideazione, spazio scenico e regia, dedicato all’incontro tra Prometeo e la creatura mitologica Ώ, con musiche originali e disegno del suono di Salvio Vassallo, video di Alessandro Papa, interpretato dalla danzatrice Luna Cenere in nudo integrale, su canto e performing art di Valentina Gaudini,voce registrata di Cristiana Dell’Anna e i costumi di Lucia Imperato. La produzione è del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.

Sullo spettacolo, Raffaele Di Florio annota: «
Prometheus Project, second movement: ἸΏ, è un progetto multidimediale che si focalizza su ἸΏ, personaggio mitologico presente nella tragedia di Eschilo Prometeo incatenato, ma le cui radici risalgono alla mitologia egizia ed oltre. Sacerdotessa amata da Zeus, trasformata in vacca da Era per vendetta e, in seguito, abbandonata al proprio destino e costretta a vagare per il mondo, ἸΏ, secondo alcune interpretazioni etimologiche, è la fondatrice della civiltà ionica, che da lei avrebbe preso il nome. A metà tra sensitività animale e consapevolezza umana, ἸΏ appare come una figura emblematica della condizione dell’uomo. Su questa considerazione si è incentrata la mia ricerca che è partita dalla versione eschilea e da una traduzione di Robert Lowell ed è approdata all’elaborazione di un testo, in lingua inglese, al servizio della musica e del linguaggio del corpo».

«Il testo – prosegue Di Florio – è diventato il “pretesto” di una drammaturgia più complessa: suono, visual graphic, movimento, luce; i diversi linguaggi agiscono tra loro in un equilibrio continuo. Il progetto, nella mia idea, si pone come seconda parte della tragedia di Eschilo, la cui terza parte, incentrata sull’incontro di Prometeo ed Ermes, ho già messo in scena nel 2015».

«In questo secondo movimento – spiega il regista – al cospetto del dio incatenato, ἸΏ si racconta, ma, non potendo esprimersi con la voce, poiché nella sua metamorfosi ha perso l’uso della parola, ho ritenuto potesse farlo attraverso il movimento, la danza, accompagnata da un tappeto musicale costruito come un unico flusso di coscienza. Il progetto non poteva svilupparsi senza Salvio Vassallo, musicista e compositore con il quale abbiamo pensato e realizzato un’opera musicale, più che un testo teatrale musicato. Ma, soprattutto, il lavoro non avrebbe avuto seguito senza l’incontro con Luna Cenere, performer preziosa, la quale incarna perfettamente l’idea che ho del personaggio ἸΏ. Luna Cenere è un’artista il cui linguaggio del corpo ha una qualità rara: l’essenzialità, la capacità di mettere a nudo, simbolicamente e per davvero, la realtà che ci circonda. La voce di ἸΏ risuona grazie a Cristiana Dell’Anna che dà vita al flusso di coscienza che fa da leitmotiv all’intera composizione. La drammaturgia del corpo e quella della musica, presenti nel progetto, vengono arricchite dalla drammaturgia visiva grazie al contributo di Alessandro Papa, visual designer di grande sapienza e sensibilità. Non ultima, Valentina Gaudini, che è la voce cantata e che, grazie ad un escamotage, riesce ad interpretare sia l’anima maschile che quella femminile. Grazie a questi preziosi compagni di lavoro, la vicenda di ἸΏ si è declinata in una performance teatrale in cui danza, musica, canto e immagini convergono a restituire la dicotomia tra disperazione e vitalità, che è poi l’equilibrio sottile su cui si regge ogni creazione artistica e, quindi, il teatro».

«Nella pratica teatrale che frequento – sottolinea il regista – ogni lavoro ha un “suo metodo” dettato ovviamente dalla tematica, ma soprattutto dalla collaborazione degli “attori” coinvolti nel progetto. Un comune denominatore che denota la mia estetica è il valore che si attribuisce in egual misura a testo, suono, corpo e spazio scenico. Da Eschilo a Heiner Muller, da Gabriel Fauré a Luigi Nono, da Arnold Bocklin a Giorgio De Chirico, la letteratura, la musica e le arti figurative hanno esaltato e consacrato il mito di Promethéus. Attingendo alla versione eschilea e al “Prometheus Bound” di Robert Lowell, ho immaginato un lavoro teatrale incentrato sul confronto-scontro tra Prometeo ed ἸΏ.

Se Prometeo è eletto come metafora del pensiero (Promethéus, colui che comprende in anticipo, che prevede), archetipo di un sapere sciolto dai vincoli del mito, della falsificazione, dell’ideologia, che ha rappresentano nella storia della cultura occidentale il simbolo di ribellione e di sfida alle autorità e alle imposizioni, ἸΏ è vittima di una società patriarcale autoritaria e violenta, ἸΏ è colei che può solo fuggire dalla realtà dura della vita. ἸΏ è l’archetipo dell’umanità che non trova pace. ἸΏ siamo Noi».

SINOSSI

PROLOGO – Will this my death? ἸΏ, emblema dell’umanità, è costretta a vivere su questo granello di polvere dell’Universo. Tra confessione e seduta psicanalitica si pone degli interrogativi: Noi chi siamo? Perché siamo qui? Domande che si perdono nella notte dei tempi. Le risposte, enigmatiche, sono date da Prometheus, una presenza con voce maschile/femminile.

PRIMO MOVIMENTOThe house of my father… ἸΏ non può far altro che partire dal principio: raccontare la sua infanzia, la casa del padre.

SECONDO MOVIMENTO – He can fall in love… ἸΏ ha la leggerezza e lo stupore di un’adolescente.

TERZO MOVIMENTO – That night, I Saw Zeus … Il desidero del Dio si trasforma in un atto sessuale che prende la deriva del possesso e non dell’incontro.

QUARTO MOVIMENTO – Why do we suffer? La delusione di un atto d’amore trasformato in stupro, per ἸΏ è la perdita dell’innocenza.

QUINTO MOVIMENTO – Then the crash of thunder… ἸΏ cerca di trasformare il trauma in una notte d’amore, di dolcezza…

SESTO MOVIMENTO – No rest, no sleep… Il sogno si trasforma in incubo, l’amore in rabbia, lo sbalordimento in follia.

SETTIMO MOVIMENTO – I must leave this place… la reclusione da inizio alla trasfigurazione.

OTTAVO MOVIMENTO – The wife of Zeus… ἸΏ racconta di aver ricevuto la visita di Era, la moglie di Zeus, ed inizia ad avvertire una trasformazione del corpo: il ventre si gonfia e la pelle s’ispessisce.

NONO MOVIMENTO – Remember you were loved and abused by God... ἸΏ si confronta con il bene ed il male: amore o abuso?

DECIMO MOVIMENTO – Will I bear him a son? … ἸΏ, nel baratro della sua esistenza, vede una luce di speranza: la maternità, la nuova vita, poter sognare di nuovo…

EPILOGO

ἸΏ non può fuggire al suo destino, ma non rinuncia alla sua disperata vitalità.

Ridotto del Mercadante 15 > 24 marzo 2024

PROMETHEUS PROJECT, SECOND MOVEMENT: Ώ
ideazione, spazio scenico e regia Raffaele Di Florio
musiche originali e disegno del suono Salvio Vassallo
video Alessandro Papa
coreografia e danza Luna Cenere (nel ruolo diΏ)

canto e performing art Valentina Gaudini
voce registrata Cristiana Dell’Anna
costumi Lucia Imperato

foto di scena Ivan Nocera

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Durata spettacolo 50 minuti

info: www. teatrodinapoli.it

Biglietteria: tel. 081.5513396 | e.mail: biglietteria@ teatrodinapoli.it