Di: Sergio Palumbo
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La pandemia ha segnato profondamente la vita di Cosimo Cannavacciuolo, rimasto solo dopo la morte della moglie a causa del Covid-19 e ad un passo dal baratro finanziario, dopo che il suo negozio di antiquariato è fallito per il lockdown. La sua casa, riempita di merce invenduta, è sull’orlo dell’esproprio da parte della banca. La soluzione ai suoi problemi potrebbe venire dal signor Tomacelli, vicino di casa, che nasconde un drammatico segreto.
Nella commedia “Il vedovo allegro” Carlo Buccirosso dimostra, ancora una volta, un talento poliedrico che non si limita alla performance attoriale e alla regia, ma che dimostra una maestria nell’arte di creare storie che oltre ad intrattenere il pubblico sono in grado di colpire nel profondo. Uno degli elementi distintivi della scrittura teatrale di Buccirosso è la sua abilità nel dosare la comicità con intelligenza. Le sue opere sono intrise di umorismo che va oltre la semplice risata superficiale.
Buccirosso sa come catturare il pubblico con battute scintillanti e situazioni comiche, ma sempre con un sottofondo di saggezza e introspezione e con l’audacia nell’affrontare temi sensibili. In “Il Vedovo Allegro” la trama si avventura coraggiosamente nella fecondazione eterologa, un argomento complesso e attuale. La capacità di Buccirosso di integrare tali tematiche nella narrazione testimonia la sua sensibilità artistica e la volontà di esplorare territori meno battuti nel contesto teatrale.
Questa cifra stilistica si riscontra anche sul fronte della regia, dove dimostra grande abilità nel bilanciare momenti di comicità esplosiva con quelli di tensione drammatica. La delicatezza con cui affronta il tema della fecondazione eterologa è evidente, creando una narrazione che fa riflettere senza mai perdere il tocco comico che caratterizza l’opera.
L’interpretazione di Buccirosso nel ruolo di Cosimo Cannavacciuolo si distingue per la sua comicità sagace e intelligente. Nei momenti più leggeri della commedia, il suo timing impeccabile e la sua capacità di consegnare battute con precisione chirurgica creano risate sincere nel pubblico. Nelle situazioni più cupe e toccanti, il suo sguardo riflette il peso delle sfide che il protagonista affronta, trasmettendo al pubblico una connessione autentica con il personaggio. La pandemia e le sue conseguenze sono trattate con una sensibilità unica da parte di Buccirosso. La sua interpretazione del personaggio di Cosimo riesce a far emergere le sfumature della vita post-pandemica, creando un’esperienza teatrale che riflette la realtà contemporanea.
Buccirosso dirige un cast ben affiatato e di ottimo livello. Massimo Andrei porta sul palco il bizzarro custode Salvatore, aggiungendo un tocco di eccentricità e allegria. La sua interpretazione vibrante e carismatica contribuisce a creare un personaggio che si distingue per la sua presenza vivace. Irresistibile Davide Marotta, che dà vita a Ninuccio, il figlio di Salvatore, con una performance che cattura la vivacità e la spensieratezza del personaggio. La sua energia dinamica contribuisce a rendere ogni momento in scena coinvolgente. Gino Monteleone e Donatella de Felice interpretano i coniugi Tomacelli aggiungendo la giusta dose di mistero ai loro personaggi. Elvira Zingone interpreta il personaggio dolce e romantico di Angelina con un tocco di innocenza e determinazione alla storia, completando il quadro emotivo. Stefania De Francesco interpreta Virginia, l’inquilina di Cosimo, offrendo una dinamica fresca e leggera. La sua interazione con Cosimo aggiunge una ventata di spensieratezza nella vita del protagonista. Molto bene anche Matteo Tugnoli nel ruolo del dottor De Angelis.
Le scene di Gilda Cerullo e Renato Lori colpiscono per la grandissima attenzione a tutti i dettagli e trasportano il pubblico nell’appartamento in cui vive Cosimo Cannavacciuolo, pieno della merce invenduta del fallito negozio di antiquariato. L’ambientazione sembra riflettere il caos della vita di Cosimo, con mobili e oggetti invenduti che riempiono gli spazi. Questa scena diventa il palcoscenico delle sfide finanziarie del protagonista, creando un contrasto visivo tra la sua situazione attuale e la vita pre-pandemica. Curatissimi i costumi di Zaira de Vincentiis, che mettono ben in risalto le sfumature dei personaggi.
“Il vedovo allegro” sarà in scena al Teatro Sannazaro di Napoli fino al 26 novembre 2023.
Link: il sito del Teatro Sannazaro di Napoli – https://www.teatrosannazaro.it/
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