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TEATRO SANNAZARO

Apertura di stagione

Dal 15 ottobre 2022

Biagio Izzo

in

TARTASSATI DALLE TASSE

Scritto e diretto da

Eduardo Tartaglia

e con

Mario Porfito, Stefania de Francesco, Arduino Speranza, Roberto Giordano, Adele Vitale

Scene Luigi Ferrigno
Costumi Marianna CarboneMusiche Antonio CarusoDisegno luci Francesco Adinolfi

Produzione Tradizione e Turismo – Centro di produzione Teatrale A.G. Spettacoli

Biagio Izzo inaugura la stagione del teatro Sannazaro il 15 ottobre con “Tartassati dalle tasse” spettacolo scritto e diretto da Eduardo Tartaglia.

In scena anche Mario Porfito, Stefania de Francesco, Arduino Speranza, Roberto Giordano, Adele Vitale. La produzione è di Tradizione e Turismo – Centro di produzione Teatrale e A.G. Spettacoli

Note di regia di Eduardo Tartaglia: Giulio Andreotti soleva dire che l’Umiltà, che di per sé costituisce una grande virtù, si trasforma in una vera iattura quando gli Italiani la praticano in occasione della loro dichiarazione dei debiti. “Io le tasse le pagherei. Ed anche volentieri! Se solo però poi le cose funzionassero veramente!”. Quante volte abbiamo ascoltato simili confidenze? E quante volte anche la nostra coscienza di pur buoni ed onesti cittadini ha segretamente partorito concetti del genere?… Il problema, però, è che se poi davvero ragionassimo tutti quanti sempre così, come e perché mai le cose potrebbero veramente funzionare? Sarà costretto improvvisamente a domandarselo anche Innocenzo Tarallo, 54 anni ben portati, napoletano, imprenditore nel settore della ristorazione: il classico “self made man”, che da nipote e figlio di baccalaiuolo si ritrova ora proprietario orgoglioso di un ristorante internazionale di sushi all’ultima moda. E che dopo tanti sacrifici avrebbe voluto ora godersi anche un po’ la vita; magari anche grazie a qualche piccola “furbizia” di contribuente… E che si ritroverà invece in balia di mille peripezie e problemi. E soprattutto costretto a risolvere il quesito che angustia la stragrande maggioranza di noi: come è possibile che due parole che da sole evocano così tanta bellezza: “Equità” e “Italia”, quando si uniscono si contraggono dolorosamente come chi è in preda alla più dolorosa delle coliche addominali?