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La traviata di Giuseppe Verdi
con la regia di Ferzan Ozpetek
Sul podio Francesco Ivan Ciampa
da venerdì 22 a sabato 30 luglio
Ultimo appuntamento della Stagione estiva, fuori abbonamento, va in scena da venerdì 22 aprile per otto recite, La traviata di Giuseppe Verdi nella produzione firmata da Ferzan Ozpetek, di nuovo a Napoli per riallestire personalmente lo spettacolo sin dalla prime prove.
L’allestimento ha le scene del tre volte premio Oscar Dante Ferretti e i costumi di Alessandro Lai.
Sul podio, a dirigere Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, quest’ultimo preparato da José Luis Basso, sarà Francesco Ivan Ciampa.
Violetta Valery avrà il volto e la voce di Pretty Yende, soprano sudafricano tra i più richiesti della sua generazione. Si alternerà con la Yende nel ruolo della protagonista Claudia Pavone (nelle recite del 23, 26, 28 e 30 luglio). Daniela Mazzucato sarà Annina, Alfredo Germont sarà interpretato da Francesco Demuro (22, 24, 27 e 29 luglio) e Francesco Castoro (23, 26, 28 e 30 luglio) mentre nel ruolo di Giorgio Germont si alterneranno George Gagnidze (22 e 24 luglio), Gabriele Viviani (27 e 29 luglio) e Ernesto Petti (23, 26, 28 e 30 luglio).
Completano il cast Marco Miglietta (Gastone), Enrico Marabelli (Il barone Douphol), Pietro Di Bianco (Il marchese d’Obigny), Alessandro Spina (Il dottor Grenvil), Michele Maddaloni (Giuseppe), Giacomo Mercaldo (Domestico di Flora), Alessandro Lerro (Un commissionario).
Guida all’ascolto
di Fiorenza Sassanelli
Cantare il dolore e l’abbandono
La tensione quasi spettrale dei pochi violini che, in tonalità minore, aprono da soli il Preludio di quest’opera capolavoro, in pianissimissimo (Verdi segna ppp), sono il presagio del dramma dell’abbandono e della solitudine a cui è condannata la protagonista sin dal principio, “sola, abbandonata, in questo popoloso deserto che appellano Parigi”. Violetta Valéry è una cortigiana di lusso che l’amore vero sembra poter risollevare da una vita “traviata” a un’altra più onorevole e certo più salutare (la malattia di cui soffre non è compatibile con simili eccessi). All’inizio la donna oppone resistenza, – tanto vale “perire nei vortici”, dice a se stessa – per non cedere alle illusioni (“follie, delirio vano è questo”). Sennonché ella cede all’amore, vi si immerge e sembra a un certo punto toccare la salvezza, finché un giorno il padre del suo amato Alfredo, Giorgio Germont, approfittando dell’assenza del figlio, irrompe nella casa “similconiugale”: il passato della donna riaffiora di colpo, troppo stridente rispetto al mondo borghese di Germont. Questi – racconta – è padre anche di una “vergine” il cui fidanzato minaccia di “ricusare il vincolo”, mutando in “triboli le rose dell’amor”. Dunque s’impone che Violetta lasci Alfredo. Improvvisamente l’incantesimo si rompe, precipitando e degenerando nel drammatico finale che alcune regie ambientano persino nel magazzino di un hotel dismesso o in un loft senza arredi, leggendo tra le righe delle didascalie di Piave quello squallore che scolora il destino decaduto di tante esistenze un tempo dorate. La prima parte dell’opera (un atto e mezzo su tre) è il racconto di una grande illusione, dal magico incontro, durante una festa del mondano circuito parigino, a una nuova vita a due, nella dimensione bucolica di una casetta fuori città. Musicalmente, già dopo poche battute, la tensione dell’incipit del Preludio risolve infatti su due temi simbolo della protagonista: la passione sincera dell’“Amami Alfredo” e la frivolezza dietro la cui maschera Violetta trascorre la sua esistenza. Più che la tubercolosi, a uccidere la protagonista è l’impossibilità di ribaltare il suo destino, la consapevolezza che solitudine e abbandono sono la sua vera condanna. Nella lunga, sofferta e accorata seconda scena del secondo atto, costruita intorno al duetto tra Violetta e Giorgio Germont, le parole della capitolazione della donna sono di un’atroce quanto disarmante lucidità: “Se pur benefico le indulga Iddio, l’uomo implacabile per lei sarà”. La musica unisce potenza e fascino a tanta umana schiettezza, animando il duetto tra Violetta e Germont come una feroce lotta tra un carceriere e la sua vittima impotente. L’abbraccio tra i due è una convenzione ottocentesca: da quell’incontro Violetta esce annientata per sempre. Di qui in poi, La traviata è il racconto di un terribile equivoco: Alfredo, ferito nell’orgoglio, è certo del tradimento. Nonostante l’incontro col padre che lo abbraccia come fosse un figliol prodigo, non è sfiorato dal dubbio degli eventi e quando ritrova Violetta a Parigi infierisce su di lei (“questa donna pagata io l’ho”). La seconda parte del terzo atto è una mascherata, appesantita dall’intervento di “zingarelle e mattadori” che se ai tempi di Verdi servivano a inserire colorati numeri di danza nello spettacolo, ai nostri occhi appaiono campanelli d’allarme della malsanità di certi ambienti in cui lo sfavillio economico è direttamente proporzionale al degrado morale e culturale. Tra queste sabbie mobili annega Violetta. Quando per l’ultimo atto si riascoltano gli archi col loro corale spettrale è finalmente chiaro il significato da memento mori di quel tema, già ascoltato in apertura a mo’ di epigrafe. Purtroppo questa volta l’atmosfera livida non si stempera in passione o frivolezza, soffoca invece in singhiozzo e morte. Il numero conclusivo comincia su una frenetica scala cromatica discendente: Alfredo e Germont tentano una lotta contro il tempo. Ma ormai tutto è inutile.
La Traviata e gli eventi per i più giovani
Con la messa in scena de La traviata il Teatro di San Carlo mette in campo nuove azioni di avvicinamento dei più giovani all’opera con attività promozionali dedicate.
Fresco al San Carlo!
Una particolare iniziativa rivolta agli Under30: aperitivo a tema La traviata presso il Café del Teatro di San Carlo e visione dello spettacolo (nelle recite del 26, 27 e 29 luglio al costo di 25 euro)
Visite speciali
Visite guidate con aperitivo a tema La traviata (dal 22 al 30 luglio al costo di 15 euro)
Avvicinamento giovani all’Opera con Art Bonus
La Fondazione Teatro di San Carlo, grazie al Progetto Art Bonus, intervento di mecenatismo culturale per l’avvicinamento dei giovani all’Opera, sostenuto da un gruppo di imprenditori, darà l’opportunità agli allievi che hanno partecipato ai laboratori di Officine San Carlo di assistere allo spettacolo del 26 luglio alle ore 20.
Il San Carlo su TikTok
Il San Carlo approda sul social TikTok con nuovi contenuti sullo spettacolo La traviata e sulla programmazione 2022-23.
IL PROGRAMMA
Dal 22 al 30 Luglio 2022
Giuseppe Verdi
LA TRAVIATA
Opera in tre atti
libretto di Francesco Maria Piave dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas
Direttore | Francesco Ivan Ciampa
Regia | Ferzan Özpetek
Scene | Dante Ferretti
Costumi | Alessandro Lai
Luci | Giuseppe Di Iorio
Interpreti
Violetta Valery | Pretty Yende (22, 24, 27, 29) / Claudia Pavone (23, 26, 28, 30)
Flora Bervoix | Valeria Girardello♭
Annina | Daniela Mazzuccato
Alfredo Germont | Francesco Demuro (22, 24, 27, 29) / Francesco Castoro (23, 26, 28, 30)
Gastone | Marco Miglietta
Il barone Douphol | Enrico Marabelli
Il marchese d’Obigny | Pietro Di Bianco
Il dottor Grenvil | Alessandro Spina
Giuseppe | Michele Maddaloni♮
Domestico di Flora | Giacomo Mercaldo♮
Un commissionario | Alessandro Lerro♮
♭debutto al Teatro di San Carlo
♮ Artista del Coro
Orchestra, Coro e Balletto del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro | José Luis Basso
Direttore del Balletto | Clotilde Vayer
Produzione del Teatro di San Carlo
Teatro di San Carlo
venerdì 22
luglio 2022, ore 20:00
sabato 23 luglio 2022, ore 19:00
domenica 24 luglio 2022, ore 17:00
martedì 26 luglio 2022, ore 20:00
mercoledì 27 luglio 2022, ore 18:00
giovedì 28 luglio 2022, ore 18:00
venerdì 29 luglio 2022, ore 20:00
sabato 30 luglio 2022, ore 19:00
Ravello Festival: sul Belvedere di Villa Rufolo i ritorni di Myung-Whun Chung e Wynton Marsalis, il 23 luglio 2022
Il “Don Giovanni” di Molière, regia di Mario Autore, per Teatro alla Deriva, il 17 luglio 2022 alle Terme Stufe di Nerone