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dal 18 al 20 marzo

TEATRO SANNAZARO

The Night Writer.

Giornale notturno

con

LINO MUSELLA

testo, scene e regia

Jan Fabre

musica
Stef Kamil Carlens

drammaturgia
Miet Martens, Sigrid Bousset

traduzione
Franco Paris

disegno luci
Jan Fabre

direzione tecnica
Marciano Rizzo

fonica
Marcello Abucci

direzione di produzione
Gaia Silvestrini

produzione
Troubleyn/Jan Fabre, Aldo Grompone, FOG Triennale Milano Performing Arts, LuganoInscena, Teatro
Metastasio, TPE – Teatro Piemonte Europa, MARCHE TEATRO, Teatro Stabile del Veneto
Produzione esecutiva Carnezzeria srls


Da venerdì 18 a domenica 20 marzo Lino Musella è il protagonista di The Night Writer. Giornale notturno è un autoritratto. Il testo, le scene e la regia sono firmata da Jan Fabre. Le musiche sono di Stef Kamil Carlens. La drammaturgia è di Miet Martens, Sigrid Bousset. La traduzione a cura di traduzione Franco Paris.

Una produzione Troubleyn/Jan Fabre, Aldo Grompone, FOG Triennale Milano Performing Arts, LuganoInscena, Teatro
Metastasio, TPE – Teatro Piemonte Europa, MARCHE TEATRO, Teatro Stabile del Veneto, Produzione esecutiva Carnezzeria srls.

Jan Fabre di notte scrive e disegna. The Night Writer raccoglie, come in un flusso, i suoi pensieri sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sul sesso, sull’amore: dai vent’anni di un giovane di provincia, sino alla maturità dell’artista celebrato in tutto il mondo.
Come in una confessione, un mettersi a nudo con spregiudicatezza, con ironia e crudeltà, il copione raccoglie diverse pagine dei diari personali dell’autore, oltre a brani tratti dai suoi scritti per il teatro: ‘La reincarnazione di Dio’ (1976),‘L’Angelo della Morte’ (1996), ‘Io sono un errore’ (1988), ‘L’imperatore della perdita’ (1994), ‘Il Re del plagio’ (1998), ‘Corpo, servo delle mie brame, dimmi…’ (1996), ‘Io sono sangue’ (2001), ‘La storia delle lacrime’ (2005), ‘Drugs kept me alive’ (2012).

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Teatro Sannazaro uniti nel nome di Jan Fabre

Dal 18 al 20 marzo 2022 lo spettacolo “The night writer. Giornale notturno” di Jan Fabre con Lino Musella al Teatro Sannazaro, sconti all’ingresso per chi presenta al botteghino il biglietto del Museo.

Dal palco alle sale del museo. Nella sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte ci sono tre opere dell’artista fiammingo (Scarabeo stercorario sacro con ramo di alloro, 2016; Scarabeo stercorario sacro, 2016; Scarabeo stercorario sacro con riccio di pastorale, 2016) da lui donate nel 2020, successivamente alla mostra “Jan Fabre. Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue” (30 marzo-15 settembre 2019). Per Fabre un ritorno nella Reggia-museo, dopo la mostra “Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia” (1 luglio 2017- 7 gennaio 2018) nell’ambito del ciclo di esposizioni “Incontri sensibili”, realizzata in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus, un format con cui gli artisti contemporanei si confrontano con le collezioni storiche del Museo.



Lino Musella dà corpo a questo “diario umano” e restituisce l’irrestituibile: da grande attore incarna con verità, con poesia, con commozione, con ironia e con intelligenza questo carico di vita e di pensieri, con la stessa potenza, vitalità e bellezza, con cui l’autore li ha trasferiti su carta.

Rodolfo di Giammarco

La lettura del diario ci introduce alle molteplici, contraddittore e intriganti sfaccettature di Jan Fabre, che si rivela di volta in volta visionario, disarmante e scaltro, pungente e commovente, provocatorio ed esitante, sovversivo e orgoglioso della propria tradizione figurativa fiamminga. (…) Emerge poi un’evidente e significativa discrepanza tra la vita del giorno, ricca comunque di impressioni, sensazioni, lavoro, performance, mostre, progetti e quella – se possibile ancora più intensa – della notte, intima, lacerante, sconvolgente, colma di furia creativa, ora meditativa, ora “sanguigna”. L’affermazione di una curiosità senza limiti e di un’inesauribile energia ruotano già in queste pagine intorno al ruolo del corpo, un corpo che è nel contempo spirituale e materiale, culturale e viscerale, sede del pensiero ma anche di sangue, urina, sperma, nucleo dell’eterno flusso di nascita-morte-rinascita. (…) Un ritratto al rosso profondo e coinvolgente.

Franco Paris, il traduttore

Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, da quarant’anni tra le figure più innovative della scena internazionale. Le sue opere sono state presentate nelle più importanti rassegne internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, la Biennale di Lione, la Biennale di
San Paolo, dOCUMENTA a Kassel. È il primo artista a cui il Museo del Louvre dedica un’importante mostra monografica (L’ange de la metamorphose, 2008). Negli ultimi anni sono state allestite in Italia diverse personali dedicate alla sua opera: tra le più importanti ricordiamo
quella di Palazzo Benzon di Venezia (Anthropology of a planet, 2007), del MAXXI di Roma (Jan Fabre. Stigmata, 2013) e quella realizzata nel centro storico di Firenze (Spiritual guards, 2016). Tra le recenti pubblicazioni in Italia: Giornale notturno III (1992-1998), Edizioni Cronopio,
Napoli, 2019, il terzo di tre volumi che raccolgo i diari personali dell’artista. Per Editoria&Spettacolo è uscito a marzo 2019 Jan Fabre. Teatro I primo volume di un progetto editoriale per la pubblicazione di tutti i testi per il teatro.
Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni 80, quali This is Theatre like it was to be expected and foreseen del 1982 e The Power of Theatrical Madness del 1984, fino alle 24 ore di Mount Olympus. To glorify the
cult of tragedy del 2015; e Belgian Rules del 2018. Il suo ultimo spettacolo è Resurrexit Cassandra di Ruggero Cappuccio, con Sonia Bergamasco, un solo su testo di Ruggero Cappuccio, oggi in tournée dopo il debutto al Teatro Grande di Pompei a giugno 2021.

Lino Musella (Napoli, 1980), attore di teatro, cinema e televisione. Ha studiato recitazione con Guglielmo Guidi, e regia teatrale alla Paolo Grassi di Milano. Si è formato con Marcello Cotugno, Paolo Zuccari e Michela Lucenti/Balletto Civile. Negli anni ha alternato all’attività di attore quella di regista, autore, tecnico e disegnatore luci. Ha lavorato con Mario Martone, Antonio Latella, Jan Fabre, Valter Malosti, Alfredo Arias, Andrea De Rosa, Fabrizio Arcuri. Nel 2009 dà vita alla Compagnia Musella-Mazzarelli, portando in scena “Due Cani, ovvero la tragica
farsa di Sacco e Vanzetti” (2008), “Figli di un brutto Dio” (Premio In-box 2010), “Crac Machine” (2011), “La Società” (2012) premio ANCT alla drammaturgia, “Strategie fatali” (2015) premio Hystrio alla drammaturgia. Nel 2016 mette in scena “L’ammore nun è ammore”, 30 sonetti
di Shakespeare tradotti da Dario Jacobelli. Nel 2019 è unico interprete in “The Night Writer. Giornale notturno” di Jan Fabre, che gli vale il Premio UBU come miglior attore 2019. In televisione ha recitato in Gomorra la serie e The Joung Pope. Al cinema esordisce nel 2013 nel film
Happy Days Motel. Lavora poi con Paolo Sorrentino, Pupi Avati e altri. Nel 2021 dirige e interpreta “Tavola tavola, chiodo chiodo” dai carteggi di Eduardo De Filippo. Al cinema esordisce nel 2013 in “Happy Days Motel”. Nel 2021 è candidato al David di Donatello come migliore attore non protagonista in “Favolacce”. Nel 2021 interpreta Benedetto Croce in “Qui rido io” di Mario Martone 2021; è nel cast di “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati; di “Il bambino nascosto” regia di Roberto Andò; di “Tigers” diretto da Ronnie Sandahl; di “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino.

Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista. Fonda nel 1991 con Tom Barman la band dEUS, che raggiunge il successo internazionale con Worst Case Scenario nel 1994. Nel 1996 lascia il gruppo dEUS e fonda la band Zita Swoon; collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Carlens è anche artista visivo e compositore di musiche per il teatro. Nel 2021 firma le musiche dello spettacolo Resurrexit Cassandra di Ruggero Cappuccio, regia di Jan Fabre, con Sonia Bergamasco.

Così la critica


The Night Writer – Giornale notturno, una autentica vertigine di emozioni dentro la vita di un artista sempre sul ‘filo del rasoio’.
Uno degli spettacoli più belli della stagione, un vero cult, il cui tour si allunga di mese in mese per le tante richieste. … un ‘racconto
per scomparire’ (parole di Jan Fabre) che diventa grande teatro grazie a un Lino Musella magistrale: ambiguo, ironico, triste, bello
e potente.

Anna Bandettini, la Repubblica


L’artista fiammingo, che di tante ricerche della scena di oggi è stato un ispiratore e precursore, si racconta, si confessa per bocca
di un bravissimo attore italiano, Lino Musella, in uno spettacolo che unisce la sfrontata messa a nudo di sé a un alto grado di
costruzione formale… Questo attore, approdato in tempi recenti a una deflagrante maturità espressiva che ne fa uno dei talenti più
sfaccettati del panorama teatrale attuale, riesce a trovare misteriose sintonie con l’inquieta personalità di Fabre, che traduce in una gamma
di umori ora rochi, ora malinconici, ora come venati da un vago e sottile struggimento… Il testo, che mescola dichiaratamente verità
esistenziali e finzioni narrative, spezzoni poetici e appunti occasionali, tratta gli argomenti più disparati, la famiglia, il fratello morto, il
rapporto con la propria mente, i processi creativi. È curioso notare come anche le sensazioni più delicate si intreccino in l ui con un che
di estremo, e persino il culto della bellezza sia associato a una vocazione conflittuale e sovversiva.

Renato Palazzi, Il Sole 24ore


Ed è uno spettacolo di rara intensità, crepuscolare e visionario, divertente e dissacrante. Poetico di una poesia trattenuta, detta
timidamente, appena evocata sul filo dei ricordi. Ma The Night Writer gode anche di un impianto istallativo, plastico: non solo una
gigante proiezione a segnare il fondale, ma anche una pedana di sale, su cui spuntano, come creste lunari, quattro pietre, le “Stein” (per
un gioco che non vi svelo), cui Musella si affida in una prova sospesa tra pratica performativa e sapiente interpretazione. Va detto: Lino
Musella è ormai uno dei migliori attori italiani, e qui acquista una identità ulteriore, giovando senza dubbio della regia di Fabre, cui
l’attore restituisce toni però suoi, più umani, anche dubbiosi e (auto)ironici…

Andrea Porcheddu, glistatigenerali.com


Musella cerca un possibile, o impossibile, equilibrio col suo personaggio, Jan Fabre, un rapporto che permetta di entrare nella fucina
magmatica, sangue, umori, viscere, di un artista geniale e discusso, provocatore e trasgressivo. E ci riesce con un’alchimia di toni e
un’espressività raffinata e forte.

Magda Poli, Il Corriere della Sera


Il nuovo assolo del geniale Jan Fabre, il primo scritto in italiano per l’ottimo Lino Musella, ci consegna l’incrollabile certezza
che il teatro sia il solo luogo (mentale, creativo, fisico) che nell’epoca del virtuale sia riuscito a conservare la sua spiritualità. Jan
Fabre con un assolo tutto nuovo, in cui si racconta, si rivela, si nasconde, ci provoca, ci affascina ma per interposta persona… Questo
alter ego è Lino Musella, interessante attore che ama spesso esibirsi in spettacoli fuori dagli schemi consueti, ricco di estro e di
intelligenza. … Ascoltando le sue parole è possibile penetrare dentro l’officina artistica di questo inventore di teatro, performer,
coreografo, artista visivo che se ne infischia dei generi avendoli profanati tutti e che mantiene l’incrollabile certezza che il teatro sia il
solo luogo (mentale, creativo, fisico) che nell’epoca del virtuale sia riuscito a conservare la sua spiritualità.

Maria Grazia Gregori, delteatro.it


Giornale notturno, sprezzante zibaldone di rapide illuminazioni («Ogni vera bellezza è scomoda») e altrettanto fulminei
turbamenti, redatto con irrequietezza nel corso di notti insonni. Ora questo diario giovanile, composto da pensieri sull’arte e sul
teatro, sul senso della vita e sulla famiglia, è diventato un omonimo spettacolo, diretto ovviamente dallo stesso Fabre… artista che ha
trovato nel teatro lo spazio privilegiato di sperimentazione e nelle pratiche performative il luogo di confluenza di linguaggi e umori.
Matteo Marelli, Il Manifesto