Di: Maresa Galli

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C’è sempre più urgenza che le donne si confrontino e se lo fanno con una pièce tanto meglio. “Civico 33 – Monologhi di donne”, dall’omonimo libro di Emanuela Panatta, presentato da Sycamoretcompany con Associazione Culturale Civico 33 e Il Torchio Editrice, è andato in scena al Teatro Elicantropo di Napoli, adattamento e regia di Emanuela Panatta e Alessandra Fallucchi. Inquiline di uno spazio nel quale si intrecciano tante storie, le attrici raccontano diversi personaggi, mai stereotipati. Le protagoniste sono donne nelle quali riconoscersi, con i problemi di disoccupazione, del precariato come sistema di vita imposto dalla società capitalistica, con conseguenti difficoltà ad instaurare solidi rapporti di coppia, con difficili ménage fatti di tradimenti, di compagni violenti, di rassegnazione e gastrite, di insofferenza per ruoli che non hanno più senso. Con umorismo, le due attrici, brave nell’incarnare i tanti tipi, fanno esplodere il delirio nell’incontro di una donna, che chiede certezze sul proprio compagno, con una improbabile cartomante… I costumi a cura di Conquer, le scene di Carlo De Marino, il disegno luci di Marco D’Amelio e le musiche di Gabriele Calanca completano il racconto del complesso, insostenibile universo femminile ancora costruito su stereotipi, fatto di tante invisibili gabbie che auto implodono. Lo sfogo delle donne è un inno ad essere ascoltate e rispettate, nelle loro scelte, con le loro fragilità e fallimenti ma anche con il loro coraggio e con la voglia di mettersi in discussione. “Civico 33” si declina in differenti formule, avvalendosi anche della partecipazione di più attrici in scena e della collaborazione artistica di giornalisti, autori e associazioni (Fidapa e Alcolisti Anonimi). Non è una novità parlare di donne, dei loro affanni, di vite precarie ma le attrici riescono a rendere la complessità dell’universo femminile in modo non banale, aprendo ad ampie riflessioni sul futuro che richiede di riscrivere ruoli e relazioni – per essere meno nevrotici e forse, addirittura, felici. Lunghi applausi all’Elicantropo affollato anche dai tanti giovani allievi dei preziosi laboratori del Teatro.