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Piccolo Bellini, dal 4 al 9 febbraio
In nome del padre
uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta
consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati
costumi Sabrina Beretta
musiche Giuseppe Bonomo, Mario Perrotta
produzione Teatro Stabile di Bolzano
Il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri
Massimo Recalcati
In nome del padre nasce da un intenso confronto tra Mario Perrotta con lo psicanalista Massimo Recalcati sui temi del confronto tra generazioni. Tre figure paterne e un attore che le incarna: tre padri diversi, in piena crisi, quasi ridicoli a confronto con i figli adolescenti. Un monologo che è un flusso di dialoghi spesso mancati.
Dialoghi in cui i figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi rispetto all’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio. E forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli.
Piccolo Bellini, dal 4 al 9 febbraio
Orari: feriali ore 21:15, giovedì ore 19:00, domenica ore 18:30
Prezzi: 18€ intero – 15€ ridotto -10€ under29
In nome del padre
della madre
dei figli
Il progetto
2018 – 2021
Mi ritrovo da solo, a braccia appese, in una stanza di casa a pensare che, da molto tempo ormai, mi assediano la mente suggestioni e pensieri su progetti futuri e nessuno di loro prende corpo come dovrebbe: li trovo fragili, non necessari al mio sentire di oggi, nonostante stiano lì da parecchio a maturare, a macerare direi.
Poi, d’improvviso – ma chissà da quanto chiedeva udienza e io non ero pronto ad ascoltare – l’idea, quella giusta, quella urgente, arriva di forza al centro del corpo, non alla mente, pervade la carne e mi scuote da un’attesa fin troppo lunga.
Se nel 2007 con Odissea avevo chiuso i conti con l’essere figlio, adesso e da cinque anni sono padre, una parola che mette con le spalle al muro e riempie il mio quotidiano di nuove sfide e di nuove domande. E penso che ho una responsabilità enorme nei confronti di mio figlio, e che ho bisogno, come sempre, di ragionarci a fondo attraverso gli unici strumenti che riconosco miei: la ricerca drammaturgica, la scrittura, la messa in scena, l’interpretazione.
E mi vengono in mente le mie conversazioni con Massimo Recalcati sulla questione, e mi viene in mente che vorrei coinvolgerlo: lo chiamo, gli racconto tutto e Massimo mi dice di sì, che gli piace e che faremo il progetto insieme. E mi viene in mente che un padre si sostanzia nel suo confronto – anche mancato – con la madre e che essi, padre e madre, sono tali solo perché di fronte a loro esistono, inflessibili, i figli.
E mi viene in mente che il nuovo millennio ha portato con sé lo stravolgimento totale di questa triade “padre – madre – figli” alterando le fattezze di ruoli che parevano immutabili nei secoli.
Eccolo lì tutto d’un tratto il prossimo lavoro: prima un solo spettacolo, ma nel tempo di un pomeriggio è già trilogia, è progetto complesso, articolato, così come mi piace e mi serve fare da una decina di anni a questa parte.
E dunque partirò dall’oggi, da queste mutazioni genetiche goffe, incerte, malvestite dai rispettivi interpreti, per spogliarli progressivamente del quotidiano e riportarli, nudi, all’essenza delle loro relazioni, esse sì immutabili nel loro continuo procedere per scontri e incontri, a prescindere da come i soggetti in causa – quelli di un tempo e quelli di oggi – interpretano i singoli ruoli.
Uno sguardo sul presente, il mio presente, per indagare quanto profonda e duratura è la mutazione delle famiglie millennial e quanto di universale, eterno, resta ancora.
Mario Perrotta
PRODUZIONE TEATRO STABILE DI BOLZANO
IN NOME DEL PADRE
uno spettacolo di Mario Perrotta
consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati
prima nazionale
17-22 dicembre 2018
Piccolo Teatro di Milano
collaborazione alla regia Paola Roscioli
aiuto regia Donatella Allegro
costumi Sabrina Beretta
musiche Giuseppe Bonomo, Mario Perrotta
allestimento tecnico Emanuele Roma, Giacomo Gibertoni
foto Luigi Burroni
progetto grafico Fabio Gamberini
organizzazione Permàr
in collaborazione con DUEL
Lo spettacolo
Interamente scritto e diretto da Perrotta, In nome del padre nasce da un intenso confronto con lo psicanalista Massimo Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro.
Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. Sulla scena li sorprendiamo ridicoli, in piena crisi di fronte al “mestiere più difficile del mondo”.
I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di altrettanti dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio. E forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli.
Mario Perrotta
Il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa.
Il linguaggio dell’arte – e in questo progetto di Mario Perrotta che ho scelto di accompagnare, il linguaggio del teatro – può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine, più vulnerabile ma più umana, di padre.
Massimo Recalcati
Rassegna stampa
Corriere della Sera – Franco Cordelli
Perrotta è straordinario nel mutare accenti (parlate regionali, padane, siciliane e napoletane) e nel trasmettere nei movimenti delle mani le ansie di impossibile dominio della realtà dei suoi protagonisti.
Il Sole 24 Ore – Renato Palazzi
Nel nuovo spettacolo dedicato al rapporto tra padri e figli, Perrotta si pone spietati interrogativi su questa figura nella nostra società. È bravissimo, come sempre, nell’evocare una piccola umanità, e si pone di fronte al problema con estrema serietà, il che non sfugge al pubblico. L’argomento è cruciale e fare del teatro il luogo in cui portarlo alla luce è un atto di coraggio.
La Repubblica, Robinson – Anna Bandettini
Massimo Recalcati dice che il nostro tempo è il tempo dell’evaporazione del padre e di tutti i suoi simboli. Le sue riflessioni hanno ispirato Mario Perrotta, drammaturgo, regista, attore che ha sempre avuto uno sguardo attento sul presente. Una prova di resistenza fisica, di capacità espressiva e credibilità psicologica dell’attore.
Corriere della Sera – Magda Poli
Perrotta, solo nel vuoto del palcoscenico, fa vivere tre padri colti da un eguale smarrimento. Perrotta è bravo nel dare voce anche a chi non ne ha, [ai] figli che arrivano indirettamente sul palco con la loro carica dirompente che uccide ogni certezza e luogo comune.
Delteatro – Maria Grazia Gregori
Una possibile rilettura della trinità familiare – padre, madre, figlio/figlia – per il nuovo spettacolo di Mario Perrotta, un assolo colmo di tensione che lo vede dare voce a tre padri. Perrotta è solo nell’ampio spazio del teatro che riempie con la sua fisicità e la sua bravura.
Hystrio – Fausto Malcovati
Perrotta mette in scena tre padri a colloquio con i rispettivi figli: con grande talento alterna le tre voci con indiscutibile bravura, gioca sui diversi registri con una magnifica inventiva […] per sondare il mestiere di padre che, a detta di Recalcati, ha perso i connotati rassicuranti che aveva.
Controscena – Enrico Fiore
Preziosa s’è rivelata la
consulenza di uno studioso del calibro di Massimo Recalcati. E ne è venuto
fuori un monologo, insieme intelligente e intrigante.
Sipario – Gigi Giacobbe
Gli è sufficiente indossare una giacca o un giubbino per diversificare bene i tre personaggi, sofferenti tutti e tre della stessa malattia di vivere pessimi rapporti con i figli adolescenti, argomenti che in maniera portentosa Perrotta porta in scena.
PaneAcquaCulture
– Laura
Bevione
Le tre personalità maschili sono incarnate da Perrotta con disinvolta e fluida adesione, riuscendo a conquistare un mirabile equilibrio fra personificazione e distacco critico.
Teatro e Critica – Sergio Lo Gatto
Perrotta riempie la dimensione iconografica della figura paterna con un afflato tangibile, un’energia pulsante alimentata da un sottilissimo confronto con lo sguardo dello spettatore.
PaneAcquaCulture – Renzo Francabandera
In scena è impossibile non seguire il ritmo dell’attore, che qui, come in quasi tutti i lavori di Perrotta, viene prima e davanti a tutto, uno fra i pochi “solisti” del teatro italiano a non essersi fermato su un modulo “comodo”.
Gazzetta di Parma – Valeria Ottolenghi
Testo e recitazione costituiscono un insieme perfetto per questa ultima coinvolgente creazione. Tanti i possibili rispecchiamenti anche solo parziali, molti i passaggi carichi di commozione anche per il pubblico.
“A voce ‘e Napule”, prodotto, diretto e condotto da Alessia Moio, il 2 febbraio 2020 al Teatro Bolivar di Napoli
Al via la rassegna “Confini Aperti”, dall’8 febbraio 2020 al Teatro Politeama di Napoli