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Venerdì 29 marzo 2019, Teatro La giostra di Napoli
Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono
addormentato e ho sognato Pina Bausch
L’autore e regista Giuseppe Sollazzo dedica un’audace, insolita
e appassionata ‘creazione scenica’ alla coreografa tedesca
Un rapporto speciale legava Pina Bausch a Napoli, e alla coreografa tedesca, tra le più grandi danzatrici del Novecento, è dedicato Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono addormentato e ho sognato Pina Bausch, una coraggiosa, insolita e appassionata creazione scenica di cui è autore e regista Giuseppe Sollazzo, in scena venerdì 29 marzo 2019 alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 31) negli spazi del Teatro la Giostra di Napoli.
Presentato dalla Compagnia Jules Renard, l’allestimento s’ispira alla pièce Kontakthof , un cult nella produzione bauschiana, prendendo spunto, drammaturgicamente, dalle parole della Bausch, rilasciate in anni di interviste e conferenze.
Kontakthof è stato allestito tre volte, con tre compagnie diverse. Il debutto avvenne nel ’78 con la compagnia storica di Wuppertal, poi nel 2000, con una compagnia di danzatori filodrammatici ultrasessantenni, e, infine, un anno prima della morte, con una compagnia di adolescenti. Evidentemente era uno spettacolo nel cuore della Bausch.
Sollazzo mette in scena uno spettacolo sulle relazioni tra gli uomini, in cui i temi sono quelli di sempre, ma, questa volta, posti in primo piano. Amore, tenerezza, aggressività vengono indagati con grazia e ironia, in uno spettacolo sulla vita e sull’amore, quindi che parla di noi, attraverso variazioni d’amore su temi bauschiani.
“Dopo aver visto – sottolinea Giuseppe Sollazzo – tanti capolavori di Pina Bausch, e pensando a quelli che invece non hanno mai visto o conosciuto il mondo tragico e tenero della coreografa tedesca, mi sono detto che sarebbe stato bello evocarne il mondo con uno spettacolo, in coincidenza con il decennale della morte, avvenuta il 30 giugno del 2009”.
A chi l’accusava di essere ripetitiva, Pina Bausch rispondeva: “Non sono ripetitiva nel modo in cui intendono loro. La mia ripetizione non è che la ripetizione in modi sempre differenti di uno stesso tema: il tema è l’amore”. E aggiungeva: “Cosa non si fa per essere amati”.
Saranno interpreti in scena Marco Aspride, Francesco Boissinot, Enrico Bruno, Gabriele D’acquino, Emanuela De Chiara, Ferdinando Del Vecchio, Agostino De Rosa, Francesca Diana, Donatella Di Ruocco, Lucilla Fusco, Antonia Imparato, Erica Mercaldi, Caterina Modafferi, Fortuna Montariello, Nunzio Nocella, Giusy Palmisani, Mariella Pandolfi, Michele Romeo di Tuosto, Angela Saravo, Antonino Scialdone, Agata Elena Spina, unitamenhte alla vocalist Annita Vigilante.
L’allestimento si avvale degli elementi scenici a cura di Massimo Nota, la realizzazione e animazione del pupazzo Bausch di Flavia D’Aiello, i costumi di Lorenzo Zambrano.
Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono addormentato e ho sognato Pina Bausch
29˃31 marzo 2019 @ Teatro La giostra Napoli
Inizio delle rappresentazioni ore 20.30 (venerdì e sabato), ore 19.00 (domenica)
Info e prenotazioni ai numeri 3492187511, 3488100587 email lagiostrateatro@gmail.com
Da venerdì 29 a domenica 31 marzo 2018
Napoli, Teatro La giostra
Compagnia Jules Renard
presenta
Una sera ascoltando un vecchio tango mi sono
addormentato e ho sognato Pina Bausch
drammaturgia e regia Giuseppe Sollazzo
con
Marco Aspride, Francesco Boissinot, Enrico Bruno, Gabriele D’acquino
Emanuela De Chiara, Ferdinando Del Vecchio, Agostino De Rosa
Francesca Diana, Donatella Di Ruocco, Lucilla Fusco
Antonia Imparato, Erica Mercaldi, Caterina Modafferi
Fortuna Montariello, Nunzio Nocella, Giusy Palmisani
Mariella Pandolfi, Michele Romeo di Tuosto, Angela Saravo
Antonino Scialdone, Agata Elena Spina
vocalist Annita Vigilante
elementi scenici Massimo Nota
realizzazione e animazione del pupazzo Bausch Flavia D’Aiello
costumi Lorenzo Zambrano
datore luci Marco Serra
Su Pina Bausch
Ma che cosa significa tutto questo? E’ stata probabilmente la domanda che più frequentemente i primi spettatori del teatro di Pina Bausch si sono posti. A questa domanda Pina Bausch si è sempre rifiutata di rispondere.
Una possibile risposta forse sta nell’affermazione avanzata dal critico londinese Paul Taylor: “L’arte non è esplicativa, l’arte è mistificante”. Tentare di descrivere il suo teatro è come analizzare un brano di musica.
La Bausch, come Kantor, come Bob Wilson, e come pochi altri ha inventato un teatro che non somiglia a nessun altro tipo di teatro, se non al proprio. I suoi spettacoli sono incomprensibili per chi cerca risposte e non domande, storie e non emozioni; ma ricchi di fascino per quelli capaci di far entrare in corto circuito immagini e pensieri consolidati.
La coreografa tedesca racconta lo scarto tra l’immagine che vogliamo offrire di noi e ciò che siamo in realtà.
Pina Bausch cambia radicalmente il linguaggio della danza, priva lo spettacolo della coerenza di una narrazione tradizionale. Le sue scelte tendono a privilegiare momenti isolati, i movimenti, e le parole non offrono nessun tributo al racconto.
I passi, i gesti, le pose non appartengono più ad un registro unico della danza, classica. moderna o contemporanea. Il suo teatro ingloba tutti i registri del teatro e della vita.
Il palcoscenico coperto di garofani, una danzatrice in abito rosso con un albero sulle spalle, un’altra coperta solo di palloncini, un uomo col tutù, sono immagini che ci parlano come ci parlano i sogni. Il dialogo è con la parte segreta di ognuno di noi.
“Claude Monet Shadow”, mostra interattiva, dal 9 marzo al 7 aprile 2019 al Centro Commerciale Campania
“Novecento”, di Alessandro Baricco, dal 29 al 31 marzo 2019 al Teatro Sannazaro di Napoli