Di: Sergio Palumbo
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Il fortunato allestimento di “Pagliacci”, firmato da Daniele Finzi Pasca, torna per la terza volta al Teatro San Carlo di Napoli, dopo l’esordio del 2011 e la ripresa del 2014. Previsto inizialmente per il periodo autunnale, il capolavoro di Ruggiero Leoncavallo è stato anticipato per sostituire “Lady, Be Good!” di George ed Ira Gershwin, che invece andrà in scena a novembre.
Il ben rodato allestimento mantiene inalterato il suo fascino, in una suggestiva visione onirica fatta di luci e colori, acrobati circensi che si librano tra cerchi e trapezi e l’acqua che invade il palcoscenico nella seconda parte dello spettacolo. Un telo centrale suddivide in due la scena e, su sfondo rosso, ritrae Leoncavallo al pianoforte e proprio le note suonate al piano dal compositore partenopeo, registrate su rulli nel 1905, aprono lo spettacolo, mentre dietro al telo si esercitano gli acrobati e davanti entrano i protagonisti dell’opera, tutti elegantissimi, gli uomini in frac e Nedda con un grazioso e sbarazzino abito a fiori. Notevole l’idea di far vestire, invece, il coro in abiti clowneschi, a confondere, se non ad invertire, i saltimbanchi con gli spettatori, i volti con le maschere, la finzione con la realtà. Le scene di Hugo Gargiulo, per lo più spoglie, riescono ad essere molto suggestive grazie ai giochi di luce e colori (di grande efficacia il disegno luci firmato dallo stesso Finzi Pasca e da Alexis Blowles), ed alle sapienti aperture e chiusure di pannelli sul fondo e del telo centrale, oltre alla già citata acqua in cui si consuma la tragedia finale. Contribuiscono in modo determinante alla magia di questo spettacolo i bravissimi acrobati della Compagnia Finzi Pasca, i coloratissimi costumi di Giovanna Buzzi, il fondamentale make up disegnato da Chiqui Barbè, le belle coreografie di Maria Bonzanigo, nonché il vitale dinamismo apportato dal Coro del San Carlo, diretto da Gea Garatti Ansini, e dal Coro delle Voci Bianche, diretto da Stefania Rinaldi, ineccepibili anche sul fronte musicale.
Philippe Auguin dirige in modo rigoroso l’ottima Orchestra del San Carlo, staccando i tempi giusti per valorizzare la drammaticità della vicenda e con una precisa attenzione ai volumi, in un delicato equilibrio che riesce ad esaltare la rilevante qualità delle voci sul palco. Antonello Palombi, che fu già Canio al Massimo napoletano nel 2014, conferma le sue pregevoli doti canore ed attoriali, con un timbro brillante, acuti luminosi e squillanti ed un’interpretazione dalla grande intensità, sin dall’iniziale “Un grande spettacolo a ventitré ore” fino alla magistrale “No, pagliaccio non son”, che precede la tragedia finale, passando, ovviamente, per un’eccellente e, giustamente, applauditissima “Vesti la giubba”. Maria José Siri attinge alla sua vasta e policroma tavolozza espressiva, sia vocale che scenica, per rendere il caleidoscopio di emozioni e sentimenti che attraversa Nedda nel corso dell’opera, sin da “Qual fiamma avea nel guardo” e dalla successiva ballatella “Stridono lassù”, raggiungendo il momento migliore nel duetto con Silvio. Lucio Gallo, nel ruolo di Tonio, oltre che del Prologo, si fa apprezzare per la tecnica solida, la voce potente ed il fraseggio pulito. Il Silvio di Davide Luciano convince per l’adeguata presenza scenica ed il bel timbro. Bene anche Alessandro Liberatore (Peppe).
“Pagliacci”, di Ruggiero Leoncavallo, sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli fino al 9 febbraio 2019.
Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it
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