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Sabato 20 ottobre 2018, Teatro Nuovo di Napoli
La Tarantina di Fortunato Calvino
L’autore e regista partenopeo porta in scena l’ultimo femminiéllo dei quartieri spagnoli, in un viaggio nell’umano, nella storia, nell’antropologia, nella società
Dopo il positivo riscontro ottenuto al suo debutto romano, arriverà, sabato 20 e domenica 21 ottobre 2018 al Teatro Nuovo di Napoli, per due repliche straordinarie, La Tarantina di Fortunato Calvino, spettacolo tratto dal film-documento “La Tarantina, Genere Femm(è)nell”, realizzato dall’Università degli Studi di Napoli – Federico II, nell’ambito di SINAPSI – Servizio Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze, con la realizzazione audiovisiva CSI-SAM, Fondazione “Genere Identità”, e da un’intervista alla protagonista.
Presentato da Metastudio89, l’allestimento nasce da un’idea dell’autore e regista partenopeo, che dirige La Tarantina, l’ultimo femminiéllo dei Quartieri Spagnoli di Napoli, affiancata, in scena, da Stefano Ariota, Roberto Maiello, Carlo Di Maio, Antonio Clemente.
La Tarantina (al secolo Carmelo Cosa), di origini pugliesi, arriva a Napoli subito dopo la guerra ancora minorenne. Attraverso la forma scenica di una “piéce-testimonianza” si raccontano il suo avvio alla prostituzione, le persecuzioni della polizia e la partenza per Roma.
E’ proprio nella capitale che la Tarantina visse la sua personale e trasgressiva dolcevita, conoscendo nomi come Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Laura Betti, Goffredo Parise e Novella Parigini, la pittrice famosa per le sue donne con gli occhi di gatto, che la ebbe più volte come modella.
“L’esigenza di portare in scena un vero femminièllo – sottolinea Fortunato Calvino – nasce dai ricordi stessi della Tarantina e portarla su un palcoscenico è stata un’esperienza unica. Girando il film-documento, ho capito che sarebbe stato interessante e unico averla su un palco a raccontare la sua vita, senza freni e limiti. Ho costruito un percorso lavorando su due livelli: la costruzione di uno spettacolo che avesse al centro lei con le sue storie, insieme a tre attori, che la sostengono nei ricordi del suo passato”.
Questo mondo di ricordi, questo passato che, diversamente, sarebbe stato cancellato dal tempo, Fortunato Calvino ha deciso di “portarlo” in scena, e la Tarantina, sola con la sua straordinaria forza, racconta la sua vita, i suoi ricordi, fatti di momenti di gioia e di dolore. La sua storia è dura, seppur raccontata con autoironia e in un dialetto che rende tutto più leggero, ma è come un lungo inno alla vita e all’arte della gioia. Lei è riuscita ad andare avanti, è sopravvissuta. Ha così tenuto tutto, fatto diga e argine ai soprusi, alla povertà e all’esclusione che, a ottantadue anni, calca le scene e ci racconta la sua esistenza.
Lo spettacolo si avvale delle scene a cura di Paolo Foti, il disegno luci di Renato Esposito e i costumi di La Rossa.
La Tarantina, di Fortunato Calvino
Napoli, Teatro Nuovo – sabato 20 e domenica 21 ottobre 2018
Inizio spettacoli ore 21.00 (sabato), ore 18.30 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it
Sabato 20 e domenica 21 ottobre 2018
Napoli, Teatro Nuovo
Metastudio89
presenta
La Tarantina
L’ultimo femminièllo dei Quartieri Spagnoli
di Fortunato Calvino
con La Tarantina (Carmelo Cosma)
e con Stefano Ariota, Roberto Maiello, Carlo Di Maio, Antonio Clemente
scene Paolo Foti, costumi La Rossa,
disegno luci Renato Esposito
assistente alla regia Pina Strazzullo
regia Fortunato Calvino
durata della rappresentazione 80’ circa, senza intervallo
Spettacolo tratto dal film-documento “La Tarantina, Genere Femm(è)nell”, presentato nei festival: Divine Queer Film Festival (2015), Festival TGLFF di Torino (2016), Palazzo delle Arti di Napoli (2016), Trieste Film Festival (2017), Free Bird: The INTL Gender Freedom Film Fest di New York (2017) e al FVG Pride di Udine (2017).
Il Professor Paolo Valerio, docente ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Napoli – Federico II, che da anni si occupa di ricerca nell’area di Identità di Genere, descrive così il mondo dei femminièlli: “… Vivono nei Quartieri Spagnoli nei loro bassi e si confondono con gli altri abitanti della zona, con i quali vivono in armonia e con cui condividono la difficoltà a trovare un lavoro. In questo contesto, quindi, poco importa come ci si guadagna da vivere, purché si sia generosi con chi sta intorno.
Tutti i personaggi appaiono ben integrati nel contesto sociale circostante. Appaiono e si sentono come “star” del quartiere. Non bisogna dimenticare che la tradizione popolare vuole che i femminielli portino fortuna, e come tali siano delegati a distribuire parte di questa peculiare facoltà agli altri nelle riffe, nei giochi o in momenti importanti della vita delle persone, quali matrimoni o battesimi. Di questo lavoro ideato da Fortunato Calvino, e fortemente voluto anche da me, resterà una traccia indelebile, a cui potranno fare riferimento in futuro ricercatori che vorranno conoscere meglio i protagonisti di questo mondo…”.
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