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20 maggio 2018, Teatro Bellini
In Spite of Wishing and Wanting
musiche originali David Byrne; Fuzzy freaky remix DJ Food
regia, coreografia, scenografia Wim Vandekeybus
L’applauditissima compagnia di danza Ultima Vez chiude il suo tour mondiale al teatro Bellini di Napoli con il suo lavoro più apprezzato e premiato della storia. In Spite of Wishing and Wanting è la psichedelica creazione del regista e coreografo fiammingo Wim Vandekeybus, uno spettacolo che mescola musica, danza, cinema, teatro. Assolutamente avanguardista ed eclettico, In Spite of Wishing and Wanting debutta nel 1999, sconvolgendo pubblico e critica. Uno spettacolo lontano dai consueti racconti di chimica tra i sessi o di attrazione e repulsione tra uomo e donna che invece porta in scena i desideri primordiali di un gruppo di soli uomini: ferocia, ingenuità, goliardia, bestialità
Ripreso nel 2016, con un cast completamente nuovo per celebrare i trent’anni di attività della compagnia, questo lavoro tocca i palcoscenici di tutto il mondo raggiungendo traguardi di pubblico inimmaginabili. Finalmente a Napoli gli 14 danzatori, tutti uomini, portano in scena uno spettacolo unico dove la danza sublime e poetica diventa un attimo dopo bestiale e primitiva e dove recitazione e proiezioni procedono in simbiosi con la colonna sonora di David Byrne, fondatore e leader del gruppo new wave dei Talking Heads . Tra monologhi sulla paura, sul desiderio di sicurezza e sulla magia del sonno la compagnia Ultima Vez rimane fedele al suo ideale di movimento: tensione, conflitto, corpo contro mente, rischi e impulsi, fisicità, passione, intuizione, istinto. Elementi essenziali che in ciascun lavoro assumono forme completamente diverse e inaspettate; una varietà che è resa possibile dalla collaborazione tra ballerini, circensi, attori, musicisti e altri artisti provenienti dalle più diverse discipline. E ancora, fondamentali per la creazione delle musiche e dei suoni sono state le sinergie con compositori e musicisti del calibro di Peter Vermeersch, Thierry De Mey, David Byrne, Marc Ribot, Eavesdropper, David Eugene Edwards, Daan, Arno, Charo Calvo, Mauro Pawlowski, Roland Van Campenhout e Elko Blijweert in una modalità di lavoro particolarissima: gli autori delle musiche scrivono le loro composizioni durante la fase delle prove mentre è in atto la costruzione dello spettacolo per far sì che coreografie e musica si sviluppino sempre in maniera assolutamente simbiotica.
Wim Vandekeybus: una vita per la danza
Wim Vandekeybus nasce a Herenthout (Belgio) il 30 giugno 1963. Dopo la fine della scuola secondaria, si trasferisce a Leuven per studiare Psicologia. Nel 1985 decide di seguire un percorso completamente diverso e fa un’audizione per Jan Fabre, che gli affida un ruolo in The Power of Theatrical Madness. Un anno dopo fonda Ultima Vez.
Il suo primo spettacolo, What the Body Does Not Remember, è un successo internazionale con cui vince il Bessie Award (New York Dance and Performance Award) per l’innovazione. Oggi, dopo circa 30 anni e una serie di film e video, Vandekeybus è ancora alla ricerca di novità. “Per me, la forma deve ogni volta essere diversa – come spiega lui stesso – Questo è il motivo per il quale una volta posso creare uno spettacolo interamente musicale (nieuwZwart o Speak low if you speak love…), un’altra posso ispirarmi a un film sulle esperienze di un uomo (Monkey Sandwich), poi posso creare uno spettacolo di mitologia classica (Oedipus/bêt noir), o ancora una pièce analitica in cui la teatralità gioca un ruolo fondamentale (Booty Looting o Talk to the Demon)”.
Nel dicembre 2012 Vandekeybus riceve il Keizer Karel Prize che viene consegnato ogni tre anni a un artista come segno del suo eccezionale talento nel campo dell’arte e della cultura. Un anno dopo Ultima Vez di Wim Vandekeybus diventa la sesta compagnia a ricevere l’Evens Arts Prize e nel dettaglio per l’importante contributo alla danza contemporanea europea, per la multidisciplinarietà del lavoro e per l’impegno culturale e sociale.
Il suo primo spettacolo, What the Body Does Not Remember, è un successo internazionale con cui vince il Bessie Award (New York Dance and Performance Award) per l’innovazione. Oggi, dopo circa 30 anni e una serie di film e video, Vandekeybus è ancora alla ricerca di novità. “Per me, la forma deve ogni volta essere diversa – come spiega lui stesso – Questo è il motivo per il quale una volta posso creare uno spettacolo interamente musicale (nieuwZwart o Speak low if you speak love…), un’altra posso ispirarmi a un film sulle esperienze di un uomo (Monkey Sandwich), poi posso creare uno spettacolo di mitologia classica (Oedipus/bêt noir), o ancora una pièce analitica in cui la teatralità gioca un ruolo fondamentale (Booty Looting o Talk to the Demon)”.
Nel dicembre 2012 Vandekeybus riceve il Keizer Karel Prize che viene consegnato ogni tre anni a un artista come segno del suo eccezionale talento nel campo dell’arte e della cultura. Un anno dopo Ultima Vez di Wim Vandekeybus diventa la sesta compagnia a ricevere l’Evens Arts Prize e nel dettaglio per l’importante contributo alla danza contemporanea europea, per la multidisciplinarietà del lavoro e per l’impegno culturale e sociale.
Nel 2016 Ultima Vez celebra i 30 anni di tournée con la pubblicazione del libro tanto atteso The Rage of Staging, che comprende un’esclusiva immersione nella mente e nell’anima di Vandekeybus, i contributi di artisti amici, le note non pubblicate precedentemente e più di 400 immagini uniche che illustrano il suo repertorio.
La musica originale di David Byrne
David Byrne, nasce a Dumbarton (Scozia) il 14 maggio 1952 (due anni dopo i genitori si trasferiscono negli USA) è musicista, compositore, produttore discografico e soprattutto fondatore, insieme a Chris Frantz, Tina Weymouth e Jerry Harrison, dei Talking Heads, band colonna portante della new wave americana (conosciuti qualche anno prima). Durante questo periodo Byrne lavora anche ad altri progetti: nel 1981 collabora con Brian Eno all’album My Life in the Bush of Ghosts e per Ultima Vez compone il paesaggio sonoro In Spite of Wishing and Wanting, oggi in scena al Teatro Bellini di Napoli. Nel 1987 collabora con Ryūichi Sakamoto e Cong Su per le musiche del film di Bernardo Bertolucci L’ultimo imperatore, che gli vale il premio Oscar, il Golden Globe 1988 e il Grammy 1989 per la migliore colonna sonora. In seguito lavora a nuovi progetti tra cui nel 2005 Here Lies Love con Fatboy Slim. Nel 2011 scrive le musiche per This Must Be the Place di Paolo Sorrentino durante il quale il musicista si esibisce cantando l’omonimo brano dei Talking Heads del 1983. Nel 2002 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.
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