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Giovedì 7 dicembre 2017, Teatro Elicantropo di Napoli
I Promessi Sposi alla prova di Giovanni Testori
Ironica e riflessiva messinscena sulle difficoltà delle giovani generazioni di artisti, che conclude il dittico dell’autore lombardo dedicato al capolavoro manzoniano
“Il Verbo s’è fatto carne… ma adesso è la carne che si alza per farsi Verbo”, questo è stato lo stimolo ad affrontare il teatro di Giovanni Testori per la compagnia (S)Blocco5, di cui porterà in scena I Promessi Sposi alla prova, da giovedì 7 dicembre 2017 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 10), al Teatro Elicantropo di Napoli.
Con I Promessi sposi alla prova la compagnia prosegue e conclude il suo studio su Testori, iniziato con La Monaca di Monza, dove la “parola” è, qui, innalzata dall’autore a fondamento assoluto per l’arte teatrale. La sfida è stata descrivere l’autore, nella sua interezza, attraverso queste due opere.
Uno spettacolo ironico, riflessivo, sulle difficoltà delle giovani generazioni di artisti, abbandonate da un sistema che sempre meno garantisce, supporta e guida la difficile scelta di fare del Teatro una ragione di vita e un mestiere.
Lo scrittore e drammaturgo lombardo si serve dei temi manzoniani per affrontare due aspetti della sua vita: di uomo – ne La monaca di Monza sviscera il suo personale rapporto con il religioso e la libertà di espressione di sé – e di uomo di teatro – ne I promessi sposi alla prova indaga la sua pratica teatrale, il suo modo di intendere il teatro.
“Abbiamo radicalmente trasformato il capolavoro di Testori – spiegano Walter Cerrotta e Yvonne Capece – nel quale un Maestro guida sei interpreti nella realizzazione di uno spettacolo ispirato al grande romanzo, per denunciare l’incertezza, lo sconforto e l’inquietudine di due attori rimasti soli, orfani di maestri e guide, di fronte alla difficile scelta di fare arte e teatro nel 2017”.
Il Maestro, vero e unico protagonista dello spettacolo, è morto, abbandonando i suoi giovani allievi nel bel mezzo delle prove. I due interpreti, confusi e smarriti in un dedalo di scene, indicazioni e ruoli dei quali non comprendono più i sensi e le necessità, si destreggiano nel difficile compito di farcela da soli.
L’unica guida è un taccuino di appunti di regia, dimenticato dal Maestro sulla scena. La prova dello spettacolo sarà per loro una prova esistenziale, attraverso la quale cercheranno se stessi, come attori e come uomini.
Walter Cerrotta e Yvonne Capece hanno affrontato I Promessi Sposi alla prova in punta di piedi, perché ogni scelta scenografica, di costume, musicale è stata enormemente sofferta e ragionata, perché tutto quello che hanno fatto è estremo.
La stessa riduzione a solo due personaggi è un enorme tradimento dell’opera testoriana, ma a confortare i due giovani attori è lo stesso Testori che in un’intervista disse “niente mi infastidisce dei giovani, nessun gesto, anche quando è estremo, perché li capisco”.
I Promessi Sposi alla prova di Giovanni Testori
Napoli, Teatro Elicantropo – dal 7 al 10 dicembre 2017
Inizio spettacoli ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)
Info al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)
Da giovedì 7 a domenica 10 dicembre 2017
Napoli, Teatro Elicantropo
(S)Blocco5
Presenta
I Promessi Sposi alla prova
di Giovanni Testori
regia e interpretazione Yvonne Capece e Walter Cerrotta
scene e costumi Micol Vighi e Nunzio Capece
light designer Anna Merlo
la voce del Maestro è di Carlo Cerciello
durata della rappresentazione 90’ circa, senza intervallo
“Il Verbo s’è fatto carne… ma adesso è la carne che si alza per farsi Verbo”: recitare Testori è divenire “parola”, questa la spinta ad affrontare il suo teatro.
Se con La Monaca di Monza avevamo indagato il rapporto di Testori con il religioso e la spinosa questione della libertà di scelta, ne I Promessi Sposi alla prova ad essere protagonista è la pratica stessa del fare teatro.
Abbiamo radicalmente trasformato il capolavoro di Testori – nel quale un Maestro guida sei interpreti nella realizzazione di uno spettacolo ispirato al grande romanzo – per denunciare l’incertezza, lo sconforto e l’inquietudine di due attori rimasti soli, orfani di maestri e guide, di fronte alla difficile scelta di fare arte e teatro nel 2017.
Il Maestro, vero e unico protagonista dello spettacolo, non c’è più; questa assenza è il centro concettuale della nostra regia: i due interpreti, confusi e smarriti in un dedalo di scene, indicazioni e ruoli dei quali non comprendono più i sensi e le necessità, si destreggiano nel difficile compito di farcela da soli.
Unica guida è un taccuino di appunti di regia dimenticato dal Maestro sulla scena. La prova dello spettacolo sarà una prova esistenziale attraverso la quale cercare se stessi, come attori e come uomini.
Abbiamo cercato di mettere in scena le difficoltà delle giovani generazioni di artisti, abbandonate da un sistema che sempre meno garantisce, supporta e guida la difficile scelta di fare del Teatro una ragione di vita e un mestiere. In scena un cassa, una spada e una cornice a racchiudere gli abiti dei personaggi: un quadro dal titolo LA SPERANZA, quella che serve a guardare al futuro.
Abbiamo affrontato I Promessi Sposi Alla Prova in punta di piedi, perché ogni scelta scenografica, di costume, musicale è stata enormemente sofferta e ragionata: tutto quello che abbiamo fatto è estremo, la stessa riduzione a 2 soli personaggi è un enorme tradimento dell’opera testoriana, ma a confortarci è lo stesso Testori che in una intervista disse: “niente mi infastidisce dei giovani, nessun gesto, anche quando è estremo, perché li capisco”.
La Monaca di Monza e I Promessi Sposi alla prova vanno intesi come un unico progetto, un percorso di formazione personale; ma anche come omaggio a chi quel percorso ha consentito di realizzarlo: il Maestro retrocede fino al punto di origine, fino all’autore che lo ha creato.
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