Di: Sergio Palumbo
Tempo di lettura stimato: 2 minuti
Già dal titolo, lo spettacolo scritto e diretto da Luciano Saltarelli rievoca i film della commedia sexy degli anni ’70, che vedevano come protagoniste bellissime donne come Edwige Fenech o Gloria Guida ed attori come Alvaro Vitali, Lino Banfi o Renzo Montagnani. Film troppo spesso etichettati sbrigativamente come “trash”, seppur ultimamente rivalutati, probabilmente, stavolta, con una puntina di generosità in eccesso. L’Otello di Shakespeare, a cui Saltarelli si ispira molto liberamente per una vaga traccia della trama e per i personaggi, è poco più di un pretesto. Perfino la citazione che chiude lo spettacolo (“Credo in un dio crudele”) è tratta dal libretto dell’Otello verdiano e non dal Bardo. Sono invece presenti tutti i cliché della commedia sexy, compresi la pierinesca domanda “Col fischio o senza?” e l’immancabile scena della doccia con tanto di guardone che spia dal buco della serratura.
Un giovane meridionale, Moro, emigra a Milano per lavorare nella fabbrica del cavalier Brambilla, che produce manichini. Il coraggio di Moro, che salva la fabbrica da un incendio, rischiando la propria vita lanciandosi nelle fiamme e perdendo, in quell’occasione, l’uso della parola, è premiato da Brambilla con la promozione a caporeparto. La figlia di Brambilla, la conturbante Desdemona, si innamora di Moro e i due si sposano. Intanto cova l’invidia del collega Jago, che ambiva al posto di caporeparto, mentre un altro collega, Cassiolo, è a sua volta innamorato di Desdemona. Per il resto, la trama ricalca per grandi linee quella dell’Otello shakespeariano e le trame di Jago porteranno Moro ad uccidere Desdemona, credendola infedele.
Saltarelli ambienta il proprio spettacolo a Milano, nel periodo che va dall’allunaggio del 1969 all’assassinio di Moro (Aldo) del 1978 e gioca con gli stereotipi dell’Italia di quegli anni, nel pieno di una decadenza morale, tra aspirazioni industrialistiche e conflitti sociali, mentre imperversava il terrorismo rosso (qui ridotto a poco più di un’esplosione improvvisa, ad un fastidio momentaneo ed alla preoccupazione di perdere la casa o la “fabbrichetta” a causa di qualche bomba) e al cinema si cercava la battuta grossolana e la risata facile.
L’eccellente impianto scenico di Lino Fiorito, ben valorizzato dal disegno luci di Pasquale Mari, ha parecchi echi cinematografici, con proiezioni efficaci nella loro semplicità. Le musiche di Federico Odling sono perfettamente in tema e richiamano le colonne sonore dei film dell’epoca. Molto bravi tutti gli attori del cast, a partire dalla bellissima Rebecca Furfaro nel ruolo di Desdemona e da Giampiero Schiano in quello di Moro, mentre Giovanna Giuliani, Luca Sangiovanni, e lo stesso Luciano Saltarelli sono tutti impegnati in più ruoli, cavandosela egregiamente.
“Quel gran pezzo della Desdemona. Tragedia sexy all’italiana”, scritto e diretto da Luciano Saltarelli, sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 3 dicembre 2017.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
“Play Strindberg”, di Friedrich Dürrenmatt, per la regia di Franco Però, dal 5 al 10 dicembre 2017 al Teatro Bellini di Napoli
“Io tra di voi”, di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola, dal 1° al 3 dicembre 2017 al Teatro La giostra/Speranzella81 di Napoli