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GEPPETTO E GEPPETTO
8 NOVEMBRE 2017 ORE 21
debutto regionale
Uno degli spettacoli più importanti dell’anno, coprodotto dal TEATRO STABILE DI GENOVA, Geppetto e Geppetto ha debuttato nel giugno 2016 al Festival delle Colline Torinesi ottenendo un ampio consenso, confermato dai premi e dal successo di pubblico, registrando sold out in tutta Italia.
“Granata con sensibilità e intelligenza, con la sua scrittura veloce, naturale e incisiva, porta in scena con raffinata semplicità la complessità, quella di un tema dibattuto come la paternità-maternità di coppie omosessuali, qui due papà, Geppetto e Geppetto per un solo Pinocchio. Il desiderio d’amore di formare una famiglia si spalanca e urta su muri di conformismo. Spettacolo coraggioso, lieve e profondo che pone domande, porta a riflettere e fa capire che l’amore, in tutte le sue declinazioni, è il solo sentimento per il quale valga la pena vivere”. Magda Poli, Corriere della Sera.
“il modo diretto e tempestivo con cui si entra in un dibattito tanto attuale quanto delicato come quello sulla stepchild adoption e sugli “uteri in affitto”. E lo si fa con una misura davvero rara. Non è uno spettacolo-manifesto, evita ogni sorta di posizioni preconcette o forzature dimostrative. Vuole solo far riflettere, e in questo senso va dritto allo scopo. Cerca di smontare ogni morale precostituita, sia quella conservatrice che quella ritenuta “progressista”. Renato Palazzi, il Sole 24 ore
Questa è la storia di un papà che vuole fare il papà e di un figlio che vuole fare il figlio: tra i due, all’apparenza, manca solo una mamma. È la storia di uno scontro tra due uomini, uno giovane e uno adulto, che cercano entrambi il riconoscimento di una paternità, che non può avere la stessa funzione che ha in una famiglia eterosessuale. E’ il desiderio di un Geppetto di farsi amare da un figlio che non è sangue del suo sangue. E’ il desiderio di un ragazzo di ritrovare una figura paterna, vissuta nell’assenza di una figura materna, che lo possa accompagnare nel mondo degli adulti senza il peso della mancanza. È possibile che 1 Geppetto + 1 Geppetto possano fare = 1 figlio? Certo che è possibile, come è possibile che 1 Fatina + 1 Geppetto possano fare = 1 figlio! Anzi, sarebbe più facile, ma la storia avrebbe gli stessi problemi dei due Geppetti, se non ci fosse amore, l’importante in queste storie è l’amore per i figli; “se ci sarebbe più amore…” dicono i personaggi di questa storia. Ecco, “se ci sarebbe più amore” è la storia di Geppetto e Geppetto.
SINOSSI
Tony e Luca stanno insieme da diversi anni: sono una famiglia. Per essere una famiglia felice basta che due persone si amino. Per essere una famiglia “davvero” felice c’è bisogno di portatori sani di gioia: i bambini. Tony vuole diventare padre. Luca vuole aspettare. La madre di Tony vuole evitare che accada. Franca (amica dei due) vuole capire come si può fare. I due vanno in Canada, e come il primo papà single della storia di tutte le storie, Geppetto, “fanno”, “fabbricano”, “ costruiscono”, “creano” il loro piccolino. Geppetto e Geppetto tornano in Italia con il loro figlio Matteo. Matteo cresce con amore e amore e amore. Passano trent’anni. Il giorno del ventennale della morte di Tony, Matteo rivendica qualcosa al padre Luca, vomitandogli addosso tutto quello che gli ha causato crescere in una famiglia non “normale”. Lo accusa di qualcosa che è mancato. Luca si difende, ma qualsiasi cosa dica, agli occhi di Matteo, sbaglia. I due si scontrano e si odiano e si ammazzano di botte e urlano e spaccano mobili e lasciano l’uno alla solitudine dell’altro. E’ difficile essere figli di gay, ma è difficile anche essere padri di figli normali.
PREMI VINTI
Premio UBU 2016 – Miglior Novità Drammaturgica Premio Hystrio Twister 2017 – Spettacolo più votato Premio Nazionale Franco Enriquez 2017 – Città di Sirolo XIII ed. – “Teatro Contemporaneo, sezione Autori, Registi, Attori” Premio ANCT 2016 – Per l’interpretazione del “figlio Matteo” ad Angelo Di Genio
scritto e diretto da
TINDARO GRANATA
con
Alessia Bellotto – Angelo Di Genio – Tindaro Granata Carlo Guasconi – Paolo Li Volsi Lucia Rea – Roberta Rosignoli
Regista assistente Francesca Porrini
Allestimento Margherita Baldoni
Luci e suoni Cristiano Cramerotti
Movimenti di scena Micaela Sapienza
Coproduzione
Teatro Stabile di Genova – Festival delle Colline Torinesi Proxima Res Si ringrazia la Rassegna Garofano Verde – XXII edizione Roma
durata spettacolo: 100 minuti
TINDARO GRANATA
Tindaro Granata nasce a Tindari (ME) nel 1978. Si diploma all’Istituto per Geometri di Patti e appena ventenne si imbarca su Nave Spica, in qualità di Meccanico Artigliere. Dopo aver trascorso un anno in mare occupandosi della gestione e manutenzione delle armi di difesa della nave militare, nel 1999 si trasferisce a Roma col sogno di poter fare teatro. Per vivere lavora come commesso, in diversi negozi di scarpe, a Fontana di Trevi prima e a Largo Argentina poi da Marcus Shoes; poi come cameriere in trattorie e ristoranti. Artisticamente non ha una formazione accademica. Frequenta un corso di recitazione diretto da Giulio Scarpati, ma il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena dello spettacolo “Pulcinella”. Tindaro si presenta al provino teatralizzando la canzone “U pisci spada” di Domenico Modugno. Viene scelto per il ruolo di co-protagonista. A seguito di un grave incidente al ginocchio, l’anno dopo, Tindaro sospende la sua attività di attore per due anni, ricominciando con fatica, ma trovando sulla sua strada molti professionisti che lo aiutano a migliorarsi e a crescere. Nel 2009 lascia Roma e si trasferisce a Milano. Qui Tindaro incontra Carmelo Rifici, col quale inizia un felice sodalizio che lo porta a lavorare in diversi spettacoli a partire da “Il nemico” e ”La testa del profeta”, per il Festival di San Miniato; in “Il gatto con gli stivali” e “Giulio Cesare”, al Piccolo Teatro di Milano; in “Fedra” di Euripide per il festival del Dramma Antico di Siracusa; per lo Stabile di Bolzano nel cast de “La rosa bianca” e “Sanguinare Inchiostro”; infine con Proxima Res, associazione di cui fa parte e della quale diventa direttore artistico, viene diretto in “Buio” e in “Chi resta”.In veste di drammaturgo/regista/attore Tindaro esordisce nel 2011 con “Antropolaroid”, uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, prodotto da Proxima Res, in cui recita da solo interpretando tutti i personaggi della storia. Per questo spettacolo, recitato in buona parte in dialetto siciliano, riceve la “Menzione speciale” al concorso “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”, vince il Premio “ANCT 2011” dell’ Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come “Miglior spettacolo d’ innovazione” e il premio “FERSEN” in qualità di “Attore creativo”.In cinque anni lo spettacolo ha toccato quasi 250 repliche in tutta Italia. Due anni dopo, nel 2013, mette in scena “Invidiatemi come io ho invidiato voi” col quale, ispirandosi a un fatto di cronaca, affronta un tema difficile come quello dell’abuso sessuale dei minori. Lo spettacolo, co-prodotto da BIBOteatro e da Proxima Res, gira decine di teatri in Italia raccogliendo un grande consenso di pubblico e critica e consente a Tindaro di ricevere il premio Mariangela Melato con “Miglior attore emergente”. A questo seguiranno il Premio “FERSEN” per la “Miglior regia”, il Premio “ENRIQUEZ” per “Drammaturgia per l’impregno civile” e il Premio internazionale “Orgoglio Siciliano nel mondo” per la sua attività teatrale. Gli ultimi due anni sono particolarmente intensi: nel 2015 viene diretto da Serena Sinigaglia nella messa in scena de “Il libro del buio”, spettacolo tratto dal romanzo di Tahar Ben Jelloun e l’anno seguente nell’allestimento di un testo di Michele Santeramo: “32 secondi e 16, mentre Andrea Chiodi lo dirige, ne “La Locandiera” di Carlo Goldoni, prima occasione di incursione di Proxima Res in un testo classico. Nel giugno del 2016 arriva il debutto del suo terzo spettacolo, “Geppetto e Geppetto”, nato all’interno della XXII esima edizione della rassegna Garofano Verde, con la produzione del Teatro Stabile di Genova, Festival delle Colline Torinesi e Proxima Res. Con questa storia, all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà, Tindaro affronta a modo suo il tema della stepchild adoption. Nel gennaio di quest’anno allo spettacolo viene conferito il Premio UBU 2016 come “Miglior novità o progetto drammaturgico”, cui segue il Premio “ENRIQUEZ” alla “Drammaturgia”. A Marzo lo spettacolo arriva a Milano, al Teatro Elfo-Puccini. L’attesa è tale che i biglietti sono sold out già dal mese di ottobre.
“24 ore della vita di una donna”, dal 14 al 19 novembre 2017 al Teatro di Documenti di Roma
“L’armata dei sonnambuli”, dal romanzo di Wu Ming, dal 3 al 5 novembre 2017 al Teatro Nuovo di Napoli