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L’ammore nun’è ammore
30 sonetti di Shakespeare
traditi e tradotti da Dario Jacobelli
con Lino Musella e Marco Vidino (cordofoni e percussioni)
regia Lino Musella
produzione ELLEDIEFFE
Info spettacolo
Piccolo Bellini dal 17 al 28 ottobre 2017
Orari: feriali ore 21:15 – domenica ore 18:30
Prezzi: 18€ intero – 15€ ridotto – 10€ Under29
L’ammore nun’è ammore
30 sonetti di Shakespeare
traditi e tradotti da Dario Jacobelli
con Lino Musella
e Marco Vidino (cordofoni e percussioni)
disegno luci Hossein Taheri
produzione Elledieffe
durata 55’
in scena:
Napoli, Piccolo Bellini: da martedì 17 a sabato 28 ottobre (mar-sab ore 21.15-dom ore 18.30)
Caserta, Teatro Civico 14: solo domenica 29 ottobre (ore 19)
Dapprima è la musica di Marco Vidino, ai cordofoni e alle percussioni, ad accogliere gli spettatori de L’ammore nun’è ammore, creando per il pubblico atmosfere malinconiche e struggenti e avvolgendo così la scena, adorna di mobili affastellati sul fondo, fiori poggiati su una scala/pedana centrale, un tavolino da trucco con specchio e parrucca bianca di lato. Pochi suggestivi istanti che introducono alla singolare “recita dei sentimenti” immaginata e proposta da Lino Musella protagonista di un originale percorso poetico nella forza degli immortali versi di Shakespeare, qui “traditi” in napoletano dall’artista Dario Jacobelli, scomparso prematuramente nel 2013.
“Dario Jacobelli è stato un protagonista della scena culturale della città dalla fine degli anni ’70 – così ne introduce il ricordo Lino Musella – ed è autore di canzoni per 99 Posse, Bisca, Peppe Barra, Daniele Sepe, oltre che di numerose sceneggiature cinematografiche. Era un poeta inusuale, che, negli ultimi anni della sua vita, si è dedicato alla traduzione in lingua napoletana o al “tradimento”, come amava definirlo lui stesso, di 30 Sonetti di Shakespeare”.
Lino Musella, apprezzato attore dell’Hamlet diretto da Andrea Baracco e del Natale in casa Cupiello firmato da Antonio Latella, nonché noto volto della serie tv Gomorra – interpreta il ruolo di un inconsueto Bardo per condurre il pubblico in un delicato viaggio nella parola poetica shakespeariana reinterpretata, però, nel teatralissimo napoletano dei sonetti “traditi e tradotti” da Dario Jacobelli, pubblicati postumi dalla casa editrice partenopea ad est dell’equatore .
“I sonetti – sottolinea Lino Musella – sono, per loro natura, battute senza personaggio e, nella traduzione di Jacobelli, quelli del grande drammaturgo ritrovano teatralità. Il suo napoletano attinge da una parte a una lingua teatrale e letteraria, dall’altra a contaminazioni contemporanee che vanno dallo slang al linguaggio di strada. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra”.
Lino Musella alterna così la maestria dei comici dell’arte, il ritmo mai insipido della grande commedia partenopea, le declinazioni barocche della sceneggiata, i registri doppi e multipli della farsa, per comporre il suo nuovo copione di uno spettacolo in cui l’Amore si fa materia attraverso il Teatro.
L’ammore nun’è ammore
Una nota di Lino Musella
Dario Jacobelli, poeta napoletano scomparso prematuramente nel 2013, si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare. Non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione. Un legame sottile, autentico e senza alcuna pretesa speculativa lo portava di volta in volta a reinterpretare un altro numero del Bardo. E così nascevano il 55, il 116, il 150… Lo faceva per sé, per riuscire ad ascoltare fino in fondo quello che Shakespeare aveva da dirgli. Come un esercizio spirituale, come un gioco puro. I sonetti sono battute senza personaggio e nella traduzione di Jacobelli il paradosso sta proprio nel restituire una teatralità ai versi del più grande drammaturgo al mondo. Il suo napoletano attinge da una parte a una lingua teatrale e letteraria dall’altra a contaminazioni contemporanee che vanno dallo slang al linguaggio di strada. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra.
Lino Musella
Dario Jacobelli è stato protagonista della scena culturale della città dalla fine degli anni ’70; le esperienze artistiche da lui attraversate, molto varie, riflettono una produzione composita: scrittore di racconti, romanzi e poesie, paroliere per musicisti come i Bisca, i 99 Posse, gli Almamegretta, Peppe Barra, Daniele Sepe, Climnoizer, Gabriella Pascale. La sua carriera spazia dall’ideazione e la realizzazione di istallazioni di arte, a numerose sceneggiature e regie cinematografiche.
È un poeta inusuale, che, negli ultimi anni della sua vita, si è dedicato alla traduzione in lingua napoletana o al “tradimento”, come amava definirlo lui stesso, di 30 Sonetti di Shakespeare.
Lino Musella è nato a Napoli nel 1980. Studia recitazione con Guglielmo Guidi a Napoli, e regia teatrale alla scuola Paolo Grassi di Milano. Negli anni alterna l’attività di attore, regista, tecnico e disegnatore luci. Ha lavorato (tra gli altri) come attore con Mario Martone, Andrea De Rosa, Carlo Cerciello, Pierpaolo Sepe, Marcello Cotugno, Fabrizio Arcuri, Valter Malosti, Serena Sinigaglia, Andrea Baracco, Antonio Latella, Alfredo Arias, Paolo Zuccari. Forma nel 2008 la compagnia MusellaMazzarelli con Paolo Mazzarelli. Nel 2014 vince il Premio Le Maschere del Teatro come miglior attore emergente per La società; lo spettacolo nello stesso anno vince il Premio della Critica – ANCT. Nel 2015 vince il Premio Hystrio Anct, nel 2016 vince con la sua compagnia MusellaMazzarelli il premio Histryo alla drammaturgia con Strategie fatali. Nel 2017 vince il Premio Enriquez insieme a Monica Nappo e Paolo Mazzarelli. È tra gli interpreti della serie TV Gomorra.
Marco Vidino nato a Napoli nel 1977, parallelamente agli studi del conservatorio, da sempre si avvicina alla musica pop/etnica/elettronica, studiandone i vari fenomeni, ha collaborato con vari artisti nazionali e internazionali come musicista compositore, compone musica per spettacoli teatrali e cortometraggi e documentari e pubblicità. Impegnato come musicista “tournista” con vari artisti e orchestre. Polistrumentista suona cordofoni chitarra classica, acustica, elettrica, Mandolino, Mandola, Mandoloncello, Mandolone, basso, Tamburo a Cornice (Tammorra). Pratica la computer music dal 1998 quindi fa arrangiamenti e composizioni moderne, esperto di synth, e appassionato di musica concreta studia i fenomeni della musica acustica e elettronica.
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