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Dal 19 al 21 aprile 2017, Teatro Bellini
In esclusiva al Teatro Bellini, l’ultima creazione di Eimuntas Nekrošius, il regista lituano di fama internazionale la cui grandezza mette d’accordo pubblico e critica. Il suo originalissimo lavoro, spazia dall’allestimento di piéce classiche, da Shakespeare a Chekhov, alle messinscene di opere letterarie, come il Cantico dei Cantici o La Divina Commedia di Dante. A Hunger Artist è il suo lavoro più recente, tratto dall’ultimo scritto di Kafka, pubblicato in Italia con il titolo Un Digiunatore o Un Artista del Digiuno.
Nekrošius ne realizza una rilettura teatrale che riesce a sorprendere perfino lo spettatore che conosce perfettamente il testo kafkiano. Assistendo allo spettacolo, infatti, ci si troverà più di una volta ad accennare un sorriso incerto senza gioia, un sorriso amaro, di quelli che spesso scaturiscono dalla lettura di Kafka. E certamente si proverà un certo straniamento nello scoprire che in scena, l’artista del digiuno è una donna, a dispetto del personaggio maschile creato dallo scrittore boemo. E ci si meraviglierà nel rendersi conto che la protagonista di Nekrošius si muove liberamente, mentre nel libro l’artista del digiuno è imprigionato in una gabbia. I critici che hanno scritto sulla novella kafkiana, ne hanno ipotizzato vari significati nascosti: è la tragedia di un artista rifiutato dal pubblico? O forse è la tragedia di un essere umano che cerca di sopraffare Dio? Chiunque abbia ragione, l’interpretazione teatrale della splendida Viktorija Kuodyté e del trio di attori che la affiancano – Vaidas Vilius, Vygandas Vadeiša e Genadij Virkovskij – è così potente e avvincente che tutto passa in secondo piano e lo spettatore è letteralmente rapito, al punto tale da non avere il tempo (nè la voglia) di scavare alla ricerca di sfumature filosofiche.
All’improvviso, ci si ritrova immersi nella messinscena, mentre l’artista del digiuno canta una canzone della nostra infanzia oppure mentre tenta di capire un breve trattato medico sulla digestione; e tutto appare sorprendentemente organico e coerente. Proprio quel minimalismo ascetico, in totale armonia con Kafka. E, soprattutto, i quattro interpreti riusciranno a provocare i brividi a quella che qualcuno definisce “anima”.
Nekrošius ne realizza una rilettura teatrale che riesce a sorprendere perfino lo spettatore che conosce perfettamente il testo kafkiano. Assistendo allo spettacolo, infatti, ci si troverà più di una volta ad accennare un sorriso incerto senza gioia, un sorriso amaro, di quelli che spesso scaturiscono dalla lettura di Kafka. E certamente si proverà un certo straniamento nello scoprire che in scena, l’artista del digiuno è una donna, a dispetto del personaggio maschile creato dallo scrittore boemo. E ci si meraviglierà nel rendersi conto che la protagonista di Nekrošius si muove liberamente, mentre nel libro l’artista del digiuno è imprigionato in una gabbia. I critici che hanno scritto sulla novella kafkiana, ne hanno ipotizzato vari significati nascosti: è la tragedia di un artista rifiutato dal pubblico? O forse è la tragedia di un essere umano che cerca di sopraffare Dio? Chiunque abbia ragione, l’interpretazione teatrale della splendida Viktorija Kuodyté e del trio di attori che la affiancano – Vaidas Vilius, Vygandas Vadeiša e Genadij Virkovskij – è così potente e avvincente che tutto passa in secondo piano e lo spettatore è letteralmente rapito, al punto tale da non avere il tempo (nè la voglia) di scavare alla ricerca di sfumature filosofiche.
All’improvviso, ci si ritrova immersi nella messinscena, mentre l’artista del digiuno canta una canzone della nostra infanzia oppure mentre tenta di capire un breve trattato medico sulla digestione; e tutto appare sorprendentemente organico e coerente. Proprio quel minimalismo ascetico, in totale armonia con Kafka. E, soprattutto, i quattro interpreti riusciranno a provocare i brividi a quella che qualcuno definisce “anima”.
Durata: 75 min.
Teatro Bellini dal 19 al 21 aprile 2017
Prezzi: A partire da 25€- Per gli Under29 il prezzo è 20€ secondo migliore disponibilità
Orari: h. 21:00
Raoul Bova e Chiara Francini in “Due”, per la regia di Luca Miniero, dal 19 al 30 aprile 2017 al Teatro Diana di Napoli
“Le ultime sette parole di Cristo sulla croce” di Haydn, nella versione cameristica eseguita dal Quartetto Mitja, il 13 aprile 2017