Di: Sergio Palumbo
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“Non c’è niente di male nel far ridere la gente: le risate, le lacrime, sono emozioni”. Così dice nonno Saverio a nonna Trieste al termine del primo atto di questa bella commedia dal retrogusto amaro scritta da Carmine Amoroso, nota al grande pubblico soprattutto perché divenuta, nel 1992, il soggetto dell’omonimo film di Mario Monicelli.
Senza la lente deformante della macchina da presa, lo spettatore può sbirciare in casa di Saverio e Trieste quando, durante le festività natalizie, ricevono la visita dei quattro figli, del genero e della nuora, ciascuno con il suo carico di problemi, di segreti e di nevrosi. Centrale nella narrazione è nonno Saverio, anche voce narrante, che tra perdite di memoria e sprazzi di follia diverte gli spettatori ma li fa anche riflettere, con momenti introspettivi di grande impatto. L’annuncio, da parte di Trieste, della volontà dei nonni di andare a vivere da uno dei figli sarà l’elemento scatenante che porterà figli e consorti ad accapigliarsi tra loro smascherando ipocrisie, manifestando rancori sopiti e rivelando sconvolgenti segreti inconfessati, fino a diventare “serpenti” che, viscidi e striscianti, arriveranno alla terribile decisione finale.
La regia di Luciano Melchionna è all’insegna della vivacità e della dinamicità dell’azione, con un grande movimento in scena di tutti i personaggi, coinvolgendo il pubblico anche con molteplici incursioni in platea degli attori. Melchionna calibra perfettamente i tempi, con dialoghi serrati ma non senza momenti di calma introspettiva per far riflettere il pubblico, complici anche l’ottimo disegno luci, a cura di Salvatore Palladino, e le belle musiche di Stag. Molto ben congegnata la scena girevole ad opera di Roberto Crea, suddivisa in due piani, uno dove si svolgono la cena ed il pranzo di Natale e l’abbaino usato principalmente da nonno Saverio, che dall’alto osserva ed interagisce con i parenti.
Straordinaria l’energica interpretazione di Lello Arena, che ancora una volta si conferma attore capace di coniugare superbamente capacità comiche e forza drammatica come solo pochi attori sanno fare, caratteristica fondamentale per la buona resa teatrale di un testo di questo genere. Con lui e con la bravissima Giorgia Trasselli (nel ruolo di Trieste), un ottimo ed affiatatissimo cast di attori: Andrea de Goyzueta (Alessandro), Raffaele Ausiello (Michele), Carla Ferraro (Gina), Autilia Ranieri (Milena), Annarita Vitolo (Lina) e Fabrizio Vona (Alfredo).
“Parenti serpenti” sarà in scena al Teatro Cilea di Napoli fino al 29 gennaio 2017.
Link: il sito del Teatro Cilea di Napoli – www.teatrocilea.it
(Foto di Nicolò Beardo)
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