Di: Sergio Palumbo
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Titolo tra i più amati dal pubblico napoletano, “La Bohème” di Giacomo Puccini torna al Teatro San Carlo dopo appena un anno, per celebrarne i 120 anni dalla prima rappresentazione, nello stesso allestimento proposto nell’ambito della seconda edizione del San Carlo Opera Festival, per la regia di Francesco Saponaro.
Con la prova generale del 15 dicembre 2016, il Massimo napoletano ha rinnovato il proprio impegno per il sociale, devolvendo il ricavato alla Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli ed all’Associazione La Scintilla Onlus.
La scelta di fondo della regia di Francesco Saponaro è quella di porre in risalto la componente sociale dell’opera, che si riflette principalmente sui costumi e sulle scene, entrambi a firma di Lino Fiorito. I costumi, ben curati nei minimi dettagli, fanno subito intuire l’ambientazione in un contesto popolare chiaramente caratterizzato dalla povertà. Le scene, semplici e fondamentalmente scarne, sono rese accattivanti dalle videoproiezioni usate come fondali, dove la periferia parigina, con i suoi comignoli fumanti, è affrescata con bei colori pastello. La scelta registica si riflette anche nella mancanza dello sfarzo del Caffè Momus e del quartiere latino del secondo atto, compensata dal grande movimento del coro, diretto da Marco Faelli, e dall’allegria del coro delle voci bianche, diretto da Stefania Rinaldi. La lettura popolare dell’opera da parte di Saponaro è evidente, poi, nella scena finale, in cui Mimì, appena morta, viene portata in un corteo funebre, strappandola all’ultimo abbraccio di Rodolfo, che si dispera davanti al letto vuoto, potendo stringere a sé la sola cuffietta rosa. Di particolare efficacia il disegno luci di Pasquale Mari, che usa con maestria il chiaroscuro.
Sul podio dell’Orchestra del Teatro San Carlo, la grande sensibilità di Valerio Galli si riscontra soprattutto nella perfetta calibrazione dei tempi, che sottolinea in modo sapiente la dicotomia tra vita e morte dell’opera pucciniana, con un ponderato utilizzo delle pause, ben esaltando l’intensità dei momenti di maggior lirismo.
Giordano Lucà, che si alternerà nelle rappresentazioni con Francesco Demuro, è un Rodolfo appassionato e dal bel timbro vocale, con uno squillo notevole ed un’ottima sicurezza sugli acuti. Non convince, invece, la Mimì del soprano moldavo Olga Busuioc, che si alternerà con Irina Lungu: oltre agli evidenti difetti di pronuncia, che si fanno sentire soprattutto sulle vocali, lascia a desiderare l’omogeneità dell’emissione, pur apprezzando il colore vocale. Molto buona la prova vocale di Bruno Taddia, che si alternerà con Alessandro Luongo nel ruolo di Marcello, mentre Giulio Mastrototaro è uno Schaunard dalla perfetta pertinenza scenica. Troppo cupo il Colline di Alessandro Guerzoni, che si alternerà con Andrea Concetti, e la sua “Vecchia zimarra” non rende quanto dovrebbe. Fresca e sensuale la Musetta di Carmen Romeu, che si alternerà con Ellie Dehn. Come già nel 2015, Matteo Ferrara si destreggia egregiamente nel doppio ruolo del signor Benoit e di Alcindoro.
La Bohéme sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli dal 16 al 21 dicembre 2016.
Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it
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