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Il Teatro di San Carlo ripropone
l’Achille in Sciro di Domenico Natale Sarro
prima opera andata in scena il 4 novembre 1737,
per celebrare l’anniversario del Teatro,
a 279 anni dalla fondazione e in occasione delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita di Carlo III di Borbone (20 gennaio 1716 – 14 dicembre 1788)
libera drammatizzazione e regia
di Filippo Zigante
sul podio Alessandro De Marchi
Teatro di San Carlo
Venerdì 4 Novembre 2016, ore 20.00
Sabato 5 Novembre 2016, ore 19.00
Venerdì 4 novembre il Teatro di San Carlo celebra un importante anniversario: i 279 anni dalla propria fondazione, avvenuta il 4 novembre del 1737, giorno di San Carlo e onomastico del sovrano, Carlo III di Borbone, di cui ricorrono quest’anno i 300 anni dalla nascita (20 gennaio 1716 – 14 dicembre 1788).
Il regnante volle la costruzione del teatro all’interno di Palazzo Reale, e fin da subito desiderò che fosse tra i più belli al mondo, così da suscitare l’ammirazione di tutti i sovrani d’Europa. L’edificio traghetta nel nome che porta il ricordo di colui che lo rese fin da subito polo di eccellenza per la musica e le arti dello spettacolo, punto di riferimento in Europa e nel mondo.
Per ricordare Carlo III, e celebrare questa doppia ricorrenza, il Massimo napoletano (venerdì 4 novembre alle ore 20.00, in replica sabato 5 novembre alle ore 19.00) ripropone in forma semiscenica, Achille in Sciro di Domenico Natale Sarro (1679 – 1744), su libretto di Pietro Metastasio (1698 – 1782), opera scelta nel 1737 per inaugurare il nuovo sfarzoso Lirico di Napoli.
“Era per il Teatro di San Carlo un dovere ricordare Carlo III di Borbone” afferma Rosanna Purchia, Sovrintendente del Teatro di San Carlo, “per ringraziarlo di aver donato a Napoli il Teatro più bello al mondo, un luogo che ancora oggi è in grado di stupire e suscitare meraviglia in tutti coloro che vi entrano, e da tutto il mondo arrivano per applaudirne gli spettacoli. Queste celebrazioni offrono inoltre l’opportunità di collaborare con altre istituzioni cittadine, che a Carlo devono la loro fortuna o la loro esistenza, e ancora di poter costruire un ponte con istituzioni internazionali, quali ad esempio La Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. Tutta Napoli, le regge limitrofe, gran parte della Campania, devono a Carlo III quelle rivoluzioni urbanistiche, normative, che il sovrano illuminato attuò, rendendo, all’epoca, questa parte di Italia, tra le più importanti e attive di tutta Europa.”
A firmare drammaturgia e regia dell’opera di Sarro è Filippo Zigante, la direzione d’orchestra è affidata aAlessandro De Marchi mentre la revisione critica e gli inserti musicali sono di Ivano Caiazza. Nel cast vocale Enrico Iviglia nel ruolo di Licomede, Sonia Prina sarà Achille, Deidamia avrà la voce di Raffaella Milanesi, Francesco Marsiglia interpreterà Ulisse, Lucia Cirillo sarà Teagene e Francesca Lombardi Mazzulli Arcade; a tenere il fil rouge della narrazione, aiutando lo spettatore a comprendere lo svilupparsi dell’azione, è il personaggio di Nearco che avrà il volto e la voce di Mariano Rigillo.
Il libretto di Metastasio, messo in musica numerose volte (prima del Sarro, nel 1736 da Antonio Caldara, successivamente nel 1738 da Giuseppe Arena, nel 1739 da Pietro Chiarini, nel 1740 da Leonardo Leo, nel 1749 da Niccolò Jommelli, nel 1759 da Johann Adolph Hasse solo per citare alcuni emblematici casi di un soggetto molto amato, ripreso anche da Giovanni Paisiello negli anni di San Pietroburgo), narra i tormenti di Achille, figlio di Peleo e Teti che per sfuggire al destino e non prendere parte alla Guerra di Troia, è obbligato dal padre a rifugiarsi, travestito da donna, nell’isola di Sciro dove s’innamora della principessa Deidamia. Achille viene, nonostante il travestimento, riconosciuto dall’astuto Ulisse ed invitato ad unirsi agli eserciti in partenza.
«La messa in scena – racconta Filippo Zigante – è essenziale, in essa i personaggi non compiono, ma evocano l’azione, stimolando la fantasia dello spettatore con il supporto anche di proiezioni e momenti coreografici. Il vero protagonista – continua Zigante – non è Achille, cui l’opera si intitola, né tantomeno Deidamia. Ulisse, determinato e lucido nelle sue azioni, degno, per l’acutezza della sua mente, di varcare indenne il lungo spazio temporale e di ben collocarsi nel ‘secolo dei Lumi’, ne è il vero protagonista, il personaggio chiave dell’opera. Gli altri personaggi sono rinchiusi nello schema che il destino ha loro assegnato […] tutti sono sovrastati dalla figura di Ulisse che in questa circostanza, come nelle altre della tradizione omerica, con la ragione domina gli eventi».
L’Achille in Sciro, già applaudito a Vienna nel 1736, su musiche di Antonio Caldara, fu affidato alle mani esperte di Domenico Sarro, compositore nato a Trani ma di formazione napoletana, Maestro della Real Cappella, considerato tra le più eminenti personalità della vita musicale napoletana del primo Settecento, se non la più importante e significativa della generazione immediatamente successiva a quella di Alessandro Scarlatti.
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Teatro di San Carlo
Dramma per musica in tre atti
Musica di Domenico Sarro
Libretto di Pietro Metastasio
Libera drammatizzazione a cura di Filippo Zigante
Voce recitante | Mariano Rigillo
4 novembre 1737, Inaugurazione del Nuovo Grande Real Teatro San Carlo di Napoli
Selezione e revisione critica a cura di Ivano Caiazza
Direttore | Alessandro De Marchi
Interpreti
Licomede, Enrico Iviglia
Achille, Sonia Prina
Deidamia, Raffaella Milanesi
Ulisse, Francesco Marsiglia
Teagene, Lucia Cirillo
Arcade, Francesca Lombardi Mazzulli
Nearco Mariano Rigillo
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
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