Di: Sergio Palumbo
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“Bordello di mare con città”, di Enzo Moscato, per la regia di Carlo Cerciello, apre la stagione teatrale 2016/2017 del Teatro Bellini di Napoli. Il testo, scritto da Moscato trent’anni fa, poco dopo la morte dell’amico Annibale Ruccello, non era mai stato rappresentato e costituisce uno spartiacque nella produzione moscatiana, che abbandona la struttura narrativa lineare tipica del teatro di prosa per passare ad una scrittura più lirica (“de-lirica”, come la definisce lo stesso autore) e visionaria. In questo testo è possibile individuare chiaramente questo spartiacque: il primo ed il secondo atto sono esattamente lo specchio della prima e della seconda parte della produzione moscatiana ed è interessante come sia una morte cruenta ad innescare il cambiamento: la morte di Bettina, nel testo di questo spettacolo, ma anche la morte di Annibale Ruccello, nel tragico incidente stradale in cui perse la vita uno dei più grandi drammaturghi campani, grande amico di Enzo Moscato.
Siamo nella metà degli anni ’80, in uno dei periodi più difficili attraversati dalla città di Napoli, quelli del post terremoto, e siamo in un ex bordello, dove si respira una strana aria di santità: è lì che Assunta Di Maio, ex prostituta, opera i miracoli di guarigione dal “male moderno” (l’Aids). “Una guarigione omaggio ogni tre infettati”. Un giornalista (interpretato dallo stesso Moscato), illuminato da un fascio di luce che lo segue mentre si muove sulla scena, pone delle domande alle donne che assistono la presunta guaritrice: Cleò e Madamina, ex (ma forse non tanto ex) prostitute miracolate e Titina, che da tempo scrive, senza risposta, ad un Cardinale, chiedendogli di far visita al bordello per verificare effettivamente le straordinarie doti di Assunta. Titina è la madre della dodicenne Betti, che avrà il compito di consegnare una lettera al Cardinale, costretto dalla Curia a far visita a questo bordello di cui tanto si parla in città. Ma Assunta intercetterà la lettera e metterà a punto un piano diabolico. Nel secondo atto tutto cambia: al centro della scena c’è una bara bianca, sotto il ritratto di Annibale Ruccello (che troneggia in alto per tutto lo spettacolo). Betti è morta dissanguata. Era la sua prima volta, come aveva detto all’inizio dello spettacolo: “E’ la mia prima volta, ma non ho paura”. Il suo corpo, offerto al Cardinale, è ora in quella bara bianca, proprio a causa di quell’atto folle, pedofilo e perfino incestuoso ed è qui il punto di non ritorno della scrittura moscatiana. La narrazione fa posto alla visione, il dialogo al monologo, la prosa alla lirica: lo sdegno di Cleò e Madamina, urlato e cantato nei confronti del Cardinale e di Assunta, la disperazione di Titina, il tormento del Cardinale e la lucida follia di Assunta prendono forma, mentre Moscato legge gli articoli dei giornali sul terribile evento, finché sarà lui stesso a riporre il ritratto di Ruccello nella bara bianca, citando i versi di Emily Dickinson: ““Un ragno era intento a cucire (di notte senza luce) / sopra un arco di bianco. // Se fosse gorgiera di dama / o sudario di gnomo / solo a se stesso diceva. // La sua strategia / era fisionomia / dell’immortalità”.
La forza del testo di Moscato è dirompente e l’allegoria del bordello a rappresentare la città di Napoli è evidente: come il bordello, anche Napoli cerca un riscatto che non riesce a trovare e, come Betti, è stuprata dai potenti, che la condannano a morte. La maschera di Pulcinella ai piedi della bara bianca è il chiaro simbolo di questa metafora, ma non solo: “Betti è Napoli, ma è anche Annibale Ruccello e la sua morte violenta è sì la morte dell’innocenza e del futuro di un’intera città, ma è anche la fine di un modello teatrale, di un modo di scrivere e di concepire il teatro”, scrive Carlo Cerciello nelle note di regia.
“Bordello di mare con città” è sicuramente uno spettacolo non semplice da rappresentare. L’abilità di Cerciello è quella di riuscire a valorizzare pienamente il testo di Moscato, anche grazie all’eccellente allestimento, che è studiato nei minimi dettagli per esaltare la potenza del testo, a partire dalle scene di Roberto Crea e dai costumi di Alessandro Caimmarughi, fino alle fondamentali luci di Cesare Accetta, passando per due elementi imprescindibili: le musiche originali di Paolo Coletta ed i suoni di Hubert Westkemper. Ma uno dei punti di forza di questa rappresentazione è la straordinaria bravura degli attori in scena: Fulvia Carotenuto (Assunta), Cristina Donadio (Madamina), Ivana Maione (Cleò), Sfora Russo (Betti), Lello Serao (il Cardinale), Imma Villa (Titina), oltre allo stesso Enzo Moscato, nel ruolo del giornalista.
“Bordello di mare con città” sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 6 novembre 2016.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
(Foto di Andrea Falasconi)
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