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La Stagione 2016/2017 del Ridotto del Mercadante

tra drammaturgia contemporanea e nuove proposte

Dieci titoli di cui otto in prima italiana

Anche quest’anno il Ridotto del Mercadante – la sala al primo piano della sala di piazza Municipio – presenta un programma di spettacoli all’insegna della ricerca di nuove forme sceniche che lo confermano come lo spazio dello Stabile destinato alle giovani compagnie e alle nuove generazioni di registi e di autori.

Tra novembre 2016 e maggio 2017 un cartellone con dieci spettacoli – otto in prima italiana – proporrà al pubblico una partitura di allestimenti di opere e testi di drammaturgia contemporanea partenopeo, italiano e europeo.

Si parte l’8 novembre con il debutto dello spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Napoli Ritorno a Pompei, dal romanzo della scrittrice belga Amélie Nothomb pubblicato in Italia nel 1999, nell’adattamento e la regia di Alessandro Maggi interpretato da Alberto Fasoli e Anna Ammirati, in scena fino al 13 novembre.

Dal 22 al 27 novembre in scena Il baciamano di Manlio Santanelli – primo dei due testi dell’autore napoletano in Stagione insieme a Calcedonio – nella messa in scena diretta da Giovanni Esposito, interpretato da Susy De Giudice e Giulio Cancelli.

Dal 6 all’11 dicembre andrà in scena uno dei testi che hanno segnato la stagione della “nuova drammaturgia napoletana”, Mamma, del drammaturgo e attore di Castellammare di Stabia Annibale Ruccello, del 1986, con la regia di Gerardo D’Andrea e l’interpretazione di Antonella Morea.

Dal 17 al 22 dicembre il testo del 1989 di Manlio Santanelli, Calcedonio, interpretato da Federica Aiello, Giuseppe Cantore e da Orlando Cinque, qui anche regista, in prima nazionale su produzione del Teatro Stabile di Napoli.

Dal 7 al 12 febbraio in scena Cosa vedi, spettacolo scritto e diretto da Mirko Di Martino con Titti Nuzzolese, che indaga il tema della relazione di coppia. Il cast è in via di definizione.

Dal 21 al 26 febbraio, su produzione del Teatro Stabile di Napoli, in prima italiana, va in scena Liquido, testo del 2009 di Marcello Cotugno, che firma anche la regia, con protagonisti Valentina Acca e Salvatore Cantalupo.

Dal 14 al 19 marzo altro debutto nazionale, ancora su produzione dello Stabile, lo spettacolo Giuseppe Z., scritto e diretto da Peppino Mazzotta, interpretato da Marco Di Prima, Salvatore D’Onofrio, Giulia Pica e dallo stesso Peppino Mazzotta.

Dal 28 marzo al 2 aprile fa tappa al Ridotto Tomcat, testo inedito in Italia dello scrittore inglese James Rushbrooke, scritto nel 2015, messo in scena da Rosario Sparno, con Francesca De Nicolais, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli.

Dal 18 al 23 aprile andrà in scena All in, testo di Roberto Nugnes interpretato da Gennaro Di Colandrea e Geremia Longobardi su regia di Giuseppe Miale Di Mauro.

Ultimo spettacolo del cartellone in scena dal 2 al 7 maggio è Eva di Januaria Piromallo interpretato da Teresa Saponangelo su regia di Alessandra Felli, in prima italiana su produzione del Teatro Stabile di Napoli.

informazioni tel. 081.5524214 | www. teatrostabilenapoli.it

biglietteria tel. 081.5513396 | biglietteria@ teatrostabilenapoli.it

PROGRAMMA DEL RIDOTTO – STAGIONE 2016 > 2017

8 > 13 novembre 2016

RITORNO A POMPEI
di Amélie Nothomb – adattamento e regia Alessandro Maggi

con Anna Ammirati, Alberto Fasoli

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

luci Gigi Saccomandi

collaborazione alla drammaturgia Federica Iacobelli

produzione Teatro Stabile di Napoli
Autrice di romanzi che ogni anno in Francia volano ai vertici delle classifiche, Amélie Nothomb scrive storie nitide e feroci, talvolta surreali e inaspettatamente esilaranti, esprimendo inafferrabilità e leggerezza, mostrando ora se stessa ora il suo personaggio di scrivente.

Alessandro Maggi adatta per il teatro il suo Ritorno a Pompei, romanzo basato su un dialogo serratissimo e sull’apparente assurdità di un viaggio avanti nel tempo: “lei, giovane scrittrice del nostro tempo, ambiziosa e tenace, catapultata improvvisamente nel futuro a causa della sua paradossale intuizione su un presunto ‘movente’ dell’eruzione vulcanica che distrusse Pompei nel 79 d.C. (che è singolare antefatto allo sviluppo della storia), si trova al cospetto di lui, uomo netto e fortemente persuasivo, fervente fiamma di una ‘intellighenzia altra’ che è al vertice dello stato sociale di un plausibile ventiseiesimo secolo e che è causa del suo forzato slittamento temporale”.

22 – 27 novembre 2016

IL BACIAMANO
di Manlio Santanelli – regia Giovanni Esposito

con Susy De Giudice, Giulio Cancelli

costumi Rossella Aprea

scene Luigi Ferrigno – effetti video Davide Scognamiglio

progetto luci Nadia Baldi

collaborazione musicale Elio Manzo

produzione Teatro Segreto

Il baciamano di Manlio Santanelli, afferma Giovanni Esposito, immerge due mondi apparentemente opposti immersi in un contesto di guerra dove la disperazione costruisce armi con la ferale meccanica del tutto è concesso. Ma allorché questi mondi stringono fra loro un intimo contatto, al riparo da sguardi giudicanti, la loro asse di rotazione si sposta. Le abituali prospettive mutano e le asserite certezze si rivelano in tutta la loro effimera volatilità, rendendo disperata la ricerca di una via d’uscita. Un gesto ammirato, sognato, un baciamano, diventa l’opportunità per consolidare il cambio di

prospettiva. Mutare pelle e diventare quello che si poteva essere. Due anime

che arrivano a sfiorarsi l’un l’altra, finché una voce, un suono, basta a farle

rifuggire entro gli antichi confini, di nuovo costrette nell’antica e stratificata armatura. Il sommovimento ha però lasciato delle crepe attraverso le quali sembrano germinare i semi di un mutamento forse definitivo.

6 – 11 dicembre 2016

MAMMA
di Annibale Ruccello – regia Gerardo D’Andrea

con Antonella Morea
produzione Associazione Teatro Positano Eventi Mediterranei

Quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe e che poi via via si trasformano nei vari episodi in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze – le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo. A interpretare questi deliri verbali, fondati sulla contaminazione e alterazione del linguaggio, l’attrice Antonella Morea e ad accompagnarla, una fisarmonica, un violino e un sax.

17 – 22 gennaio 2017
CALCEDONIO
di Manlio Santanelli – regia Orlando Cinque
con Federica Aiello, Giuseppe Cantore, Orlando Cinque
scenografia Accademia di Belle Arti di Napoli
costumi Alessandra Gaudioso
luci Cesare Accetta
musiche Luisa Boffa
produzione Teatro Stabile di Napoli

Orlando Cinque interpreta e firma la regia di Calcedonio, testo del 1989 di Manlio Santanelli.
“Una coppia non più giovane, marito e moglie, invita a cena un vecchio amico”, racconta Cinque in una sua nota. “Quando gli argomenti cominciano a scarseggiare, e si avvicina il momento dei saluti, il discorso finisce, in modo apparentemente casuale, su Calcedonio, enigmatico compagno di liceo dei tre di cui si son perse le tracce. Il successivo tentativo di ricostruirne l’età e la biografia darà il via ad un rocambolesco e divertentissimo gioco di calcoli, deduzioni e supposizioni, che, saccheggiando la Storia ufficiale, tenta di restituire un senso alla storie private dei tre amici.

Calcedonio è un thriller esistenziale, immerso in una disperata ironia, in cui però “l’assassino” è già noto, non viene mai nominato, quasi rimosso; ma ciò che si cerca di scoprire è invece chi sia la “vittima”: cosa è andato perduto per sempre, quali sono le promesse non mantenute che rendono invivibile il presente, a cosa o chi si deve dire addio e cosa invece si può ancora salvare, cosa possiamo perdonare, cosa dobbiamo riconoscere perché si possa prendere serenamente congedo dal passato ed aprire una pagina nuova nella propria vita e nel proprio tempo”.

7 – 12 febbraio 2017

COSA VEDI
drammaturgia e regia Mirko Di Martino

con Titti Nuzzolese, Pino L’Abbate

produzione Teatro dell’Osso

Mirko Di Martino con il suo spettacolo racconta le storie di tre coppie impegnate nella dolorosa ricerca di qualcosa che sempre sfugge, tre diverse relazioni che hanno la stessa consistenza di altrettante illusioni ottiche. Due attori interpretano i sei personaggi in un gioco di specchi che moltiplica i piani della visione: attori che interpretano personaggi che fingono, che mentono, che ingannano. Realtà e finzione si confondono fino a scambiarsi l’una con l’altra, le certezze svaniscono lasciando il posto all’ambiguità, la cifra che unisce teatro e verità, amore e sogno. E come in tutte le illusioni ottiche, anche nell’amore, quando alla fine si scopre la vera realtà delle cose, la visione non cambia: l’inganno vince.

21 – 26 febbraio 2017

LIQUIDO
testo e regia Marcello Cotugno

con Valentina Acca, Salvatore Cantalupo, Xhilda Lapardhaja, Serena Marziale

in video Alfonso Postiglione

scenografia Accademia di Belle Arti di Napoli

produzione Teatro Stabile di Napoli

Marcello Cotugno firma la regia del suo testo intitolato Liquido, nato da una riflessione sul disgregamento del concetto di famiglia e sui possibili mutamenti delle relazioni affettive e degli equilibri generazionali in un futuro prossimo. Il protagonista, Guido, si ritrova pensionato, con una moglie distante e due figlie ostinatamente estranee: in seguito all’improvvisa morte della moglie, preda di un crescente senso di inutilità e vittima del sottile disprezzo delle ragazze, decide di sparire. Va in oriente per sottoporsi a una terapia sperimentale che promette di sciogliere i nodi e i dolori di un’intera esistenza. Tra ciarlataneria e cyber cultura, il Dottor Hao, guru e terapeuta giapponese, immerge i pazienti in una sorta di liquido amniotico per riportarli al grado zero della propria coscienza, intatti dalle ferite della vita. Dopo un anno di terapia, Guido torna a casa. Forse è davvero “guarito”, forse il suo viaggio ha avuto la funzione di un potente placebo sciogliendo le tensioni d’una vita, certamente appare un altro uomo, deciso fino alla spietatezza, anaffettivo, animato da un’energia incontenibile.

14 – 19 marzo 2017

GIUSEPPE Z.
testo e regia Peppino Mazzotta

con Marco Di Prima, Salvatore D’Onofrio, Peppino Mazzotta, Giulia Pica

scenografia Accademia di Belle Arti di Napoli

disegno luci Cesare Accetta

produzione Teatro Stabile di Napoli

Peppino Mazzotta firma la regia del suo Giuseppe Z. definendo il protagonista un uomo semplice, tutto istinto e naturalezza. Uno di quei “poveri molti, infelici e stolti, di padri infelici e stolti, che non vuole lasciarsi dominare perché sa che la servitù non è necessità né fatalità né virtù. Uno di quegli incredibili, inconcepibili, inammissibili matti che non si possono rieducare né paternamente legittimare.

Un idiota che assomma in sé un misto di intuizione, simpatia e bontà. Un umile che non conosce la resa, l’educazione o l’obbedienza. Un invisibile che si intromette di prepotenza nella storia rischiando di cambiarne il corso.

28 marzo – 2 aprile 2017

TOMCAT
di James Rushbrooke – traduzione Roberto Vertolomo

regia Rosario Sparno

con Francesca De Nicolais, Fabiana Fazio, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani, Rosario Sparno

costumi Alessandra Gaudioso – disegno luci Riccardo Cominotto

scene Enrico de Capoa

sonorizzazioni e musiche Massimo Cordovani – disegni Micaël

progetto della Compagnia Bottega Bombardini

produzione Teatro Stabile di Napoli, Casa del Contemporaneo

Rosario Sparno firma la regia di Tomcat, testo di drammaturgia contemporanea inglese che ha vinto il premio Papatango 2015, inedito in Italia.

“In un futuro prossimo – spiega Sparno in una sua nota – il mondo è migliore di adesso. Malattie e disfunzioni sono state debellate. Ma qualcosa, qualcuno, ancora sfugge. Nel DNA dell’adolescente Jesse c’è un pericolo. Qualcosa che va studiato e curato. A qualunque costo. Per il bene di tutti.

Il titolo fa riferimento allo stato d’animo della protagonista che sente di essere – e di fatto è – un animale domestico, una cavia, sia per i medici, che la studiano, che per Tom, il suo infermiere. Jesse è “l’innocente”, nella quale sembra di scorgere una moderna Ifigenia, vittima sacrificale per il bene della collettività. Il testo esplora i labili confini etici della ricerca scientifica, ponendo nello spettatore inquietanti quesiti anche sull’aborto e la sanità mentale. Fin dove è lecito spingere la ricerca?

18 – 23 aprile 2017

ALL IN

IL GIOCO PUO’ CAUSARE SOLITUDINE
di Roberto Nugnes

adattamento Geremia Longobardo, Gennaro Di Colandrea, Giuseppe Miale Di Mauro

regia Giuseppe Miale Di Mauro
con Gennaro Di Colandrea, Geremia Longobardi

produzione Associazone Culturale Marina Commedia in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli

Giuseppe Miale di Mauro firma la regia di All in. Il gioco può causare solitudine, un testo su uno dei problemi sociali più attuali, la dipendenza dal gioco d’azzardo. “All in – spiega il regista in una sua nota – per i giocatori di poker significa giocarsi tutto, con la concreta possibilità di non poter tornare mai più indietro. E lo spettacolo è proprio la tragicomica storia di due amici, Ernesto e Ruggero, che vivono in maniera totale, ossessiva e conflittuale la loro solitudine e che non possono più tornare indietro: si attraggono e si respingono, litigano e fanno pace, come rinchiusi nella gabbia della loro vita. L’ottimismo osceno del giocatore contro il pragmatismo realistico e prudente dell’amico di sempre. Fino all’ultima scommessa. Fino all’ultimo confronto, fino al punto del non ritorno. Della loro amicizia e forse… della loro vita.

‘Perché il gioco dovrebbe essere peggiore di qualunque altro modo per far quattrini come, per esempio, del commercio? Vero è che su cento, uno solo vince, ma a me che importa?’ (Fëdor Dostoevskij)”.

2 – 7 maggio 2017

EVA
di Januaria Piromallo

regia Alessandra Felli
con Teresa Saponangelo

produzione Teatro Stabile di Napoli

Alessandra Felli firma la regia di Eva riduzione teatrale del romanzo di Januaria Piromallo, Il sacrificio di Éva Izsák, ricostruzione della vicenda della giovane ebrea ungherese, morta suicida nell’estate del 1944 nella grande foresta di Debrecen. Eva è una giovane militante del movimento sionista Hashomer Hatzair (la Giovane Guardia) e proprio nella piccola cellula di resistenti di Nagyvárad, incontrerà la futura stella dell’epistemologia moderna, Imre Lakatos, che oltre ad accoglierla e proteggerla, decreterà anche la necessità del suo suicidio. “Il sacrificio di Éva Izsák racconta innanzitutto una storia che ha tutto il sapore del disincanto” spiega la Felli. “Le grandi narrazioni cui la cultura moderna ha dato i natali per legittimare il proprio ordine, senso e realtà, quali illuminismo, idealismo e marxismo, sono giunte a compimento. Nella vicenda di Eva deflagrano i principi di moralità e giustizia, quei presupposti che sono fondamento e garanzia di ogni patto sociale che si stabilisce tra gli individui appartenenti a una stessa comunità. Il racconto delle peripezie di Eva, che segue passo dopo passo le tracce di una storia esemplare, tipica di una dottrina che ha reinterpretato il marxismo, è ricolmo di personaggi che hanno completamente perso il proprio senso etico. Se una comunità perde il senso dell’etica perde irrimediabilmente con esso anche il senso del tragico. Questo è il testamento che il pubblico è chiamato a custodire, diventando l’ultimo depositario di una staffetta di testimonianze che hanno attraversato la Storia”.