Di: Sergio Palumbo

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Se si dovesse riassumere in una parola la più che ventennale avventura della Nuova Orchestra Scarlatti, quella parola non potrebbe essere altro che “passione”. Passione per la musica, per la speciale magia che si crea tra i musicisti sul palco ed il pubblico in sala, per la gioia di condividere, divulgare e fare cultura. Ed è una passione che coinvolge tante e tante persone, di tutte le età, che hanno trovato nella Comunità delle Orchestre Scarlatti la dimensione ideale per coltivare e sviluppare la propria passione e, spesso, il proprio talento.

Bissando il fortunato appuntamento dello scorso anno, “La carica dei 114” torna al Teatro Mediterraneo di Napoli per l’evento clou della Primavera Musicale della Nuova Orchestra Scarlatti riunendo sul palco le Orchestre Scarlatti Junior, Scarlatti Young, l’amatoriale Scarlatti per Tutti e la Nuova Orchestra Scarlatti: 114 musicisti per un programma variegato e piuttosto insolito, che spazia attraverso due secoli, anche con pagine meno note e nel quale c’è anche un omaggio a due compositori napoletani: Emanuele Gianturco e Roberto De Simone, quest’ultimo con il Coro dei Soldati dalla Gatta Cenerentola proposto come primo bis.

L’omaggio a Gianturco è emblematico della passione per la divulgazione che da sempre contraddistingue i programmi della Nuova Orchestra Scarlatti: come avrà modo di dire lo stesso Maestro Gaetano Russo prima dei bis, Gianturco è conosciuto dai napoletani principalmente per aver dato il nome alla strada ove si trova una delle fermate dalla metropolitana della Linea 2 di Napoli, ma molti ignorano che, oltre ad essere stato un giurista e politico napoletano, più volte ministro, Gianturco fu un grande appassionato di musica e compose interessanti pagine per orchestra, tra cui la piacevole Marcia dei soldatini di piombo, che apre il concerto, nell’esecuzione dell’Orchestra amatoriale Scarlatti per Tutti, diretta dal Maestro Russo, seguita da due brevi brani di Robert Schumann: la Povera orfanella e la Marcia dei Soldati, orchestrati da Lorenzo Corrado. Di gran fascino le versioni per orchestra firmate da Luciano Nini della Ballata di Mackie Messer e della Canzone dei cannoni, tratte dall’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, con cui si conclude l’esibizione della Scarlatti per Tutti, apprezzata dal pubblico per il grande impegno dei suoi elementi.

Dopo la buona prova della Scarlatti per Tutti (tenendo ovviamente presente che si tratta di un’orchestra amatoriale), salgono sul palco i fiati della Scalatti Young per la delicata Serenata per fiati in mi bemolle maggiore opera 7 di Richard Strauss, ben eseguita dai giovani elementi dell’orchestra.

Sotto la scrupolosa direzione di Marco Scialò, la Nuova Orchestra Scarlatti offre una nuova prova del proprio livello di eccellenza, prima con Gianturco, che torna con la Marcia, il Minuetto e la Berceuse, e poi con la Polonaise per violino e orchestra in si bemolle maggiore di Franz Schubert, con un giovanissimo e brillante violinista solista: Alessandro Di Giacomo, membro della Scarlatti Young, il cui talento è giustamente ripagato dal grande apprezzamento da parte del pubblico. Con le struggenti note del violoncello suonato da Manuela Albano inizia la celebre Csárdás di Vittorio Monti, che poi si sviluppa in un trascinante dialogo tra il clarinetto di Gaetano Russo ed il violino di Francesco Solombrino.

Uno dei momenti più sognanti del concerto è l’esibizione di Giovanna Famulari, che, solo con il suo violoncello e la sua elegante voce jazz, propone Autumn leaves, versione inglese della famosissima Feuilles mortes di Joseph Kosma, che in una fatata metamorfosi si trasforma nel Preludio dalla Suite in do minore BWV 1007 di Johann Sebastian Bach, prima del toccante inno pacifista Last night I had the strangest dream di Ed McCurdy.

Sotto la direzione di Federico Odling, la nutritissima e giovanissima Scarlatti Junior esegue tre brani di Moondog orchestrati dallo stesso Odling: Stamping ground, Santa Fé e Pastoral, dimostrando di avere al suo interno validissimi elementi, che potranno crescere ed emergere anche grazie all’appartenenza ad una delle realtà musicali più interessanti del panorama campano.

Il gran finale vede riunite la Nuova Orchestra Scarlatti con le Orchestre Junior e Young per l’Overture dall’Orfeo all’inferno di Jacques Offenbach, che si culmina nel famosissimo Can can. Proprio il Can can tornerà come secondo bis dopo il Coro dei soldati di Roberto De Simone, che vede riuniti sul palco tutti i 114 musicisti di questa gioiosa “carica” per concludere in bellezza tra i convinti applausi del calorosissimo pubblico del Teatro Mediterraneo di Napoli.