Di: Sergio Palumbo

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Fedora, di Umberto Giordano, torna al Teatro San Carlo di Napoli dopo ben 27 anni di assenza, recuperando l’allestimento che il compianto Lamberto Puggelli ideò per il Teatro alla Scala di Milano nel 1993. La regia di Puggelli, qui ripresa da Salvo Piro, poté giovarsi non solo delle tante indicazioni e descrizioni presenti nel libretto di Arturo Colautti, cui è quasi totalmente fedele, ma anche di uno dei sette “livrets de mise en scène” approntati dalla Casa Musicale Sonzogno ed in particolare dell’opuscolo, datato 15 dicembre 1898, a firma di Alberto Cherasco, ispettore di scena alla Scala ai tempi della prima assoluta dell’opera di Giordano. Da qui si può comprendere la cura maniacale dell’allestimento di Puggelli, curato fin nei minimi dettagli, a partire dai gesti e dai movimenti di tutti i personaggi, fino ad arrivare ai singoli elementi scenici, passando per le scene ed i fondali. Un particolare plauso va proprio alle belle scene curate da Luisa Spinatelli, la quale firma anche gli elegantissimi costumi, che il pregevole disegno luci di Bruno Ciulli fa sapientemente risaltare. Di gran fascino i fondali dipinti, che ci portano davanti al Palazzo d’Inverno dell’Ermitage, o a Parigi, davanti all’Opéra Garnier, oppure all’interno dei salotti del conte Vladimiro Andrejevich a Pietroburgo o in quello parigino della principessa Fedora Romazoff o nella villa di Fedora nell’Oberland. Molto suggestiva l’idea di posizionare i mobili ed i personaggi su un’enorme pedana al centro della scena, che gira molto lentamente, in modo quasi impercettibile, per aumentare leggermente la velocità nei momenti più drammatici della vicenda.

Sul podio, nella replica del 10 maggio, un giovane direttore che ben conosce l’orchestra del San Carlo, che ha avuto modo di dirigere più volte negli ultimi anni (per citare solo le più recenti, la Vedova Allegra ad inizio anno, la Traviata di novembre 2015 e lo Stabat Mater di Roberto De Simone nel settembre del 2015): Maurizio Agostini, attento e rigoroso, garantisce il giusto equilibrio tra orchestra e palcoscenico e un’esecuzione fedele e precisa della partitura di Giordano da parte di un’orchestra in gran forma.

Elena Rossi, nel ruolo del titolo, in cui si alterna con Fiorenza Cedolins, si fa apprezzare per la bella voce e la sicurezza sugli acuti, mentre sul lato della recitazione è da registrare una perfettibile naturalezza delle movenze. Gustavo Porta, che con Giuseppe Filianoti si alterna nel ruolo del Conte Loris Ipanov, colpisce sin da subito per la potente emissione ed il bel timbro, ma talvolta i suoi acuti sembrano forzati. Molto buone le prove di Sergio Vitale, che si alterna con Roberto De Candia nel ruolo di De Siriex e di Anna Corvino, nel ruolo di Olga (in cui si alterna con Barbara Bargnesi), che spiccano soprattutto per la perfetta esecuzione delle due gustose canzonette “La donna russa” e “Il parigino” nel secondo atto. Molto bene anche i personaggi minori, tra cui è da segnalare John Paul Huckle per la sua doppia interpretazione di Borov e, soprattutto, di Cirillo, in cui Huckle è accorato e commovente. Molto brava anche Francesca Russo Ermolli nei ruoli di Dimitri e del piccolo Savoiardo.

Fedora, di Umerto Giordano, sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli fino all’11 maggio 2016.

Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it