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Martedì 8 marzo 2016, Teatro Nuovo di Napoli
Fa’ afafine di Giuliano Scarpinati
Arriva a Napoli lo spettacolo, ideato per una platea di bambini, che ha suscitato, lungo la sua tournée italiana, reazioni forti e contrastanti per il tema trattato
Dopo il successo ottenuto a “Maggio all’infanzia” di Bari, tra i più prestigiosi e famosi festival di teatro, letteratura e cinema per ragazzi, al Teatro Foce di Lugano, e una lunga e contestata tournée italiana, arriva al Teatro Nuovo di Napoli, martedì 8 marzo 2016 alle ore 20.30, lo spettacolo Fa’ afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro scritto e diretto da Giuliano Scarpinati.
Prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e interpretato da Michele Degirolamo, l’allestimento è indicato per bambini e ragazzi dagli 8 ai 17 anni. Fa’afafine incontra, però, anche l’interesse di un pubblico adulto, per il tema trattato e per l’originalità della messa in scena, che, insieme agli elementi scenografi tradizionali, prevede l’uso di video mapping, grazie al quale attori “virtuali”, Giulio Scarpinati e Gioia Salvatori, interagiscono col protagonista in scena.
«Il Teatro Pubblico Campano promuove lo spettacolo, vincitore del Premio Scenario Infanzia 2014, pensato per una platea di bambini e adolescenti, e quindi programmato nelle rassegne di teatro scuola in Campania.
Il tema dello spettacolo, sull’identità di genere, ha generato, lungo la tournée italiana, reazioni forti e contrastanti, determinando la scelta, in Campania, di programmarlo in orari non tipicamente scolastici. Per la replica partenopea il Teatro Pubblico Campano ha deciso di programmare lo spettacolo in orario serale per dargli la maggiore visibilità possibile».
Fa’afafine racconta la storia di un adolescente alla scoperta di sé e della propria identità. Nella lingua di Samoa, fa’afafine definisce coloro che sin da bambini non s’identificano in un sesso o nell’altro: un vero e proprio terzo sesso, cui la società non impone una scelta e che gode di considerazione e rispetto.
Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”; è un “gender creative child”, o semplicemente un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è maschio o femmina. La sua stanza è un mondo senza confini che la geografia possa definire: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale.
Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza d’indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza. Un’occasione importante per stimolare una discussione sulla differenza di genere in ambito educativo e formativo e per contribuire a sfatare luoghi comuni ed equivoci, innescati da una certa disinformazione.
La messa in scena si avvale del progetto scenico di Caterina Guia, le luci di Giovanna Bellini, le illustrazioni di Francesco Gallo e i visual media di Daniele Salaris.
Fa’ afafine di Giuliano Scarpinato
Napoli, Teatro Nuovo – martedì 8 marzo 2016
Inizio della rappresentazione ore 20.30
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it
Martedì 8 marzo 2016
Napoli, Teatro Nuovo
Teatro Biondo di Palermo
presenta
Fa’ afafine
Mi chiamo Alex e sono un dinosauro
testo e regia Giuliano Scarpinato
con Michele Degirolamo
in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori
visual media Daniele Salaris – Videostille
progetto scenico Caterina Guia
assistente scene e costumi Giovanna Stinga
luci Giovanna Bellini
illustrazioni Francesco Gallo – Videostille
direttore dell’allestimento scenico Antonino Ficarra
datore luci Emanuele Noto
Spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia 2014
e del Premio Infogiovani del Fringe/L’altro Festival 2015
Durata della rappresentazione 50’ circa
Esiste una parola nella lingua di Samoa, che definisce coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro. Fa’afafine vengono chiamati: un vero e proprio terzo sesso cui la società non impone una scelta, e che gode di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”; è un “gender creative child”, o semplicemente un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è maschio o femmina.
La sua stanza è un mondo senza confini che la geografia possa definire: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale.
Oggi per Alex è un giorno importante: ha deciso di dire ad Elliot che gli vuole bene, ma non come agli altri, in un modo speciale. Cosa indossare per incontrarlo? Il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori? Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere: i giorni pari è maschio e i dispari è femmina, dice.
Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri.
Fuori dalla stanza di Alex ci sono Susan e Rob, i suoi genitori. Lui non vuole farli entrare; ha paura che non capiscano, e probabilmente è vero, o almeno lo è stato, fino a questo momento. Nessuno ha spiegato a Susan e Rob come si fa con un bambino così speciale; hanno pensato che fosse un problema, hanno creduto di doverlo cambiare.
Alex, Susan e Rob. Questo spettacolo è il racconto di un giorno nelle loro vite, un giorno che le cambierà tutte. Un giorno speciale in cui un bambino-bambina diventa il papà-mamma dei suoi genitori, e insegna loro a non avere paura. Quando Alex aprirà la porta, tutto sarà nuovo.
Giuliano Scarpinato
Nasce a Palermo nel 1983. Inizia a studiare recitazione a 15 anni. Nel 2006 si laurea in lettere moderne con una tesi sul teatro di Pier Paolo Pasolini. Nel 2009 si diploma come attore alla scuola del Teatro Stabile di Torino.
Frequenta seminari con Antonio Latella, Valerio Binasco, Arturo Cirillo, Alfonso Santagata, Mimmo Cuticchio, Susan Batson. In teatro lavora, tra gli altri, con Carlo Cecchi, John Turturro, Giancarlo Sepe, Emma Dante, Marco Baliani, Daniele Salvo, Carmelo Rifici, Cristina Pezzoli. Nel 2011 riceve la segnalazione speciale della giuria al “Premio Hystrio alla vocazione”.
Da qualche anno affianca al percorso di attore quello di regista, prediligendo il teatro per l’infanzia. Con La fortuna di Philèas è finalista nel 2012 al premio “Scenario Infanzia”.
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