Di: Sergio Palumbo
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Sylvia, ex attrice alle prese con le illustrazioni di un libro per ragazzi scritto da Oliver, organizza una cena per presentare Oliver al marito Philip. Siamo a Londra, nel 1958. 57 anni dopo, nel 2015, sempre a Londra, il giornalista gay Oliver è in crisi: è stato lasciato dal compagno Philip. La comune amica di Sylvia cerca di consolare Oliver e di capire quali siano le cause della rottura tra i due. Due storie che, apparentemente, non hanno molto in comune, se non i nomi dei protagonisti e la città in cui si svolgono. Ma, nel dipanarsi della trama, si scopre che c’è qualcosa che accomuna le due storie, che procedono a scene alterne: l’amore tra Oliver e Philip che, in due diverse epoche, avrà un destino totalmente diverso.
Due epoche a confronto, non troppo lontane tra loro, ma che, nell’accettazione dell’omosessualità, sembrano sideralmente distanti. Il Philip del 1958 vive la propria omosessualità alla stregua di una malattia, tanto da sottoporsi a cure psichiatriche per “combattere il male pernicioso”, costretto ad una clandestinità nella società ma anche e soprattutto nei confronti di se stesso, tra menzogna e negazione della propria stessa natura. Nel 2015, invece, Philip ed Oliver sono liberi di vivere una storia, tra alti e bassi, ma nella consapevolezza di sé, pur in una società che, per quanti progressi siano stati fatti, continua ad essere affetta da pregiudizi e tabù duri a morire. Argomento quanto mai attuale, in un periodo in cui è particolarmente accesa la discussione in Parlamento sulle unioni civili e sulle adozioni, in un Paese che sul tema pare fatichi a tenersi al passo con il resto dell’Europa. Ma The Pride è ben lungi dall’essere un testo di propaganda gay: al centro dell’opera di Campbell, difatti, c’è l’amore e, soprattutto, la consapevolezza di se stessi, con un bel messaggio di speranza finale.
Il testo di Alexi Kaye Campbell, che sviluppa la trama attraverso un avvicendarsi di dialoghi tra i diversi personaggi, con un continuo alternarsi tra le due epoche, è ben valorizzato dalla regia di Luca Zingaretti, che punta principalmente ad esaltare l’intrinseca forza del testo, senza operare particolari artifici, di cui non ci sarebbe peraltro bisogno. L’attenzione del regista si concentra, quindi, principalmente sui ritmi dei dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle differenze tra gli omologhi delle due diverse epoche. In questo, è aiutato da interpreti di straordinaria bravura. Grande prova attoriale per Maurizio Lombardi, nel ruolo dei due Oliver (più pacato e riflessivo quello del 1958, esuberante e schietto quello del 2015), che interpreta in modo garbato, convincente e senza eccessi. Molto brava Valeria Milillo, che interpreta con sorprendente naturalezza i personaggi femminili delle due epoche, tanto diversi tra loro ma così simili nella loro grande empatia ed estrema generosità. Luca Zingaretti ritaglia per sé il ruolo di Philip, che ha meno spazio nella vicenda (nel 2015 è piuttosto marginale) ma è quello probabilmente più complesso e difficile da interpretare, con tutte le sue dolorose contraddizioni ed il duro conflitto interiore, che Zingaretti rende magistralmente nella sua interpretazione. Da evidenziare, inoltre, l’ottima prova di Alex Cendron, che con grande poliedricità interpreta tre ruoli molto diversi tra loro, risultando in tutti perfettamente credibile, sia quando interpreta l’escort gay vestito da nazista, sia nei panni di Peter, il capo di Oliver nel 2015 che gli affida un articolo sul sesso anonimo, ma è nel ruolo dello psichiatra del 1958 che la sua capacità attoriale tocca la punta più alta.
Ben congegnate le scene di Andrè Benaim, soprattutto nell’evidenziare l’alternarsi delle due epoche e gradevoli i costumi di Chiara Ferrantini. Pregevole il disegno luci di Pasquale Mari, cui la regia fa grande affidamento.
“The Pride”, con Luca Zingaretti, Maurizio Lombardi, Valeria Milillo ed Alex Cendron, sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 28 febbraio 2016.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
“CostellazioniAmleto”, un gioco tra teatro e psicologia, dal 23 al 28 febbraio 2016 al Piccolo Bellini di Napoli
“Conversazione con la morte”, di Giovanni Testori, dal 18 febbraio 2016 al Teatro Elicantropo di Napoli