Tempo di lettura stimato: 3 minuti
Mercoledì 17 febbraio 2016, Teatro Nuovo di Napoli
Scannasurice di Enzo Moscato
Carlo Cerciello porta in scena la poesia teatrale di Moscato, i deliri e i furori del suo protagonista, rinchiuso nel suo scannatoio a dialogare con gli ultimi esseri ‘viventi’
Ampiamente applaudito da pubblico e critica, lungo la tournée nazionale, e vincitore del Premio della Critica 2015, arriva al Teatro Nuovo di Napoli, mercoledì 17 febbraio 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 21), lo spettacolo Scannasurice di Enzo Moscato, che, a distanza di oltre trent’anni dal suo debutto nel 1982, il regista Carlo Cerciello (ri)porta in scena, mostrandone la potente lungimiranza e la feroce attualità.
Protagonista assoluta dello straordinario testo del drammaturgo partenopeo, “reclusa” nella scena creata da Roberto Crea, è l’attrice Imma Villa, avvolta dal suono di Hubert Westkemper e le musiche originali di Paolo Coletta. Presentato da Teatro Elicantropo e Elledieffe, l’allestimento si avvale dei costumi di Daniela Ciancio e il disegno luci di Cesare Accetta.
Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, post terremoto, di un personaggio dall’identità androgina nell’ipogeo napoletano, dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi, metafora dei napoletani stessi e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata.
“Ho scelto – così Carlo Cerciello in una nota – di tornare alla messinscena di un testo in lingua napoletana, di tornare a un autore antioleografico per eccellenza come Moscato, mettendo in scena il suo testo Scannasurice, scritto dopo il terremoto del 1980, nell’intento di allontanarmi dalla malsana oleografia di ritorno, che, nuovamente, appesta Napoli di retorica e luoghi comuni, in una città che ha smarrito la memoria stessa della sua vita culturale, seppellita dalla banalità e dal conformismo”.
Il personaggio fa la vita, “batte”. E’, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche.
Da qui nasce la scelta di farlo interpretare a un’attrice, naturalmente, oltre l’identità sessuale, rendendone evidenti l’ambiguità e l’eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità, indosserà la solitudine e la fatiscenza stessa del tugurio in cui vive. Sarà cieca Cassandra, angelo scacciato dal Paradiso, sarà maga, sarà icona grottesca e disperata, ma sempre poetica.
“Il terremoto etico, sociale, politico della seconda metà del 900 – aggiunge Cerciello – mi vede, oggi, sopravvissuto, confuso e smarrito, aggirarmi tra le macerie di ideologie, emozioni e sentimenti, proprio come, da napoletano, vissi il terremoto dell’80”.
Scannasurice di Enzo Moscato
Napoli, Teatro Nuovo – da mercoledì 17 a domenica 21 febbraio 2016
Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali), ore 18.30 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it
Da mercoledì 17 a domenica 21 febbraio 2016
Napoli, Teatro Nuovo
Teatro Elicantropo e Elledieffe
presentano
Scannasurice
di Enzo Moscato
con Imma Villa
regia Carlo Cerciello
scena Roberto Crea, suono Hubert Westkemper
musiche originali Paolo Coletta, costumi Daniela Ciancio
disegno luci Cesare Accetta
aiuto regia Aniello Mallardo, direttore tecnico Marco Perrella
foto di scena Andrea Falasconi
assistenti regia Tonia Persico, Serena Mazzei
tecnico luci Fabio Faliero, tecnico audio Jack Hakim
aiuto scenografo Michele Gigi
Durata della rappresentazione 70’ circa, senza intervallo
“…misteriosofico-plebeo poema sulla mia discesa agli Inferi di Napoli (i bassi, gli ipogei), appena secondo, in senso cronologico tra i testi da me pensati per il teatro, eppure possedente già, “in nuce”, se non di fatto, gran parte della malattia anti-tradizionale, gran parte di quell'”es-tradizione” dalle mie proprie radici, che avrei espresso pienamente dopo, in altri ed insoliti esiti drammatici. Già il titolo del lavoro, (…) si attestava altrove, in un polemico rifiuto a non volermi allineare, a non cercare di nascondermi (pur’io!), all’indomani del tremendo ma, per tanti versi, già annunciato, sconquasso del terremoto dеll’80, la lucida е irrimediabile visione del massacro, dell’eccidio, lo sterminio, non tanto di persone o case, quanto di idee, emozioni, sentimenti, che tra alti e bassi, per tanti secoli, aveva costituito l’anima genuina, il “modus agendi et cogitandi” del popolo e della città di Napoli (…). Ecco, io con Sсannasùriсe (…) vedevo е percepivo le ferite, le faglie, le fratture dei nostri animi con lo stato precedente della vita e la cultura a Napoli …”
Enzo Moscato
“Conversazione con la morte”, di Giovanni Testori, dal 18 febbraio 2016 al Teatro Elicantropo di Napoli
“Solo andata”, da Erri De Luca, dal 16 al 21 febbraio 2016 al Piccolo Bellini di Napoli