Di: Sergio Palumbo
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Grande successo di pubblico per il ventunesimo Concerto di Capodanno della Nuova Orchestra Scarlatti, sold out già diverse ore prima dell’inizio, con un Teatro Mediterraneo gremito di spettatori felici di festeggiare l’arrivo del 2016 con tanta buona musica. Il direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti, il Maestro Gaetano Russo, sale sul palco per dare il benvenuto agli spettatori in sala, augurare buon anno e ricordare che il concerto di capodanno è arrivato all’età adulta, compiendo ventun anni.
Ventun anni e non sentirli, con tanta voglia non solo di festeggiare insieme in musica il nuovo anno, ma anche di fare cultura, di divulgare, incuriosendo il pubblico (anche con trovate scherzose), opere meno note (ma non per questo meno affascinanti), sempre riaffermando con orgoglio le radici partenopee, valorizzandone la sterminata tradizione musicale e culturale.
Sul podio, Filippo Arlia, giovane direttore d’orchestra con già all’attivo una buona esperienza, sia in Italia che all’estero. Il tocco di Arlia è morbido, quasi vellutato, e la sua direzione ha quella freschezza che ben si addice all’atmosfera gioiosa del primo dell’anno. La Nuova Orchestra Scarlatti, praticamente al gran completo, è in ottima forma, dando nuovamente prova del suo eccellente livello di qualità e di professionalità, che dovrebbe essere motivo di vanto per la città partenopea e per l’intera Nazione. Sul palco anche tre giovani e promettenti voci: Claudia Nicole Calabrese, Antonio Cappetta e Naomi Rivieccio.
Apertura spumeggiante con la Sinfonia da La gazza ladra di Gioacchino Rossini, seguita dalla cavatina di Norina “Quel guardo il cavaliere”, tratta dal Don Pasquale di Gaetano Donizetti, eseguita con gran sicurezza dal soprano Claudia Nicole Calabrese, che subito si fa apprezzare per il bel colore vocale e l’emissione omogenea e dal buon volume. Una vera chicca è l’aria di Mamma Agata da Le convenienze e inconvenienze teatrali, sempre di Donizetti, in cui la parte en travesti è affidata al simpaticissimo baritono Antonio Cappetta, che dà vita a divertenti siparietti, complice il Maestro Russo, che dalla platea riprende il baritono perché entra troppo presto o perché si addormenta su uno sgabello durante l’introduzione strumentale. Sempre di Cappetta non si può non apprezzare l’audacia e la buona volontà nel cimentarsi nella parte da tenore del Brindisi da La traviata di Giuseppe Verdi, eseguito con Claudia Nicole Calabrese, dopo il bel valzer di Strauss “Rose del Sud”.
La seconda parte del concerto si apre con l’entrata in scena del soprano Naomi Rivieccio, che, in un bellissimo abito nero e con una camminata sensuale, cattura l’attenzione del pubblico. Ma ancor più seducente è la sua voce, dalla gran grinta e versatilità. La giovane soprano esegue magistralmente, a cappella, il brano jazz Mamma Knows Best di Jessie J, per poi fare il pieno di applausi con l’interpretazione di Yes I Know My Way di Pino Daniele, nella versione per orchestra di Federico Odling. Ancora un brano di Pino Daniele, Terra Mia, viene eseguito dall’orchestra, nella versione solo strumentale di Mimmo Napolitano, prima di passare a due brani scritti da Roberto De Simone: La canzone del pescatore ed il Coro dei soldati, dalla Gatta Cenerentola. Dopo la suggestiva Marcia egiziana di Strauss, con l’intera orchestra che intona il coro, si ritorna a Napoli ed alla sua tradizione musicale con ‘O Paese d’ ‘o sole (nella versione per orchestra di Domenico Brasiello) e Cicerenella (nella versione per orchestra di Luigi De Filippi), eseguite dalle tre voci, prima alternandosi nelle strofe, per poi unirsi nei ritornelli. Immancabile la Tritsch-Tratsch Polka di Strauss, che completa il programma, tra gli applausi calorosi del pubblico che chiede a gran voce il bis.
Il primo bis è proprio quello invocato da qualcuno in platea: non sarebbe un concerto di Capodanno se non fosse prevista la Marcia di Radetzky, con i battimano del pubblico. A seguire, nuovamente Cicerenella, per poi terminare, come di consueto, con ‘O surdato ‘nnammurato, tra i cori festosi del pubblico.
Grande (e meritatissimo) il successo decretato dagli applausi scroscianti del pubblico del Teatro Mediterraneo, con la consapevolezza che il nuovo anno non poteva proprio cominciare meglio.
(Foto di Klaus Bunker).
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