Di: Sergio Palumbo
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“Un uomo dovrebbe danzare, tutta la vita. Non essere un ballerino, ma danzare”. Con le parole del grandissimo Rudolf Nureyev, Luciano Melchionna ci porta per mano, per la sesta volta al Teatro Bellini di Napoli, nel bordello dell’arte: è arrivata la Christmas Edition di Dignità Autonome di Prostituzione, lo spettacolo di Luciano Melchionna dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna, tanto caro al pubblico napoletano, che quest’anno avrà anche l’opportunità di trascorrere il capodanno nella casa chiusa dell’arte, grazie all’iniziativa “Capodanno 2016 con Dignità”, per un folle party tra teatro, musica e brindisi fino all’alba del 2016.
Come sempre, al botteghino lo spettatore riceve, oltre al biglietto d’ingresso, cinque dollarini, con cui potrà pagare i “prostituti” e le “prostitute”, ossia gli attori e le attrici che, dopo la necessaria contrattazione, porteranno piccoli gruppi di spettatori in tutti i luoghi possibili del teatro (e non solo), dove ripagheranno i dollarini ricevuti con una prestazione professionale: un monologo. La scelta è vastissima e non si può fare a meno, al termine della serata, di avere voglia di tornarci per “comprare” altre “pillole di piacere teatrale”.
Dignità Autonome di Prostituzione si conferma uno spettacolo in grado di rinnovarsi non solo ad ogni edizione, ma praticamente ogni sera, coinvolgendo il pubblico e facendogli vivere davvero il teatro, in tutti i suoi spazi ed anfratti, creando un contatto intimo tra pubblico ed attori.
Renato De Simone è il “Neomelodico” e il suo monologo, scritto da Luciano Melchionna, è quello di un giovane attore, fresco di Accademia, che si deve misurare con una faticosa gavetta. De Simone è bravissimo a trasmettere i sentimenti del giovane attore: non solo l’acredine e la rabbia di chi fa fatica a farsi strada, vedendo l’ormai anziana attrice-diva famosa osannata pur se ormai sbaglia tutte le battute, che lo tratta con indifferenza e senza rispetto, ma De Simone rende benissimo anche la speranza del giovane, la sua voglia di imparare e di emergere, frutto di una sconfinata passione per il teatro, ed invita il pubblico a ribellarsi, a non applaudire i mostri sacri solo per la loro carriera, ma a pretendere di più da chi sta in scena, magari puntando di più sui giovani.
Nicola Sergianni è “’O Pesce” ed interpreta, simpaticamente sopra le righe come richiesto dalla parte, “La sacra rivoluzione”, ancora un testo di Melchionna, dove il protagonista è un membro maschile, ma non uno qualunque: appartiene ad un prete e, quindi, è praticamente inutilizzato, se non per le funzioni fisiologiche. La spontaneità di Sergianni e il suo volto pacioccone dalla grande espressività sono perfetti per accentuare ancor di più la simpatica ilarità del testo di Melchionna, che termina con un accorato appello, urlato insieme agli spettatori, ai “peni di tutto il mondo” per unirsi in una rivoluzione per ottenere le giuste attenzioni dai propri possessori. Un vero spasso.
Her, talentuosa violinista e cantante dalla bella voce graffiante, è la “Dama del Fiume” e il suo monologo, scritto da Giovanna Pignieri, è incentrato sulla figura di una inquietante dama ottocentesca, sulla cui torbida vicenda legata a un infanticidio si interrogano le successive generazioni, che la invocano per chiederle una verità che sa soltanto lei, e che cambia di continuo e di proposito, disorientando i suoi interlocutori, ma facendo intuire nel finale l’angosciante verità. L’interpretazione di Her fa molto leva sulla fisicità e sulla modulazione vocale e risulta di prodigiosa intensità, tanto che il pubblico ci mette qualche attimo, prima di tornare alla realtà.
“Ciao nonnina” è il testo, scritto da Luciano Melchionna, interpretato dalla bravissima Chiara Spoletini, nel personaggio della “Nipotina”. Un testo commovente, tanto da far scorrere qualche lacrima a qualcuno del pubblico, ma che mette in luce anche le piccole faide familiari, dove il freddo e cinico interesse economico prende il sopravvento sugli affetti più sinceri. L’incredibile naturalezza e la straordinaria empatia della Spoletini la fondono con il suo personaggio in quella magia in cui solo i migliori attori riescono davvero: far dimenticare al pubblico che stanno recitando. Un’interpretazione davvero eccezionale, che i fortunati spettatori non dimenticheranno facilmente.
Veronica D’Elia, la peperina “Anarchica”, è un uragano di simpatia. Quasi una sorta di Gian Burrasca al femminile, minuta e terribile, la D’Elia scherza col pubblico prima, durante e dopo il monologo, basato sul testo “Chiudiamo le scuole” di Giovanni Papini, scritto nel 1914 e quanto mai attuale. In un grembiule da scolara con tanto di fiocco, la D’Elia snocciola l’invettiva di Papini contro il sistema scolastico con maestria, senza farlo mai risultare pesante o noioso, intervallandolo saggiamente con trovate simpatiche, giochi con il pubblico e con un volutamente marcato accento napoletano che, quasi paradossalmente, lo rende ancor più incisivo.
Questi sono solo cinque delle decine di attori che offrono le “pillole di piacere teatrale”: ce n’è davvero per tutti i gusti e la scelta è ardua, ma, per fortuna, c’è la possibilità di tornare più volte per scoprire emozioni ogni volta diverse.
Poco dopo la mezzanotte, si torna in platea per il gran finale, tra musica e risate, con un’ospite d’eccezione: Floriana Cangiano, in arte Flo, una delle voci più interessanti dell’attuale scenario musicale partenopeo, che emoziona il pubblico con la sua “So’ Bammenella ‘e copp’ ‘e Quartiere”. Al microfono si alternano Emanuela Gabrieli, Her, Raffaele Giglio, Momo e Adele Tirante (sperando di non dimenticare nessuno), tra ritmi vorticosi e rivisitazioni geniali (“Viva la pappa col pomodoro”, cantata da Her, è fantastica). Tra una canzone e l’altra, la comicità clownesca di Gnegno (Adriano Falivene) e la simpatia di Wanda (Clio Evans) divertono il pubblico, prima di invitare tutti a ballare sulle note di New York, New York.
Dignità Autonome di Prostituzione, spettacolo di Luciano Melchionna dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna, sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 31 dicembre 2015.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
“Il divorzio dei compromessi sposi”, con Carlo Buccirosso, dal 21 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016 al Teatro Diana di Napoli
Ultimo appuntamento con “Musica nei Luoghi Sacri”, sabato 19 dicembre 2015 presso la Chiesa Santa Maria Donnaregina Nuova