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Gabriele Lavia firma la regia di
Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman
potente affresco sulla solitudine nato per il teatro e diventato film nel 1978
in scena dal 27 gennaio al 1 febbraio al Teatro Mercadante
con Anna Maria Guarnieri nel ruolo di Charlotte (la Madre)
Valeria Milillo in quello di Eva (la Figlia)
Danilo Nigrelli (Viktor), Silvia Salvatori (Helena)
Per la Stagione dello Stabile, da martedì 27 gennaio a domenica 1 febbaio, al teatro Mercadante, va in scena Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman nella traduzione di Chiara De Marchi, con la regia di Gabriele Lavia. Protagonista della pièce, nel ruolo di Charlotte (la Madre), è Anna Maria Guarnieri; con lei, nei panni di Eva (la Figlia), Valeria Milillo, in quelli di Viktor, il pastore marito di Eva, Danilo Nigrelli, e in quelli di Helena, la sorella disabile di Eva, Silvia Salvatori.
Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Claudia Calvaresi, le luci di Simone De Angelis, le musiche originali di Giordano Corapi. Una produzione Teatro Stabile dell’Umbria e Fondazione Brunello Cucinelli. La produzione è stata autorizzata da Joseph Weinberger Limited, per conto della Ingmar Bergman Foundation.
Nato per il teatro e poi diventato film nel 1978 (interpretato da Ingrid Bergman e Liv Ullmann), Sinfonia d’autunno è la storia del rapporto conflittuale tra una madre e una figlia: l’egocentrica Charlotte, grande concertista che ha sempre anteposto il suo amore per la musica sia al marito sia alla figlie, e la maggiore delle due, Eva. Insieme al marito Viktor, un pastore protestante, Eva vive in un villaggio tra i fiordi. Piena di fede e donna sensibile, Eva ha perduto il suo bambino prima che compisse quattro anni e da due accudisce la sorella disabile Helena che la madre aveva precedentemente rinchiuso in una casa di cura. Dopo molti anni di reciproco silenzio, Eva invita la madre – costretta da un problema alla schiena a non potersi più “esibire” come un tempo – a trascorrere una vacanza a casa sua. Qui il sipario si apre su un universo abitato da esistenze segnate dal senso di colpa, relazioni affettive allo scollamento incapaci di qualsiasi perdono e possibilità di salvezza.
Con Sinfonia d’autunno Gabriele Lavia incontra per la terza volta, qui solo come regista, il mondo di Ingmar Bergman dopo Scene da un matrimonio (1998) e Dopo la prova (2000), dei quali fu anche interprete. Nelle note allo spettacolo il regista scrive: “Essere esclusi”…un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai “teatranti”, anche ai “concertisti”…comune a quegli strani esseri umani che “si espongono”, che “sono” sul palcoscenico. Hanno una sola possibilità d’essere: “esporsi”. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o Mogli. Non sono normali. Sono “strani” e sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”. Ma forse questa “esclusione” e questa “Solitudine Assoluta” è la maledizione comune della nostra epoca. L’epoca del Nichilismo compiuto. La maledizione di Charlotte è il “pianoforte”. Per il “pianoforte” Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie, una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E ha rovinato sé stessa. Tutta questa storia di “esclusioni”, di “privazioni” ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte. Il pianoforte è il “demonio” che tradisce tutti, compresa lei, la pianista. Colpita da un “dolore” (alla schiena) Charlotte non sarà più una grande pianista. E in arte, ma forse anche nella vita, non ci sono mezze possibilità. O “sei” grande o non “sei”.
La durata dello spettacolo è di 1h e 45′ senza intervallo.
Orari: 27 e 30 gen. ore 21.00; 28 e 29 gen. ore 17.00; 31 gen. ore 19.00; 1 feb. ore 18.00.
Info: tel.081.5524214 | www. teatrostabilenpoli.it; Biglietteria: tel.081.5513396
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