Di: Sergio Palumbo
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Mozart reinventato, stravolto, contaminato: l’Orchestra di Piazza Vittorio fa tappa al Teatro Bellini di Napoli con la sua fortunata rivisitazione del Flauto Magico di Mozart, che già da cinque anni porta in scena in giro per il mondo, sempre con grande successo e che ha superato le 150 repliche. L’ensemble multietnico di artisti sapientemente assemblato da Mario Tronco, che fonda la sua esistenza sulla contaminazione delle culture, dei generi e dei linguaggi musicali, per l’occasione si arricchisce di due talentuose ospiti: Maria Laura Martorana, nel ruolo della malvagia Regina Astrifiammante, e Sylvie Lewis, nel ruolo dell’affascinante Pamina.
Il filo della trama è tenuto dalla presenza in scena di un narratore, il simpaticissimo Omar Lopez Valle, che presenta i vari personaggi, racconta lo sviluppo degli eventi ed introduce i brani, che sono vere e proprie trasfigurazioni delle arie, dei cori, dei duetti e dei terzetti dell’opera mozartiana, riletti in chiave multirazziale e panculturale, portando lo spettatore non in Egitto, bensì in un luogo-nonluogo immaginario, anche grazie alla proiezione, sullo sfondo, degli incantevoli acquerelli di Lino Fiorito.
La trama è leggermente edulcorata, con un inatteso innamoramento finale tra la Regina Astrifiammante e Sarastro (Carlos Paz Duque), l’assenza del personaggio di Papagena (il divertente duetto tra Papageno e Papagena diviene qui un gustoso terzetto tra Papageno – El Hadji Yeri Samb, Tamino – Awalys Ernesto Lopez Maturell e Pamina) e senza i riferimenti massonici dell’opera mozartiana (ad esempio i riti di iniziazione), ma non lo si può definire un tradimento: se la volontà è quella di rivivere l’opera mozartiana come una favola tramandata in forma orale, ci si può giustamente aspettare che, passando di bocca in bocca, la storia possa aver subito qualche inevitabile mutazione.
I brani musicali di questa rivisitazione hanno ritmi coinvolgenti e spesso incalzanti, con un sapiente miscuglio di generi musicali, tra pop, reggae, jazz, samba e rock e sono cantati in ben sei lingue diverse, prevedendo l’impiego di strumenti eterogenei, che solo pensarli accostati potrebbe sembrare un azzardo, ma che qui stanno meravigliosamente bene insieme. Particolarmente coinvolgenti, poi, sono le pagine strumentali, ad esempio quella tra i due strumenti magici, cioè il flauto del titolo e la kora, suonata da Dialy Mady Sissoko e che nel racconto sostituisce il glockenspiel fatato affidato a Papageno dalle tre Dame (che qui sono “una bionda, una rossa e una coi baffi”), è uno dei momenti più sognanti dello spettacolo.
Pezzo forte dello spettacolo, così come nell’opera mozartiana, è l’aria della Regina della Notte, il cui trascinante arrangiamento con un inizio da sceneggiata napoletana diverte molto il pubblico e stempera in parte la rabbiosa tensione del brano, cantato magistralmente da Maria Laura Martorana, soprano di coloratura dalle ottime doti virtuosistiche, così come richiesto dalla parte e, non a caso, la più applaudita ed acclamata al termine della rappresentazione.
Dopo il grande successo della prima, con una platea gremita e un pubblico particolarmente caloroso, lo spettacolo sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 14 dicembre 2014. Davvero da non perdere.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
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