Di: Sergio Palumbo

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Era il 1983 quando il mai abbastanza compianto Annibale Ruccello, grande drammaturgo di Castellammare di Stabia, scriveva, all’età di ventisette anni, “Notturno di donna con ospiti”, che, con “Le cinque rose di Jennifer” (composto tre anni prima) ed il capolavoro “Ferdinando” (del 1985), è tra le pietre miliari della produzione di Ruccello, scomparso prematuramente a soli trent’anni in un incidente automobilistico, lasciandoci opere, ancor oggi, di disarmante attualità e da cui si rivela, con un realismo disincantato, una sorprendente sensibilità nel cogliere i risvolti più cupi dei rapporti interpersonali, le brutture del progresso, la violenza domestica e i lati oscuri dell’animo femminile.

Definire il “Notturno” semplicemente un dramma è ingeneroso. Passando per diversi registri, tra la comicità involontaria di Adriana che talvolta ricorda la commedia napoletana e gli elementi tipici ed inquietanti del thriller psicologico, il testo di Ruccello è molto di più di un semplice dramma. Protagonista del “Notturno” è Adriana, casalinga “deportata” (come lo stesso Ruccello definiva le figure femminili protagoniste delle sue opere), dopo il matrimonio, in un paese dell’hinterland napoletano, a più di un’ora di autobus dal centro, sempre chiusa in quella che, più che una casa, è una prigione, dove vive con i due figli ed il marito Michele, burbero ed egoista, che la tratta senza riguardo, come cameriera o come un oggetto sessuale. La vicenda si svolge tutta in una sola notte, quando, dopo l’uscita di casa di Michele, che lavora come metronotte, Adriana, appisolata davanti al televisore, viene svegliata dall’irruzione di una donna vittima di un’aggressione, che riconoscerà nella sua vecchia compagna di banco Rosanna. Poco dopo giungeranno il marito di Rosanna, ed il suo amante, Sandro, che è stato il primo amore di Adriana, e lo stesso marito Michele. La presenza di questi ospiti, i loro comportamenti morbosi e l’alcool cui Adriana non è avvezza, la porteranno ad aprire cassetti della memoria richiusi da tempo, dei tempi dell’adolescenza, quando viveva con un padre affettuoso e remissivo ed una madre autoritaria ed oppressiva, pronta a qualunque cosa pur di salvare l’onore della famiglia. Ma chi sono questi ospiti e perché quella notte sono lì? La psiche di Adriana, logorata dalla solitudine e dalla frustrazione del quotidiano, la porterà ad un folle colpo di scena.

L’interpretazione di Giuliana De Sio, nel ruolo di Adriana, è a dir poco straordinaria, con una eccezionale bravura nei repentini cambi di registro e delle inflessioni vocali, e i calorosissimi applausi al termine della prima rappresentazione al Teatro Bellini di Napoli sono più che meritati da tutto il cast, ottimamente diretto da Enrico Maria Lamanna, dove spicca una formidabile Rosaria De Cicco nel ruolo di Rosanna e Gino Curcione, nel doppio ruolo del padre e della madre di Adriana, che interpreta entrambi con rara maestria, riuscendo a non eccedere nella caricatura perfino nel ruolo femminile. La scena fissa, curata sapientemente da Roberto Ricci, complici le luci disegnate da Stefano Pirandello, proietta sin da subito lo spettatore nello spaccato di vita quotidiana di Adriana, in un soggiorno dignitoso e al contempo kitsch che dipinge perfettamente la realtà della periferia.

“Notturno di donna con ospiti” sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino a domenica 9 novembre 2014.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it