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DON CHECCO DI NICOLA DE GIOSA AL TEATRINO DI CORTE DI PALAZZO REALE A PARTIRE DA GIOVEDI 25 SETTEMBRE 2014
Giovedì 25 settembre ore 20.30 l’opera buffa ritrova la sua “casa ideale”: al Teatrino di Corte di Palazzo Reale va in scena “Don Checco” di Nicola De Giosa nella revisione di Lorenzo Fico, per la regia di Lorenzo Amato e la direzione di Francesco Lanzillotta alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria.
Eseguita per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel 1850, Don Checco ebbe un tale clamore da diventare il titolo operistico più rappresentato insieme alla Traviata di Verdi. Allievo preferito di Donizetti, De Giosa si inserisce tra i compositori che, durante l’Ottocento, tentarono di mantenere in vita la tradizione dell’opera buffa, rifacendosi a moduli rossiniani e donizettiani. La storia narra di Don Checco, uno spiantato che tenta di sfuggire al suo esattore. Nel più classico stile della commedia degli equivoci, la vicenda si snoda tra situazioni esilaranti ed una comicità briosa. La scrittura musicale, fluida e gradevole, accompagna con leggerezza le vicende dei protagonisti e il libretto, di Vincenzo Spadetta, è in sostanza una piccola, godibilissima, commedia dialettale con estesi dialoghi in prosa e “pezzi chiusi” vocali in versi, in dialetto o in lingua, che spesso, ma non inutilmente, sacrifica la bellezza dei versi alla brillantezza del dialogo sempre serrato e divertente.
Don Checco – dopo il successo iniziale – ebbe quasi mezzo secolo di ininterrotta quanto estesa popolarità e consensi anche critici che però privilegiarono sempre il lato musicale piuttosto che quello librettistico. Tale popolarità, invero, varcò senza apparenti difficoltà i confini campani con numerosi allestimenti nel Nord Italia, dalla Toscana sino a Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto per approdare all’estero, sia pure limitatamente a piazze decisamente secondarie con le sole eccezioni di Atene e Barcellona.
Don Checco rappresenta al meglio la tradizione comica del teatro musicale partenopeo nel pieno Ottocento e – dato il suo repentino successo quale opera napoletana che veniva allestita praticamente in tutto il territorio nazionale – venne percepita come un “prodotto musicale” (soprattutto sul piano dell’editoria e della diffusione) di rilievo da presentare in diverse forme, formule ed adattamenti ai quali lavorarono alcuni tra i migliori “editor” ed arrangiatori del tempo. In questo senso, essa costituisce un esempio di prodotto culturale ed artistico “moderno” quale opera dalla doppia destinazione, per il proprio pubblico originale (locale) e per un pubblico allargato che poteva coglierne appieno (quasi) tutte le sfumature solo attraverso elaborazioni sia pur rispettose molto dell’originale.
Don Checco é un’operazione culturale che ha consentito di recuperare un lavoro la cui popolarità era stata elevata quanto ininterrotta sino ai primi del ‘900 offrendo l’opportunità di aprire uno spaccato utile ed interessante riguardo un ambito musicale ed un repertorio di grande e misconosciuta bellezza.
“La scoperta del Don Checco è stata per me un processo lento e progressivo – racconta il regista Lorenzo Amato – mettendolo in scena mi sono reso conto delle enormi potenzialità di quest’opera dimenticata. Lavorando insieme al Maestro Lanzilotta ed ai solisti, mi sono accorto di come la fragilità della trama e quelli che inizialmente mi sembravano manierismi musicali fossero in realtà al servizio di un qualcosa di ben più interessante: in un momento storico in cui l’opera buffa, che tanto aveva dominato la scena fino ad allora, sembrava essere destinata al declino, Nicola De Giosa, assieme suo librettista Almerindo Spadetta, da vita ad un’opera a compendio di tutte le altre opere buffe, con un’ironia e un dose di cattiveria, che definire geniali. E’ come se Don Checco fosse l’opera buffa che si fa gioco del genere dell’opera buffa in generale, e quindi di se stessa”.
Nei panni del protagonista Don Checco, il baritono Bruno Taddia, a suo agio in ruoli buffi e brillanti, Fiorina sarà interpretata dal soprano spagnolo Carmen Romeu, Fabrizio Paesano sarà Carletto. E ancora, Giulio Mastrototaro darà la voce a Bartolaccio, Roberto sarà interpretato da Salvatore Grigoli e Succhiello Scorticone da Vincenzo Nizzardo. Firma le scene Nicola Rubertelli, i costumi sono di di Giusi Giustino, le luci di Alessandro Carletti.
Don Checco sarà in replica il 27 e 30 Settembre nonché il 3 Ottobre alle 20.30, Domenica 28 Settembre alle 17.00 e 2 Ottobre alle 19.00.
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