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Sabato 24 maggio 2014
ore 21,00
Nuovo Teatro Sancarluccio
via S.Pasquale a Chiaia 49
TUTTO IL MONDO E’ PALCOSCENICO
-quarta serata-
Incompiuti Teatro
PRESENTA
OTHELLO
di William Shakespeare
con (in o.a.)
Valentina Badaracco Daniela Camera
Andrea Cioffi Alex Marano
Daniele Pitari Alessio Praticò
Valerio Puppo Papi Touré
Musiche di Lele Pontoni
Esecuzioni musicali di Lele Pontoni e Andrea Savoia
Consulenza ai costumi di Chiara Piccardo
Adattamento e regia
Andrea Cioffi
Si ringrazia Irene Ferroni, Patrizia Farina,
La comunità di san Benedetto e Leopoldo
Fare le note di regia dell’Otello sembra un po’ come fare la critica didascalica della Bibbia.
Si rischia di mettere la lingua nel sacro. Di diventare blasfemi.
La mia volontà, del resto, è che tutti si sentano toccati nel profondo come me al contatto con questa commedia.
Sì, una commedia.
Venezia.
Un innamorato e un altro innamorato.
Il primo è ricambiato dalla sua giovane innamorata; il secondo, sciocco, non è amato.
Un furbo servitore dei due padroni, contro il servo ingenuo, segue i propri scopi.
L’innamorata perde il fazzoletto, pegno d’amore, la servetta lo trova e lo cede al servo che ama, lui lo cede al servo onesto e su di lui casca la colpa. E poi ci sono Vecchi, Dottori e Capitani spacconi.
Una commedia.
In tutto e per tutto un canovaccio di commedia dell’arte, più che altro.
Del resto siamo in Italia e il teatro in Italia è questo.
Shakespeare lo sa bene.
Otello no.
Otello italiano non lo è, questi sadici giochi non li conosce e davvero non sa che potrebbe finire bene; questi scherzi non li accetta.
E’ una commedia che, infatti, finisce male. Finisce terribilmente ma lo capiamo solo quando ormai è troppo tardi. In fondo come le migliori commedie potrebbe portare da un momento all’altro al lieto fine che casualmente, e soltanto casualmente non arriva.
La scena allora si sposta a Cipro, in terra neutrale.
Qui le maschere cadono, una dopo l’altra, goffamente, terribilmente.
Maschere che sono più vicine a noi di quanto vogliamo, superbamente, ammettere: perché non c’è nulla di più umano di uomini che per nascondere le proprie paure, per perseguire i propri sogni, fingono d’essere altri uomini. Con modi eccessivi, violenti, barbari.
Viviamo in un mondo d’eccessi e ci costringiamo in un teatro spesso o finto o neutrale;
finto perché sprovvisto di quelle grandi, enormi, reali esigenze che affliggono l’animo umano; neutrale perché ancorato a dei modi realistici che di realistico poco anno.
Il nostro è un mondo di maschere grottesche; e lo è anche quello di Shakespeare.
Troppo presi a prenderci sul serio, per prendere sul serio le nostre emozioni, che di mediocre non hanno niente.
“Taranterra”, per la regia di Massimo Maraviglia, alla Casina Vanvitelliana di Bacoli
“Francischiello, un Amleto Re di Napoli” al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli