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In scena a Napoli il nuovo spettacolo di Maurizio Scaparro
terzo del ciclo che il regista ha dedicato alla Storia d’Italia
Dal 18 al 23 marzo al Teatro Mercadante
La coscienza di Zeno
nell’adattamento di Tullio Kezich
regia di Maurizio Scaparro
con protagonista Giuseppe Pambieri
Sulla scia di un successo riscosso fin dal debutto al Teatro Carcano di Milano e lungo la tournée nei maggiori teatri italiani arriva a Napoli – al Teatro Mercadante da martedì 18 a domenica 23 marzo – lo spettacolo La coscienza di Zeno di Tullio Kezich con la regia di Maurizio Scaparro e con protagonista, nel ruolo di Zeno Cosini, l’attore Giuseppe Pambieri.
Dell’adattamento teatrale che del romanzo di Svevo realizzò Tullio Kezich nel 1964 Maurizio Scaparro propone una regia acuta e di grande fascino, che restituisce con efficace scioltezza la vicenda di Zeno Cosini al centro del capolavoro del 1923 dello scrittore triestino. Una parabola esistenziale e umana nel disagio e le ansie di un’epoca di profondi mutamenti, espressione dell’inettitudine come destino individuale a dimensione universale. La coscienza di Zeno conclude idealmente il ciclo di spettacoli che il grande regista italiano ha dedicato alla Storia d’Italia insieme a Il sogno dei Mille di Cavoso da Dumas e Eleonora, ultima notte a Pittsburgh di Ghigo de Chiara.
In scena con Giuseppe Pambieri gli attori Nino Bignamini, Giancarlo Condé con Silvia Altrui, Margherita Mannino, Guenda Goria, Marta Ossoli, Antonia Renzella, Raffaele Sincovich, Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf. Le scene sono di Lorenzo Cutùli, i costumi di Carla Ricotti, le musiche di Giancarlo Chiaramello; produzione Teatro Carcano di Milano.
Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche vivace centro culturale della mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la Prima guerra mondiale, si svolge la vicenda di Zeno Cosini, che, a partire da una seduta di psicanalisi, ripercorre i momenti salienti della sua vita: dalla morte del padre all’amore non ricambiato per una fanciulla; dal matrimonio di ripiego con una sorella di lei alla rivalità con il cognato Guido, che muore suicida, alla relazione extraconiugale con Carla. Al cospetto dei profondi cambiamenti della sua società e del mondo circostante Zeno Cosini si dichiara “malato”, anche se la sua malattia è tutta interiore: per lui, “omino” dal piglio ironico e atteggiamento disincantato, “la vita non è né brutta né bella, ma è originale”.
Il regista Maurizio Scaparro individua l’attualità di Svevo nel «saper guardare avanti» dello scrittore; «e non mi riferisco – sottolinea – solo alla famosa immagine con cui chiude La coscienza di Zeno, quella profetica idea di una esplosione nucleare. Dico che se si rilegge il romanzo attentamente, il profilo di quell’omino di fumo, Zeno Cosini, prende forma dentro l’immagine di una città dominata dal commercio e dalla Borsa: le azioni salgono e scendono, la speculazione e i profitti segnano le vite e le vicende. A tutto ciò la letteratura era disabituata. La dimensione economica che cambiò la vita del nostro Zeno Cosini, e dello stesso Svevo, è quella che sta cambiando adesso le nostre vite».
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