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Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro di Roma
UMBERTO ORSINI
in
La resistibile ascesa di Arturo UI
di Bertolt Brecht
musiche originali di Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
e con (in ordine alfabetico)
Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
regia Claudio Longhi
Dramaturg Luca Micheletti
scene Antal Csaba
costumi Gianluca Sbicca
luci Paolo Pollo Rodighiero
assistente alla regia Giacomo Pedini
Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale novecentesca rappresentato senza ombra di dubbio dal teatro di Bertolt Brecht: pietra di paragone per ogni sperimentazione successiva e, oggi, classico indiscusso e riconosciuto a livello internazionale.
La resistibile ascesa di Arturo Ui una parabola satirica sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta: Brecht, quando ormai la Seconda guerra mondiale si sta combattendo da due anni, sceglie di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a se stesso, da nove anni, l’esilio. L’indagine che sceglie d’avviare sui meccanismi perversi del potere e della demagogia sfocia in un allucinato e macabro affresco che, con un facile meccanismo allegorico, egli ambienta non già in Europa, teatro reale del disastro, bensì oltreoceano, in una fantastica Chicago, nella quale ripercorre le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. Attraverso questo caustico e grottesco parallelo, gestito mediante sapienti dosaggi di tratti ora parodistici ora tragici, Brecht innesca la perlustrazione di un fenomeno storico di proporzioni planetarie, consentendo allo spettatore di seguirne lo sviluppo in maniera immediata e di comprenderne gli esiti socio-politici grazie ad una semplificazione mai gratuita e ad uno strumento quello del teatro, appunto che ne catalizzi la leggibilità.
La messa in scena intende assecondare pienamente il registro grottesco di questa “farsa storica”. L’incisiva brevità dei singoli “numeri”, la retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una “rivista” briosa e nitida, caustica ed elegante, sul tragico nonsenso del nostro passato. Un apologo feroce e violento sulla tragedia europea del Nazismo, sull’intreccio terribile e puntuale di economia e terrore, di gangsterismo politico e consenso di massa.
La resistibile ascesa di Arturo Ui pensato per essere e risulta a tutti gli effetti un imprescindibile esercizio di memoria: di quella memoria di cui perdere le tracce sarebbe un atto immorale e di cui soltanto i classici antichi e moderni sanno farsi portavoce magistrali, dacché in sé realizzano compiutamente l’ideale supremo per cui ogni opera d’arte deve avere valore di civiltà: quest’opera di Brecht lo possiede esplicitamente.
Citazioni stampa
Un grande classico; Una compagnia ricca di talento, Curzio Maltese, la Repubblica
Un grande Umberto Orsini; Dieci vivacissimi giovani, Masolino D’Amico, La Stampa
Uno spettacolo analitico, articolato; Una grande farsa, Rita Sala, Il Messaggero
Uno spettacolo coralmente vigoroso, Giuseppe Distefano, Il Sole 24 Ore.com
Uno straordinario Umberto Orsini, Francesca De Sanctis, l’Unità
Nuova Orchestra Scarlatti: concerti per le scuole il 28 e 29 febbraio 2012 al Teatro Mediterraneo di Napoli
Recensione dello spettacolo La Ciociara di Annibale Ruccello per la regia di Roberta Torre al Teatro Bellini di Napoli